Per aprire il nuovo anno accademico dell’Unitre di Caselle, l’università delle tre età presieduta da Enzo Carlone, si è esibita sabato 28 settembre la “Piccola orchestra Sand Creek.
Presenti in sala Cervi anche il sindaco Beppe Marsaglia, che ha portato i saluti della Amministrazione, e la sua vice Giuliana Aghemo. Nove gli elementi fra musicisti e coristi che hanno accompagnato la voce solista di Lucky Riccio, frontman della “Sand Creek” un’orchestra votata al riproporre le canzoni di Fabrizio De André, un cantautore, un musicista, un poeta, un uomo amato da un pubblico trasversale, morto a soli 58 anni.
Il primo degli incontri di inizio anno accademico Unitre certo non poteva essere più azzeccato: davvero un grande successo. Una sala “Fratelli Cervi” colma all’inverosimile, tanto che i ritardatari hanno trovato posto a lato della sala soltanto in piedi. Tutti ad ascoltare la voce narrante del dottor Paolo Cerrato, che ha commentato la vita, le opere, gli amori, le pene, la Genova dei bassi fondi e quella parte del Piemonte, nella provincia di Asti, vissuta del cantautore genovese. “Pochi sanno – ha precisato Cerrato – che Faber era nato a Monale d’Asti ed è stato residente per alcuni anni in quel paesino del Monferrato. Solo in giovinezza si trasferì con i genitori a Genova Pegli”.
Una storia ben raccontata ha permesso l’introduzione dei 24 brani scelti, che andavano da “Creuza de ma’”, fino ad “Andrea”, sottolineando di volta in volta i testi, la bellezza della poesia contenuta, la profondità dei significati e l’interiorità del poeta De André. Cerrato ha ripreso anche alcune frasi delle canzoni del cantautore, come “La leggenda del re infelice” in cui De André cantava “i potenti rammentino che la felicità non nasce dalla ricchezza, né dal potere, ma dal piacere di donare”.
Tutti i 24 brani magistralmente suonati con chitarre, clarino e clarinetto, batteria, pianoforte e percussioni, sono stai cantati da Lucky Riccio, straordinariamente abile nell’interpretare i brani. Ascoltare la sua voce ad occhi chiusi ha fatto entrare lo spettatore nella magica atmosfera che creava De André in concerto “quando si sedeva sullo sgabello, imbracciava la chitarra, posava a terra l’inseparabile bottiglia di whisky e poneva la sigaretta fra le labbra”, come ha commentato ancora Cerrato. Tre ore di spettacolo, filate via con la morbidezza di una piuma, senza interruzioni, senza pause. Uno spettacolo che i casellesi, che hanno avuto il piacere di partecipare non dimenticheranno facilmente.