Lunedì 16 settembre un avventuroso gruppo di nuotatori della piscina comunale di Caselle ha attraversato lo Stretto di Messina. Il gruppo era composto da otto partecipanti: Luca Siriu e Paolo Azzolina di Caselle, Francesca Tartaglione di Barbania, Carmelino Lazzara e Stefania Santi di San Carlo, Laura Raimondo di Volpiano, Riccardo Contiero di Ciriè e Raffaele Devincentis di San Maurizio.
L’idea nata a fine novembre da una proposta di Francesca Tartaglione, istruttrice di nuoto e presidente della Apnea junior ASD, è stata accolta da sette frequentatori della piscina di Caselle. Tutti, per più di dieci mesi, hanno intensificato gli allenamenti sia individualmente che con sessioni di gruppo, alcuni tentando di raddoppiare la propria resistenza di percorrenza media. Arrivata l’estate gli allenamenti si sono diversificati con la preparazione anche in mare e in acque libere.
Il gruppo è arrivato a Messina il giorno precedente alla traversata e nel pomeriggio ha partecipato a un briefing con gli organizzatori, per condividere informazioni logistiche e di sicurezza. In base ai personali tempi di percorrenza sono state distribuite cuffie di colori diversi e i nuotatori sono stati divisi in gruppi di due o tre persone e affidati a diverse imbarcazioni che li avrebbero seguiti per l’intero tragitto, il gruppetto aveva il mandato di rimanere compatto aspettando il nuotatore più lento. La partenza è stata posticipata di due ore per il mare mosso e per via delle forti correnti, il punto di partenza è stato arretrato rispetto alla punta estrema dello stretto, allungando la distanza ma mantenendo una traiettoria lineare e riducendo il pericolo.
Tutti i partecipanti hanno raggiunto la costa della Calabria, ma in punti diversi secondo il tragitto essenzialmente influenzato dalle correnti. Le distanze percorse sono variate da 3800 metri e 4300 metri, mentre i tempi di percorrenza sono oscillati tra i 70 e gli 80 minuti.
Luca Siriu di Caselle, ancora emozionato dopo settimane, ci racconta: “Al momento della partenza, abbiamo dovuto aspettare il via dalla capitaneria portuale, per lasciar transitare due navi nello stretto di Messina. L’emozione era forte. C’era chi non vedeva l’ora di partire e chi invece era preoccupato per via del mare agitato. Nuotare nella corrente è molto diverso rispetto a nuotare in piscina. Quando ci hanno dato l’autorizzazione a partire, non è stato semplice attraversare le prime centinaia di metri: la corrente era molto forte. Mi sono chiesto se sarebbe stato così fino alla fine, ma non ho mai avuto paura, anzi l’adrenalina mi ha aiutato ad andare più forte. La traversata è andata bene, decisamente impegnativa per le correnti che cambiavano spesso, soprattutto nel punto di incontro tra il Mar Ionio e il Mar Tirreno. Nuotare nel blu profondo è stato molto suggestivo e per fortuna con i suoi 26 gradi, la temperatura dell’acqua è stata favorevole. In acqua abbiamo incontrato una ventina di persone provenienti da altre parti d’Italia, dalla Grecia e persino dall’Austria. L’arrivo è stato bellissimo, la riuscita dell’impresa ha premiato un allenamento intenso e faticoso. Il gruppo ha aiutato molto dall’arrivo a Messina fino alla fine della traversata, stare insieme la sera prima e la mattinata della traversata ha aiutato a vincere le ansie. Ci siamo scambiati molti consigli. È stata un’esperienza bellissima ed emozionante, sicuramente da ripetere il prossimo anno. Credo che il numero dei partecipanti potrebbe raddoppiare”.