Più volte si è parlato di Basilio Bona e dell’importanza che ha avuto per Caselle, senza mai esaurire la materia. E così questa volta proponiamo quanto scrivevano di lui all’inizio del secolo scorso con nuove notizie e curiosità.
Sul giornale “La stampa commerciale italiana” n° 29 del 14-27 luglio 1925, venne pubblicato un lungo articolo in cui si tracciava un biografia in memoria del commendatore Basilio Bona (Sordevolo 2 aprile 1848 – Domodossola 14 luglio 1915), in cui si elencavano anche in modo completo tutti i meriti e le onorificenze ottenute durante la sua vita, ovviamente scritto con l’enfasi dell’epoca e parole ormai obsolete.
Interessante la parte in cui si faceva notare come la sua scoperta della legge sulla “riduzione e peso dei tessuti”, fosse stata copiata da altri senza riconoscergliene i meriti.
Il commendatore Basilio Bona
“Il commendatore Basilio Bona era figlio del Biellese, essendo nativo di Sordevolo (aprile 1848), da famiglia modesta, giacché il padre suo era semplice capo operaio nel Lanificio Vercellone fratelli, pure in Sordevolo.
Egli frequentò, con molto zelo e profitto, prima le scuole elementari e poi le scuole della Società d’Incoraggiamento alle arti e ai Mestieri di Biella, ove apprese i rudimenti della matematica e del disegno ecc., distinguendosi presto sovra gli altri compagni e riportando alla fine di ogni anno i primi premi.
Orbato di padre a soli 16 anni (nel l864) con tre fratelli da assistere, dotato di ricca vena d’ingegno e di cuore, ottenne il posto di ripetitore nella Scuola tecnica pareggiata presso l’Istituto Levis di Biella, ove ebbe agio di approfondirsi nella materia di calcolo tanto che gli veniva assegnato, alle fine dei corsi, un premio, creato per l’occasione sotto il titolo di “premio di eccellenza”.
Delle poche ore che gli rimanevano libere Egli trasse profitto col dare lezioni private preparatorie ad esami di matematica elementare, dispegnando con lode le mansioni di aiutante contabile presso la Cassa Soci di Prestiti e Risparmi in Biella.
All’età di 19 anni (1867), venne ammesso nell’importante Lanificio Maurizio Sella, ove apprese la fabbricazione del panno lana nei diversi suoi rami, con sì rapido successo e con tanta sicura competenza da essere investito, dopo soli quattro anni, della direzione tecnica dello stesso Lanificio: direzione che dovette lasciare nel 1878 per cedere alle condizioni impreteribili volute dal proprio suocero Ambrosetti nel contratto matrimoniale, portante pure l’obbligo di associarsi al di lui zio Giuseppe Ambrosetti, che eserciva l’antichissima fabbrica Ambrosetti, a Sordevolo, trasformatasi così nella nuova ragione sociale di Ambrosetti e Bona.
A coronamento di tanta intelligente operosità nel 1873, il Basilio Bona, mentre attendeva alla direzione del Lanificio Sella, scoperse la legge sulla riduzione dei tessuti, problema importantissimo della tessitura, stato pubblicato dapprima nel giornale di Biella “L’eco dell’industria” 1874, successivamente nel 1876, in un opuscolo, per incoraggiamento avutone della Società Promotrice dell’Industria Nazionale di Torino, dietro esame fattone da una Commissione di fabbricanti (nominati dalla prelodata Società) della quale fu presidente relatore il compianto commendatore Giovanni Paolo Laclaire.
Questi, che aveva intuito nel Bona Basilio un degno successore per il suo rinomato Lanificio di Caselle, chiamava nel 1878, a Torino il Bona, e gli offriva la cessione del proprio stabilimento a condizioni vantaggiose, proposta che il Bona accolse con grato animo, aggregandosi indi ai suoi tre fratelli, di cui il primogenito ere distinto ufficiale macchinista nella R. Marina, il terzogenito copriva da quattro anni il posto lasciato libero dal fratello Basilio presso Maurizio Sella, e l’ultimo che, iniziato anch’esso dal fratello Basilio alla fabbricazione presso la Ditta Maurizio Sella, già era alla direzione del Lanificio Pastore di Salerno.
