Serata interessante e di buon livello quella organizzata dalla biblioteca civica casellese “Jella Lepman”.
L’evento “Attraverso il Defendente: ri-scoprire un’opera per scoprire una storia” si è svolto nella la “Sala del Sindaco” o sala dei matrimoni”, a Palazzo Mosca, nell’ambito della X edizione delle “Settimane della cultura”, promossa da UNI.VO.CA. (Unione Volontari Culturali Associati). Qui è custodita la famosa pala “Madonna del Popolo” di Defendente Ferrari. È stata un’occasione per poter ammirare il dipinto, ma anche per comprendere, almeno artisticamente, un periodo storico compreso tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento: una fase di grande fermento e di importanti trasformazioni. Mi concedo una piccola divagazione per ricordare che, convenzionalmente, il 1492 segna il passaggio dall’Epoca Antica a quella Moderna (che si estende dalla scoperta dell’America alla Rivoluzione Francese), anche se in senso strettamente artistico, la data che separa i due periodi è il 16 agosto 1501, quando gli Operai della cattedrale di Firenze commissionarono la statua del David a Michelangelo. Ritornando alla serata, questa è stata amabilmente presentata da Paolo Rocco e da Valentina Bertea, con i saluti del sindaco Giuseppe Marsaglia, che unitamente hanno introdotto il relatore Edoardo Berruti.
Il sindaco ha raccontato della storia recente dell’opera: infatti si trova nell’attuale collocazione solamente da un ventennio, poiché sino al 2000 era in piazza Europa. Inoltre, ha ricordato con orgoglio che nel 2006, in occasione delle Olimpiadi invernali, il quadro è stato prestato alla Fondazione Ferrero di Alba per essere esposto nell’importante mostra su Macrino D’Alba.
Paolo Rocco, laureato in filosofia, iscritto all’ordine professionale dell’AIB (Associazione Italiana Biblioteche), dopo prestigiosi incarichi con riviste, biblioteche e centro studi, dal 2020 collabora esclusivamente per la biblioteca di Caselle.
Valentina Bertea, laureata in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali, lavora per la biblioteca di Caselle e di Rivalta; si occupa di promuovere attività per i bambini che vanno dalla lettura al divertente laboratorio di doratura con foglia.
Paolo Berruti, storico dell’arte e vice presidente dell’Associazione culturale “Amici dell’arte e dell’antiquariato”, ha letteralmente affascinato il pubblico con una dialettica accattivante e fluida, oltre che per la sua simpatia. La sua esposizione, sempre molto chiara, è stata rafforzata dalla proiezione di slide, utili per stimolare il confronto, le analogie stilistiche tra artisti dell’epoca quali Spanzotti, Gerolamo Giovenone e l’opera di Defendente, in particolare con la “Madonna con il Bambino fra san Vittore, san Cristofaro, san Sebastiano e san Francesco”, meglio conosciuta come “Madonna del Popolo”. Berruti precisa che “questo spicchio della pittura del Cinquecento ha segnato tantissimo quello che poi verrà nei secoli successivi: si può affermare che il barocco piemontese non sarebbe mai esistito senza prendere le mosse da Defendente Ferrari”. La tavola (composta in parti lignee accostate) racconta la devozione locale: venne richiesta dalla famiglia Provana per essere posta all’interno della chiesa dei Servi di Maria. In questo dipinto Defendente illustra nei minimi particolari una società ricca, scegliendo una narrazione affatto vicina al popolo, ma “è un racconto di meraviglia, di stupore – deve stupire il popolo -, con aureole dorate, abiti sfarzosi e la preziosa tappezzeria che riveste il trono” prosegue il relatore. Occorre ricordare che nella Signoria di Lanzo ai tempi di Beatrice di Portogallo (1538) si produceva solamente arte legata alla chiesa, dedicata alla Madonna: in questo contesto ben si collocano la bottega e l’opera di Defendente che “fece moda”, amalgamando la tradizione iconografica e la rinnovata composizione prospettica. Fu un innovatore nel modo di lumeggiare, di trattare le ombre, di sistemare nei suoi sfondi motivi architettonici, con gusto ornamentale rinascimentale. Si potrebbe scrivere e dire ancora molto e Edoardo Berruti ha raccontato egregiamente l’opera e la vita di Defendente: ci auspichiamo quindi che si possano svolgere tante serate come questa, poiché gli artisti degni di interesse nel nostro angolo di Piemonte sono molti.