I nostri dati fra le nuvole. I tecnici informatici lo chiamano il “cloud”. In italiano, la “nuvola”: l’ambiente, fisicamente esterno a PC, tablet e smartphone, dove i dati relativi alle nostre vite digitali vengono salvati e conservati. Messaggi, navigazione in rete, foto, la musica che ascoltiamo, i film che scarichiamo, gli acquisti on line, nulla sfugge. Tutto va sulla nuvola: un’immagine che richiama qualcosa di etereo, immateriale. Ma così non è. Nella realtà è un’industria. L’industria dei Data Center è per gli economisti l’industria del XXI secolo, come quella dell’acciaio lo è stata per il secolo scorso. Un’industria tutt’altro che immateriale: i server dei Data Center sono ospitati in grandi edifici, protetti come bunker, che consumano rilevanti quantità di energia elettrica per il raffreddamento dei server. Un’industria con tassi di crescita esponenziale, che non per nulla ha attirato l’attenzione delle grandi società immobiliari, quelle che vivono sulla costruzione e affitto di spazi attrezzati, i cosiddetti “sviluppatori”. Esaurito il business dei parchi commerciali, ormai saturo, l’attenzione degli “sviluppatori” si è spostata sulla logistica (in particolare quella per il commercio on line) e, più di recente, sui Data Center, per l’appunto.
Le Aree ATA. Le cosiddette Aree ATA di Caselle si estendono a lato di ferrovia ed aeroporto per 460.000 mq, di cui 170.000 di proprietà del Comune di Caselle e 290.000 mq di proprietà della società SATAC. Società di scopo, questa SATAC, passata nel corso degli ultimi vent’anni per le mani di diversi “sviluppatori”, dagli alessandrini di Praga, alla milanese Aedes, per arrivare di recente sotto il controllo dell’immobiliare statunitense Hines. Una storia tormentata, finora non andata a buon fine. Infatti, a maggio 2022, c’è stata da parte SATAC la rinuncia ai permessi a costruire il parco commerciale, “per le mutate condizioni di mercato”. 4,5 milioni di oneri di urbanizzazione già versati alle casse comunali sono rimasti congelati in attesa di proposte dalla nuova proprietà. Nel secondo semestre del 2022 è iniziata l’interlocuzione con la nuova amministrazione Marsaglia, subentrata a quella Baracco.
Hines e la proposta del Data Center. La filiale italiana di Hines gestisce un patrimonio immobiliare con un fatturato annuo dell’ordine di sette miliardi di euro, ed investimenti che spaziano dagli uffici al residenziale, dalla logistica agli studentati. E fu proprio nel settore della logistica la prima proposta fatta da Hines al Comune di Caselle, ipotesi però sgradita in piazza Europa: con nota comunale del 18 agosto 2023, il Comune di Caselle formalizzò che l’attività logistica-distributiva doveva rimanere esclusa dalle nuove funzioni ammesse nell’area ATA di proprietà SATAC, mentre c’era invece interesse a ricondurre in tale area ATA una vocazione prettamente produttiva, per consentire lo sviluppo di funzioni industriali e tecnologiche innovative, come – ad esempio – i Data Center. Sui Data Center s’era infatti nel frattempo acceso l’interesse di Hines, il cui responsabile per l’Italia, Mario Abbadessa, presentando l’apertura del suo primo cantiere nel settore (a Noviglio, 95.000 mq coperti nell’hinterland milanese) così dichiarava nell’agosto 2022 al Sole 24 Ore: “Da tempo pianificavamo di entrare nel mondo dei Data Center, la strategia è diventata più urgente vista l’attuale situazione di mercato. La correzione in atto, alla quale probabilmente seguirà una fase di recessione, impone di cercare nicchie di mercato anticicliche in cui investire. In Italia il segmento Data Center mostra un forte gap con il resto d’Europa. Non solo, il settore ha necessità di immobili sempre meno energivori e di ultima generazione». In un’altra intervista più recente, del luglio 2024 (e quindi già a valle dell’ufficializzazione dell’Accordo Procedurale col Comune di Caselle, avvenuta il 29 maggio) lo stesso Abbadessa ha esposto al Sole 24 Ore i programmi di investimento in Europa della sua società nel settore dei Data Center: 2,5 miliardi di euro in cinque diversi Data Center entro il 2026. Il primo investimento, già in corso, è quello per Noviglio, con 500 milioni di euro. Altri 500 milioni di investimento sono previsti sempre nell’area di Milano. Così testualmente riporta l’articolo del Sole 24 Ore, ove quindi il sito di Caselle non è citato esplicitamente. D’altra parte, non stupirebbe pensare che, per un milanese, Caselle e il suo aeroporto siano considerati “nell’area di Milano”: si sa, “Milan l’è un gran Milan”.