Col gennaio 1879, ebbe quindi vita la Ditta Fratelli Bona, sotto la direzione generale del fratello Basilio, che esercì in affitto per 10 anni lo stabilimento di Caselle, portandolo a sempre crescente prosperità, ed al concorso per le massime onorificenze, nelle diverse Esposizioni come attestano le medaglie d’oro conseguite a Milano 1881, a Torino 1884.
Nel 1882 il Bona fu chiamato a fare parte della Giuria della Esposizione Regionale di Biella per la Sezione dell’industria Laniera.
Nel marzo 1885, il Governo del Re lo insigniva della Croce di Cavaliere della Corona d’Italia, col plauso universale a cosi meritata onorificenza.
Estintosi col gennaio 1889 il contratto sociale della Ditta Fratelli Bona, il Lanificio di Caselle venne assunto dal solo Basilio Bona e fu dopo l’immane incendio nel successivo marzo che il Bona fece l’acquisto dello stabilimento, per ricostruirlo su basi nuove, moderne, affrontando e superando innumerevoli difficoltà di ogni natura, pur di assicurare col lavoro le principali risorse alla propria famiglia d’operai.
A lodevole scopo umanitario, il Bona istituiva altresì a proprie spese:
a) le pensioni annue egli operai divenuti inabili al lavoro, causa vecchiaia;
b) l’assicurazione collettiva degli operai contro gli infortuni sul lavoro nel 1890 (cioè molti anni prima che divenisse obbligazione di legge);
c) sovvenendo di consigli e di elargizioni diversi Sodalizi di operai che lo proclamarono socio onorario perpetuo.
La Società Generale degli operai di Caselle, compiuto l’anno di lutto per la morte del compianto Re Umberto, suo Presidente Onorario, nominava il Bona alla medesima carica.
Tante opere di bene salutare, illuminate sempre da sapere non disgiunto da modestia, additarono senza dubbio il Bona alle primarie cariche pubbliche e amministrative.
1°) Fin dal 1879 coprì la carica di Consigliere Comunale di Caselle, quella di amministratore delle Congregazione di Carità e del locale Asilo Infantile, di cui tenne per anni la presidenza.
2°) Per 10 anni fu Consigliere della Camera di Commercio ed arti di Torino.
3°)È stato membro del Consiglio d’amministrazione :
a) dell’Unione Industriale Italiana pel Commercio d’esportazione;
b) dell’Associazione dell’Industria Laniera Italiana;
c) del Sindacato Subalpino di Assicurazione mutua contro gli infortuni degli operai sul lavoro;
d) già membro del Consorzio tra i Comuni e gli Utenti industriali della Riva sinistra dello Stura.
4°) Revisore dei conti della Sede Centrale del Club Alpino Italiano;
5°) Revisore dei conti dell’Associazione fra gli utenti caldaie a vapore del Piemonte;
6°) Censore e poi Reggente presso La Banca d’Italia (Sede Torino), carica questa tenuta con competenza.
7°) Già membro del Comitato ordinatore dell’Esposizione Generale Italiana di Torino 1898.
8°) Ugualmente membro del Comitato Ordinatore dell’Esposizione Internazionale di Torino 1911.
9°) Ed ancora nel Congresso tenutosi a Parigi il 3/4 Settembre 1900 per l’uniforme numerazione dei filati, dove il Bona intervenne, oltreché industriale interessantesi a tale materia, quale rappresentante della Camera di Commercio ed arti di Torino, il Bona fu nominato membro dell’Ufficio del Congresso stesso, convertito poi dall’Assemblea generale in Comitato permanente, a fine di conseguire presso il Governo dei diversi Stati la realizzazione dei voti emanati in seno al congresso medesimo.
Nel marzo 1895 il Basilio Bona venne del Regio Governo segnalato alla pubblica ammirazione sulla nomina ad Ufficiale della Corona d’Italia.
