Centoventicinque anni fa, esattamente martedì 11 luglio 1899, presso una sontuosa dimora nobiliare nel centro storico di Torino, Palazzo Bricherasio, venne fondata ufficialmente la Fabbrica Italiana di automobili, società anonima. La città di fondazione, Torino, comparirà nel nome solo successivamente dietro suggerimento di Aristide Faccioli, ingegnere e progettista automobilistico e questa nuova denominazione fu anche sostenuta da uno dei fondatori, Cesare Goria-Gatti, il quale vedeva nell’acronimo FIAT un augurio in lingua latina (terza persona singolare del congiuntivo presente del verbo fio: che sia, che divenga) per la buona riuscita dell’impresa. L’atto fu registrato dal prestigioso notaio Ernesto Torretta, che aveva tra i suoi clienti nientedimeno che Casa Savoia, e il primo consiglio di amministrazione era così composto: presidente Ludovico Scarfiotti, vicepresidente Emanuele Cacherano di Bricherasio, segretario Giovanni Agnelli e ne facevano parte anche altri notabili quali Roberto Biscaretti di Ruffia e appunto Cesare Goria-Gatti. La società venne suddivisa in 4000 azioni da 200 lire per un totale di 800.000 lire di capitale sociale. La Costituzione della Società Anonima Fabbrica Italiana di Automobili – Torino a Palazzo Bricherasio fu solo l’atto conclusivo di un serie di incontri tra il gruppo di notabili tenuti nel caffè di madame Burello, durante i quali si erano fissate le linee guida del progetto e dopo aver ottenuto l’appoggio finanziario da parte del Banco di Sconto e Sete di Torino.
Agnelli divenne l’anima dell’azienda solo in un secondo momento, infatti l’iniziativa di fondare una nuova azienda automobilistica a Torino fu prevalentemente di Biscaretti e Bricherasio, due aristocratici ben collocati economicamente che erano alla ricerca di nuove avventure imprenditoriali nonché di un modo diverso di investire le loro rendite oltre al solito acquisto di titoli e di obbligazioni. Anche all’industriale Michele Lanza fu chiesto di aderire all’iniziativa ma all’ultimo momento rifiutò ed è qui che entrò in scena proprio Giovanni Agnelli, non di nobili origini ma un facoltoso proprietario terriero ed ex ufficiale di cavalleria, residente in un antico palazzo a Villar Perosa. Agnelli non smaniava di far parte di questa avventura ma fu trascinato dall’entusiasmo del conte Biscaretti e alla fine accettò di sottoscrivere l’impegno che avrebbe cambiato, oltre la sua vita, anche quella dell’Italia intera.
Giovanni Agnelli nacque il 13 agosto del 1866 a Villar Perosa, piccolo comune agricolo a circa una sessantina di chilometri a sud-ovest di Torino. Suo nonno Giuseppe Francesco operò nella raffinazione dello zucchero e acquistò una lussuosa dimora settecentesca circondata da un parco. Il padre di Giovanni, Edoardo, conseguì ottimi risultati nel commercio dei bozzoli per la seta ma vista la sua morte prematura, avvenuta nel 1871, Giovanni fu mandato dalla madre in un collegio esclusivo per indirizzarlo alla carriera militare. Divenne tenente del Terzo Savoia Cavalleria e negli anni strinse importanti relazioni con l’élite imprenditoriale aristocratica e politica piemontese. Quando venne congedato del 1893, Giovanni prese in mano l’azienda di famiglia fino a quel famoso caffè del 1899.
La FIAT nasce con le spalle economicamente coperte, in quanto la Banca di Sconto, che deteneva inizialmente la maggioranza del pacchetto azionario, aveva stretti rapporti con i Rothschild e ciò forniva importanti garanzie di affidabilità. Queste ultime da non sottovalutare in quanto solo sei anni prima era accaduto lo scandalo della Banca Romana il cui impatto fu talmente forte che, oltre a scuotere l’ambiente finanziario della capitale e il settore bancario nazionale, fece vacillare persino il trono di re Umberto.
FIAT eresse un capannone in corso Dante, a ridosso del Parco del Valentino, e si prodigò in una campagna di acquisti di brevetti, di maestranze e di competenze dalla Accomandita Ceirano&C., storica officina automobilistica divenuta famosa per la Welleyes, automobile progettata dall’ing. Faccioli. La prima auto realizzata fu la Fiat 3 ½ HP, di derivazione proprio della Welleyes, e venne prodotta in otto esemplari nel corso del 1899. Una curiosità era la mancanza della retromarcia. La prima produzione di autovetture 3 ½ HP, nel 1900, avvenne attraverso l’opera di 150 operai impiegati nello stabilimento di corso Dante e da lì videro la luce 24 auto. Nel 1903 la produzione fu limitata a 103 auto. Il famoso stabilimento del Lingotto venne costruito anni dopo, iniziato nel 1916 e inaugurato nel 1923 e pose le basi alla produzione di massa dei veicoli. Durante la guerra la FIAT, come la maggior parte delle aziende automobilistiche europee, convertì parte della sua produzione verso la fabbricazione di armi.
Dopo un periodo iniziale di lento sviluppo, segnato da ricapitalizzazioni e modifiche, non sempre pacifiche, nella composizione del capitale azionario, la proprietà della casa automobilistica venne assunta quasi integralmente da Giovanni Agnelli, che ne detenne la guida sino al 1943.
La FIAT con il suo marchio rappresentò il made in Italy nel mondo, attraversando decenni di storia automobilistica tra modelli vincenti, come nel 1930 con la Littorina, la prima automotrice al mondo, la Topolino, la 500, la Panda e la Uno e periodi di profonda crisi occupazionale.
La nascita della FIAT
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