È stata la prima donna dello spettacolo a ricoprire, nell’arco dei suoi trentacinque anni di carriera, il ruolo di cantante, presentatrice televisiva, attrice del grande schermo e giornalista. Prima di lei probabilmente nessuna aveva proposto tanta versatilità, diventando un personaggio tanto popolare in svariati ambiti.
Pochi mesi fa c’è stato il quattordicesimo anniversario della morte di Vanna Brosio, all’anagrafe Giovanna, nata a Torino il 18 aprile 1943. Il padre era un antiquario torinese, che aveva il negozio in via Verdi, poco distante dalla sede RAI del capoluogo. Giovanna da ragazzina era timida ma con le idee chiare su ciò che volesse fare da grande: era il mondo dello spettacolo che la attraeva. A undici anni aveva assistito all’inaugurazione della TV italiana, a sedici si propose come cantante e come attrice in recite scolastiche, che facevano emergere un talento che diventerà sempre più evidente col passare degli anni. Studiò al Liceo Artistico e non disdegnò di cogliere l’opportunità di avere la RAI a poca distanza dalla bottega del papà. Riuscì ad avere alcuni ingaggi per fare la comparsa in trasmissioni televisive. Fu presente anche in alcuni set di fotoromanzi.
A vent’anni, in vacanza in Versilia e colse l’occasione per esibirsi, come cantante, alla Bussola di Marina di Pietrasanta, dove, tra gli altri, era presente Bruno Martino, il quale rimase colpito dalla voce aggraziata di questa ragazza torinese, oltreché dalla sua straordinaria bellezza. Vanna entrò a far parte della casa discografica “La voce del padrone”, proprio grazie a Martino, che già da diversi anni collaborava con questa azienda: incise il 45 giri contenente le canzoni “Come mio padre” e “Sulla spiaggia non si può”. Era il 1964 e iniziò ufficialmente la carriera canora di Vanna Brosio, che conterà una ventina di album, innumerevoli concerti, collaborazioni con Renzo Arbore, i Dik Dik e Bobby Russel e apparizioni televisive.
Ma fu anche il periodo in cui la giovane si volle proporre come conduttrice del piccolo schermo: l’occasione arrivò con Mike Bongiorno nella trasmissione “La fiera dei sogni”, a metà degli Anni Sessanta, periodo in cui la valletta aveva ancora un ruolo assai defilato rispetto al conduttore.
Ma, proprio a sottolineare la versatilità della carriera dell’artista torinese, Vanna entrò a far parte anche del Clan Celentano, esibendosi col “Molleggiato” e con Don Backy, poi incise altre canzoni, tra cui “Con la faccia all’ingiù” e “Non sei bello ma sei simpatico” e partecipò alla trasmissione “Settevoci”, condotta da Pippo Baudo, che sancì il fiuto da talent-scout dello storico presentatore, promuovendo proprio Vanna Brosio, oltre ad Al Bano, Massimo Ranieri e Giuni Russo, solo per fare alcuni nomi.
Gli Anni Settanta videro la cantante piemontese condurre la trasmissione canora “Adesso musica”, praticamente la madre di “Discoring”: al suo fianco Nino Fuscagni e, per la prima volta, i ruoli del conduttore e della conduttrice furono paritari.
Con le canzoni “Una vita difficile” e “La montagna”, la Brosio dimostra di avere talento anche con canzoni “impegnate”, mentre con “L’aquilone” e “Indovina indovinello”, si rivolge al pubblico dei bambini.
Negli Anni Ottanta e la carriera di Vanna si arricchì con l’esperienza giornalistica: diventò presentatrice del “Processo del Lunedì” con Aldo Biscardi, di “Domenica gol” e collaborò per diversi anni con “TV Sorrisi e canzoni”, intervistando i campioni di allora: Platini, Socrates, Falcao, Maradona, Paolo Rossi, Antognoni e tanti altri, cercando di dare un’immagine “familiare” e umana di questi idoli del pallone.
Nel 1982 uscì il disco “Frutta fuori stagione”, in cui la Brosio appariva sulla copertina con una foto assomigliante in modo clamoroso a Lady Diana. In una trasmissione musicale, condotta da Jocelyn Hattab, quest’ultimo sottolineò a Vanna questa somiglianza e lei rispose: “Il look della copertina è lo stesso che avevo dieci anni fa quando conducevo “Adesso musica”, quindi non sono io che ho copiato da Diana, caso mai…”
La biografia di Vanna Brosio non finisce qui, perché c’è anche la carriera da attrice da ricordare: ha recitato in sei film, svariando dalla commedia al genere thriller, dal drammatico al musicale, con grande padronanza del ruolo.
La Brosio ci ha lasciati il 19 giugno del 2010, dopo una lunga malattia. Negli Anni Novanta era andata ad abitare a Piossasco, quasi a voler trovare, dopo una carriera vertiginosa, quella tranquillità che per tanti anni aveva dovuto sacrificare per il lavoro.
Vanna Brosio, la Venere torinese
Tra musica, cinema e giornalismo
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