Venerdì 19 luglio. A trentadue anni dalla strage di via D’Amelio Caselle e la cittadinanza hanno partecipato a un evento in memoria di Paolo Borsellino e dei componenti della sua scorta, del coraggio del magistrato siciliano e della sua strenua lotta contro la criminalità organizzata. L’appuntamento era fissato al Prato della Fiera, accanto alla lapide in onore dei caduti di tutte le mafie.
Erano presenti molti rappresentanti delle istituzioni cittadine: il sindaco, membri dell’opposizione, alcuni consiglieri comunali, Il sindaco del Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze, rappresentanti della Pro Loco, della Protezione Civile, dell’ Informagiovani e, nota assai positiva, diversi giovani studenti. Deposta una corona di fiori, alle 16,58, ora fatidica dell’attentato, tutti i presenti hanno osservato un minuto di silenzio, seguito poi dal nostro Inno Nazionale.
Il sindaco ha quindi preso la parola: “Siamo qui – ha detto Giuseppe Marsaglia – affinché la memoria del sangue versato dai servitori dello Stato sia consegnata alle nuove generazioni. Qua, accanto a noi, c’è una targa che li vuole ricordare tutti, e, di fronte a noi ce n’è una dedicata a cinque martiri della Resistenza: tutti uomini che hanno dato la vita per il rispetto della libertà e della democrazia.” “Non posso – ha continuato – il sindaco non ricordare Giovanni Falcone anch’esso trucidato con la sua scorta a Capaci il 23 maggio 1992. Falcone e Paolo Borsellino, questi due uomini dello Stato lavorarono fianco a fianco per combattere la mafia e, forse furono traditi dallo stesso Stato che avrebbe dovuto tutelarli.
Il microfono è passato poi al consigliere comunale Endrio Milano che ha inteso riportare le recentissime parole del Presidente Mattarella:” La tremenda strage di via D’Amelio, 57 giorni dopo l’attentato di Capaci, ha costituito l’acme della strategia terroristica condotta dalla mafia. Con atti spietati, si voleva piegare lo Stato. Le istituzioni e i cittadini lo hanno impedito. Il sacrificio delle vittime è diventato il simbolo di probità e di riscatto, ora è nelle mani di ognuno di noi. La ricerca della verità è stata ostacolata da depistaggi. Il bisogno della verità è fondamentale in una democrazia.” Endrio Milano, dopo il suo sentito intervento, ha passato la parola alla dirigente scolastica Pina Muscato, di origini siciliane. La dottoressa Muscato, molto commossa, si è rivolta ai presenti ricordando le figure di Falcone, prima, e di Borsellino poi e di come le loro morti così atroci abbiano provocato un vero sussulto nella società siciliana e, in particolare palermitana.
Noi non siamo magistrati, non abbiamo le competenze per indagare su quanto non è stato ancora accertato e fatto, certo è che tutte queste morti sono state come dei semi e, magari, ci vorrà del tempo ma da questi semi fiorirà la giustizia. L’Italia è un paese che lotta tutt’ora contro la criminalità. La sua sconfitta parte dal rispetto delle regole da parte di ognuno di noi. La legalità è lo strumento, l’obiettivo è la giustizia. Giovanni Falcone diceva: “Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”.
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