Papà stava sui tetti a spegnere gli incendi

I ricordi di guerra di Giustino Orso

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Giustino Orso mostra la tessera da partigiano del fratello Angelo
Giustino Orso mostra la tessera da partigiano del fratello Angelo

Classe 1932, 90 anni quindi già compiuti, i ricordi “da gagno” a Torino di Giustino Orso sono nitidi come in una giornata di föhn: “Stavamo in una soffitta di via Somis, a pochi passi da piazza Statuto. Papà era muratore, mamma faceva le pulizie dalle signore. Quando l’Italia è entrata in guerra, io facevo le elementari alla Vittorio Alfieri. Con la divisa da balilla facevamo le esercitazioni nel cortile della Casa del Fascio, in piazza Bernini. Finite le elementari, a 11 anni cominciai a fare il “bocia” da un falegname. Cominciarono i bombardamenti. Nel 1943 persi due cuginette, di 4 e 14 anni, che abitavano verso piazza Rivoli, e rimasero sotto le macerie di un bombardamento. L’anno dopo, con tutta la mia famiglia traslocammo in Borgo San Paolo, in via Chiomonte, dove si era liberato un alloggetto. Intanto era cominciata la guerra partigiana: mio fratello Angelo, più grande di cinque anni di me, partecipava ai combattimenti per difendere le fabbriche, e ogni tanto mi portava con lui. La casa di Dante di Nanni era a 50 metri da dove abitavamo noi: e lui di repubblichini ne ha fatti fuori sette, prima di essere centrato. L’inverno del 44 fu tremendo: nei viali di Torino non c’erano più alberi: tutti tagliati per scaldarsi. E intanto continuavano i bombardamenti: mentre noi eravamo sotto in rifugio, papà stava di guardia sui tetti per spegnere gli inizi di incendio provocati dalle bombe al fosforo”.

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