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martedì, Ottobre 8, 2024

    Il ricordo ANPI per Giacomo Matteotti

    La sezione “Santina Gregoris” di Caselle e Mappano ha organizzato un evento per ricordare i 100 anni dall’assassinio del parlamentare socialista

    La sezione ANPI “Santina Gregoris” di Caselle e Mappano ha organizzato un evento per ricordare i 100 anni dall’assassinio di Giacomo Matteotti.
    L’evento si è tenuto domenica 8 settembre 2024 presso il Palatenda “Teresa Noce” di Caselle. In apertura sono intervenuti: il Dott. Domenico Ravetti, presidente del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte e il Dott. Antonio Boeti presidente ANPI Provinciale di Torino.
    Paola Maestrello della libreria “Tempo Libro” ha abilmente accompagnato i presenti alla scoperta di Matteotti, intervistando l’onorevole Federico Fornaro autore del libro “Giacomo Matteotti. L’Italia migliore”.
    Fornaro ha raccontato che Matteotti, originario del Polesine, fin da subito ebbe chiara la realtà agricola, povera e la situazione di sfruttamento dei lavoratori che gli fece maturare la posizione riformista e la volontà di migliorare le condizioni di vita delle persone. Da sempre pacifista e antimilitarista si oppose alla guerra libica del 1911 e all’intervento dell’Italia nel primo conflitto mondiale. Era un avversario politico intransigente e ostico che gli valse il soprannome di ‘tempesta’: “Il suo stile di opposizione non scendeva mai al livello della propaganda e della retorica ma smontava con dati e numeri, quindi con oggettività, le tesi dell’avversario”. Nel 1923, nonostante il regime non gli concedesse il passaporto, clandestinamente girò le capitali europee, “per andare a fare una contro narrazione della violenza fascista”.
    Il 30 maggio 1924 Matteotti, segretario del Partito Socialista Unitario, prese la parola alla Camera dei deputati per contestare i risultati delle elezioni del 6 aprile. Denunciò con grande coraggio la serie di violenze, illegalità e abusi commessi dai fascisti per riuscire a vincere le elezioni. “Non continuate più oltre a tenere la nazione divisa in padroni e sudditi, poiché questo sistema certamente provoca la licenza e la rivolta. Se invece la libertà è data, ci possono essere errori, eccessi momentanei, ma il popolo italiano, come ogni altro, ha dimostrato di saperseli correggere da sé medesimo. Noi deploriamo invece che si voglia dimostrare che solo il nostro popolo nel mondo non sa reggersi da sé e deve essere governato con la forza”.
    Terminato il discorso disse ai suoi compagni di partito: “Io, il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me”.
    Il 10 giugno 1924 fu aggredito e caricato a forza su un automobile da cinque fascisti: Dumini, Volpi, Viola, Malacria e Poveromo. Nell’auto Matteotti fu sopraffatto e accoltellato. Albino Volpi nella sua confessione così descrive quei momenti: “Il contegno di Matteotti è stato assolutamente spavaldo mentre lo pugnalavamo; direi eroico. Ha continuato fino alla fine a gridarci in faccia: “Assassini, barbari, vigliacchi!” Mai ebbe un momento di debolezza per invocare pietà. E mentre noi continuavamo nella nostra azione egli ci ripeteva: “Uccidete me ma l’idea che è in me non la ucciderete mai. La mia idea non muore”.
    Così l’onorevole Fornaro ha chiuso il suo intervento: “Il coraggio, l’eroismo, l’intransigenza etica e morale di Matteotti ci pongono il dovere di ricordare una straordinaria figura dell’antifascismo, un difensore della libertà e un esempio da additare alle nuove generazioni”.
    Al Palatenda è stata esposta la mostra “Il ventennio fascista”, recuperata in un deposito della stazione di Porta Nuova di Torino, grazie al consigliere ANPI Mirko Garofalo. A visitarla per l’occasione anche il Dott Franco Lucia del museo ferroviario di Porta Nuova.
    Inoltre è stata inaugurata la realizzazione dell’opera della studentessa Viola Canella che ha vinto il bando promosso dall’ANPI: “La responsabilità della memoria attiva: dalla Costituente a oggi”. Viola ha così raccontato il senso del suo lavoro: “Il disegno rappresenta un alunno con uno zaino in spalla e dentro una copia della Costituzione. Lo zaino non è solo di scuola, è come se fosse lo zaino della vita. Carico di tutte le esperienze e i sogni che ci si porta dietro crescendo”. La dirigente scolastica Prof. Muscato: “La scuola è attenta al tema dell’educazione civica, che è diventata una disciplina trasversale. È compito della scuola educare i giovani alla cittadinanza attiva”. Anche il sindaco Marsaglia si è unito ai complimenti per il lavoro di Viola: “Sono contento della presenza dei giovani. La Resistenza è stata fatta dai giovani. È sui giovani che dobbiamo puntare per fare in modo che il futuro non ci riservi brutte sorprese”.
    In chiusura il concerto della band “Achtung Banditen, che ha eseguito i canti partigiani con arrangiamenti contemporanei.

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