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sabato, Febbraio 8, 2025

    Le repubbliche marinare di Genova e di Venezia: rivali ma con lo stesso destino

    Per secoli le repubbliche marinare di Genova e Venezia si diedero guerra per il predominio delle rotte commerciali nel Mediterraneo. Entrambe le città potevano vantare antiche origini ma è con l’avvento delle Crociate che le loro aree di influenze si svilupparono.

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    Nell’anno mille Genova era un comune abbastanza piccolo e povero, retto dai Consoli. Questa situazione, però, cambiò nel 1097, quando Genova fu in grado di mettere a disposizione navi e marinai per gli eserciti crociati in partenza per la Terra Santa. Questa impresa rappresentò il primo passo della penetrazione mercantile e coloniale genovese in Oriente, dalla quale si fondarono tutta una serie di avamposti commerciali facili da difendere, in quanto Genova non disponeva di un esercito numeroso. Nel corso del XII secolo i possedimenti in Liguria e nel Mediterraneo occidentale crebbero e con la prosperità della città si affacciarono i nemici. I contrasti interni tra le famiglie Guelfe e quelle Ghibelline portarono all’abbandono del Consolato a favore dei Podestà come sistema governativo. Nonostante questo cambio di tipo di governo, Genova continuava a essere scossa da forti tensioni tra popolo, borghesia e aristocrazia.

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    Nel frattempo anche Venezia si sviluppava in maniera importante. Dal 1084, svincolatasi da Bisanzio, la città veneta venne retta dal Doge, affiancato prima da un’assemblea popolare e in seguito, dal 1172, dal Maggior Consiglio, espressione dell’aristocrazia. Questo organismo, e in misura ancor più ampia, il consiglio ristretto dei Quaranta, presero ad esercitare il comando effettivo della Repubblica, estromettendo di fatto il Doge dalle decisioni importanti e relegandolo a un ruolo onorario. Venezia diventava perciò una vera e propria oligarchia. Come per Genova, anche per Venezia la svolta per il suo sviluppo avvenne a causa di una crociata, la Quarta. Organizzata nel 1202 da papa Innocenzo III, la spedizione venne abilmente strumentalizzata dai Veneziani i quali, vantando grossi crediti nei confronti dei crociati, pretesero l’occupazione di Costantinopoli e uscirono dall’impresa padroni di un quarto di tutti i territori dell’Impero bizantino, iniziando così il vero dominio nel Mediterraneo orientale.

    Le sfere di influenza delle due potenze marittime entrarono giocoforza in collisione e presto si trovarono in naturale contrapposizione. Il primo grande scontro avvenne nel 1257, quando i Veneziani devastarono la colonia genovese di Acri, in Terra Santa. L’anno seguente Genova si presentò ad Acri con una flotta guidata da Rosso della Turca, forte di 50 galee e 4 navi tonde ma fu sconfitta da quella veneziana composta da 39 galee, 4 grandi navi e 10 piccole tarette, comandata da Lorenzo Tiepolo. I Veneziani vinsero anche a Settepozzi nel 1263 e a Trapani nel 1266.

    Nel frattempo i Genovesi misero a segno un importante colpo attraverso il trattato di Ninfeo, stipulato nel 1261 con l’esiliato imperatore di Costantinopoli, Michele VIII Paleologo e che garantiva ai liguri privilegi commerciali formidabili e il monopolio degli stretti, indispensabile per il controllo dei commerci nel Mar Nero, destinato a diventare il “lago genovese”. Così Venezia, nonostante i successi militari, venne duramente colpita in chiave economica. I traffici veneziani erano continuamente attaccati da navi genovesi e la Serenissima fu costretta a organizzare convogli, la cui scorta assorbiva quasi tutte le risorse della flotta militare. Malgrado i successi, Genova continuava ad essere instabile internamente a livello politico tantoché i ghibellini Doria e Spinola presero il potere dopo gravi disordini, scalzando il Podestà. Nel frattempo, Venezia reagì stringendo un’alleanza con la Repubblica di Pisa, ma questa venne letteralmente distrutta dai genovesi nella battaglia della Meloria del 6 agosto 1284.

    Il secondo grande scontro per il dominio dei traffici nel Mar Nero e nel Mediterraneo tra le due città marinare avvenne nel 1298, quando 80 navi genovesi fronteggiarono e sconfissero le 90 veneziane presso l’isola di Curzola, in Dalmazia, battaglia nella quale Marco Polo venne fatto prigioniero dai Genovesi, i quali gli diedero tutto il tempo per dettare a Rustichello di Pisa “il Milione”.

    Il 1347 fu l’anno nel quale il terribile flagello della Pesta Nera s’imbarcò sulle galee genovesi e si diffuse in tutta Europa, pare dimezzandone la popolazione. Questo evento catastrofico non spense la rivalità tra le due città, perché già nel 1553 Venezia e Genova ritornarono allo scontro dopo una breve pausa e quest’ultima rimediò una sconfitta da Veneziani e Aragonesi davanti ad Alghero.

    Lo scontro secolare si stava avviando alla resa dei conti con la guerra di Chioggia del 1379, iniziata come di consueto per la conquista di possedimenti in Oriente, in questo caso la strategica isoletta di Tenedo, all’entrata dello stretto dei Dardanelli. I Veneziani arrivarono ad un passo dall’annientamento in quanto le galee genovesi comandate da Pietro Doria penetrarono audacemente in Adriatico e inflissero ai Veneziani una pesante sconfitta davanti a Pola, conquistando Chioggia e assediando la stessa Venezia. Fu in questo frangente che la Serenissima diede prova di una reazione eccezionale, riprendendosi Chioggia e cacciando i Liguri dall’Adriatico. La pace di Torino del 1381 non risolse la rivalità, benché Venezia usciva con una posizione più solida dall’ultimo conflitto.

    Da quel momento in poi per Genova fu un lento decadimento che la fece convertire da potenza marittima a centro bancario. Lacerata dalle eterne lotte intestine e svenduta da spregiudicati giochi di alleanze, Genova perse la propria indipendenza per cadere nell’orbita delle potenze straniere di Francia e di Spagna.

    Anche per Venezia era finita un’epoca di tragiche e di gloriose imprese. Fortemente segnata dal pericolo corso durante la guerra di Chioggia, la città lagunare decise di guardare verso l’entroterra rivestendo il ruolo di baluardo contro l’espansionismo ottomano.

    Le rotte mediterranee conquistate a caro prezzo e con un enorme spargimento di sangue iniziarono a perdere la loro importanza a favore delle nuove vie commerciali, aperte dai viaggi di esplorazione e della colonizzazione delle terre oltreoceano.

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