“Barcellona è una città stregata, ti entra sotto la pelle e ti ruba l’anima prima che tu possa rendertene conto” , scrive Carlos Ruiz Zafon, scrittore catalano prematuramente scomparso. I suoi libri sono ambientati nella Barcellona più misteriosa e segreta.
Barcellona ti accoglie facendoti sentire subito a casa, ti apre le porte su piazze accoglienti. Strade ampie e interminabili, palazzi eleganti, cattedrali e chiese, stretti vicoli con alti edifici che cercano un raggio di sole, un lungomare dove svetta da ogni angolazione di uno dei nostri conterranei più illustri, Cristoforo Colombo, el Colon, come lo chiamano loro. Su tutto e tutti il genio di lui: Antoni Gaudi.
La vita di Antoni Gaudí fu segnata da un’attenta osservazione della natura, sempre alla ricerca della razionalità delle forme, per estrarne tutto il potenziale e l’utilità nella costruzione. Intuitivo, riflessivo, tenace e perfezionista, aveva un grande spirito innovativo.
Antoni Gaudì non si limitava solo a progettare edifici straordinari, ma estendeva la sua visione artistica anche agli arredi. La sua genialità si rifletteva nei dettagli unici e fantasiosi presenti negli oggetti di arredamento che creava.
La Pedrera, Casa Batlò, Parc Guell e Palazzo, Casa Vicens, le sue opere più importanti a Barcellona, o Barcelona come la chiamano loro, che si definiscono catalani prima ancora che spagnoli.
Ma la sua opera più importante quella che le sovrasta tutte è la Sagrada Familia. A partire dal 1912 e fino alla morte, avvenuta nel 1926, Gaudí abbandonò qualsiasi altro impegno per dedicarsi esclusivamente alla sua costruzione, opera per la quale stava lavorando già da 30 anni. Il suo studio, situato nel tempio, divenne anche la sua abitazione, in uno dei quartieri più umili della città. Qui l’architetto si immerse totalmente nel lavoro, praticando una vita da asceta e qui è sepolto.
A oggi manca il completamento di alcune torri, si prevede una inaugurazione totale nel 2026, quale occasione migliore per tornare!
Per scelta ho deciso di visitarla a piedi, con un meteo non al massimo: pioggia, vento e basse temperature. Il giorno della visita alla Sagrada Familia, vento e pioggia a catinelle. Non avevo previsto la salita a una delle torri, quel giorno impraticabili. Descriverla è impossibile, il genio che diventa arte, i colori, tutti rappresentati, le forme: la bellezza dell’assoluto!
La cattedrale di Barcellona è dedicata alla Santa Creu (la Santa Croce) e alla Santa Eulalia, patrona della città, la cattedrale del mare è dedicata a Santa Maria del Mar. Il mare è poco lontano con un lungomare accogliente e ordinato; in fondo l’iconico W Barcelona, la vela, l’hotel più famoso della città. Dalla statua di Colombo parte la Rambla che termina in Placa Catalunya; in una traversa la Boqueria, grande mercato coperto alimentare. Nelle stradine adiacenti Placa Real, vicino a antichi palazzi e negozi tipici ho trovato una vecchia bottega che produce e vende il vermouth, la ricetta è molto simile alla nostra, ne rivendicano ovviamente il monopolio, ne abbiamo parlato, alla fine ognuno è orgoglioso del suo.
Il Montjüic è una collina che offre viste spettacolari sulla città ma anche una combinazione unica di storia, natura. Il suo nome deriva dalla parola catalana “Mont dels Jueus” che significa “montagna dei giudei” perché nel medioevo la collina ospitava un cimitero ebraico. A Montjuic si arriva proseguendo dalla statua di Colon. Una salita agevole ma lunghetta porta alla cima dove c’è il castillo, il giardino botanico e il vecchio stadio del Barca, dove Messi, la Pulce ha iniziato la sua avventura spagnola; lo stadio nuovo, Camp Nou è in fase di riqualificazione.
Il cibo è ottimo, su tutto troneggia la paella de marisco, e poi ovviamente, tapas, empanadas, dolci. Si mangia ininterrottamente h24.
Una città dove i passanti hanno dei diritti incredibili: massima attenzione ai ciclisti, le piste ciclabili sono off limits. Una città dove il 90% parla un po’ di inglese, molti si arrangiano con l’italiano, il restante si aggiusta con i gesti, gentilissimi !
Da tornarci.