A raccontarla, sembra quasi una barzelletta. Ma invece sta capitando davvero. Si sa, i conti delle ASL sono spesso in rosso, e le Regioni si trovano a dover ripianare i loro passivi. Ma questa volta si è messo di mezzo lo Stato, con una disposizione di legge che ha dell’incredibile. Agganciandosi alla normativa sul Payback, che risale a quando era ancora premier Renzi, il recente Decreto Aiuti Bis autorizza le Regioni che hanno la Sanità in deficit a chiamare a coprire il 50% del passivo i fornitori di dispositivi medicali, in proporzione alle forniture effettuate. Per il momento, la richiesta è arrivata relativamente agli anni dal 2015 al 2018. In pratica, le aziende che hanno fatto forniture alle ASL in quegli anni, a seguito di regolari gare, dovrebbero restituire parte del valore delle forniture, in maniera da arrivare a coprire metà del buco nei conti della Sanità Pubblica. A livello nazionale, si parla di un importo da restituire di 2,2 miliardi di euro.
“In pratica, ci chiamano a finanziare la spesa pubblica – spiega Filiberto Martinetto, che, come titolare della Filmar, importante produttrice di bende medicali, è fra le aziende che ha ricevuto la lettera dalla Regione Piemonte con la richiesta di rimborso – ma così mettono a serio rischio i conti delle nostre aziende. Fare impresa in questo nostro Paese è diventato sempre più difficile”. La Filmar, come altre aziende del settore, ha presentato ricorso al TAR e alla Presidenza della Repubblica. La scadenza per il pagamento è il 30 aprile, ma probabilmente non finirà così. “Dobbiamo fare capire a chi ci governa che senza industria manifatturiera non c’è occupazione sufficiente per il nostro paese” conclude battagliero Martinetto.