Nel marzo 1905, elevato a Commendatore della Corona d’Ita1ia.
Col 1° gennaio 1907, in ultimo, a Cavaliere del Lavoro.
Il Lanificio di Caselle meritò in aggiunta alle succitate onorificenze pur quelle di:
Medaglia d’oro all’Esposizione di Palermo 1892;
Medaglia d’oro all’Esposizione di Milano 1894;
Diploma con Croce d’onore alla Mostra collettiva in Amsterdam nel l895, ed a Torino nel 1898 fu distinto con due medaglie d’oro, di cui una conseguita nel Concorso Ministeriale.
In ultimo nella recente Esposizione Mondiale di Parigi 1900, il Basilio Bona ebbe la cara soddisfazione di vedere premiati i prodotti del proprio Lanificio con Medaglia d’oro ed a Torino (1911) con Diploma di Gran Premio.
Poco tempo è decorso ancora che l’Italia era tributaria dall’estero per l’industria tessile laniera e che doveva importare in gran quantità i tessuti di cui abbisognava pel proprio commercio dell’interno.
Fortunatamente l’importazione dei tessuti è oggigiorno assai diminuita, mentre che la loro esportazione, assolutamente nulla tempo addietro, ha preso attualmente una assai grande importanza. Questo benaugurato cambiamento devesi ad una pleiade di industriali ardimentosi ed abili, fra i quali non esitiamo ad annoverare in prima linea la Casa Basilio Bona di Caselle (Piemonte).
Questa Casa è riuscita a possedere uno stabilimento grandioso e fornito di macchinario dei più moderni e perfezionati, tanto che, potendo rivaleggiare coi migliori all’estero, è classificato principalissimo fra i primi Lanifici d’Italia.
Il Commendatore Basilio Bona, è doveroso il dirlo, ha ben meritato dall’industria italiana, in virtù della sua spiccata intelligenza e della forte sua iniziativa. I suoi panni finissimi, adottati dall’Ufficialità dell’Esercito e della Marina, ed in uso per uniformi di qualunque Amministrazione civile e militare, danno prove splendida della conquista che la produzione del Lanificio Basilio Bona ha fatto sopra la concorrenza estera.
L’Unione Militare di Roma, sovratutto, che era per lo passato tributaria per la totalità delle proprie forniture in panni fini dalle primarie Case estere, ha ormai riconosciuto la propria convenienza a provvedersi di quelli della fabbrica Bona, e su di essi ha rivolta la preferenza d’importanti suoi ordini e per la massima parte del proprio consumo.
Ma le conquiste industriali della Casa Basilio Bona non si limitano già al campo di consumo in paese. Varcando monti e mari essa ha raggiunto un considerevole lavoro d’esportazione a mezzo di rappresentanze stabilite sulle principali piazze estere, come Parigi, Amburgo, Buenos Aires, ecc.
Tale esportazione acquista ogni giorno vieppiù d’importanza, a comprova che i prodotti dello stabilimento Bona possono rivaleggiare per bontà e prezzi con quelli forniti dalle più antiche e reputate Fabbriche straniere.
Lo stabilimento trae la sua origine al principio del secolo scorso dal compianto commendatore Giovanni Paolo Laclaire, e passò nel 1879, alla Ditta Fratelli Bona, fondata dall’attuale proprietario. Più tardi, nel 1889, divenne proprietà unica, assoluta, del commendatore Basilio Bona, il quale, dotato largamente delle necessarie nozioni tecniche, si votò con ardore alla grande famiglia di lavoratori ed alla propria industria, imprimendole uno slancio salutare in virtù d’utili innovazioni, di riforme razionali e ben intese, rispondenti tutte al progresso moderno.
Dopo il terribile incendio che nel marzo 1889 distrusse quasi tutta la fabbrica, il commendatore Bona, con ardito e fermo volere, rifabbricò lo stabilimento, dotandolo dei principali fattori destinati ad assicurare quasi sempre la vittoria dell’industria, quando questi partono dalla stessa mente direttiva ed armonizzano mirabilmente fra loro.
Di pari passo ai perfezionamenti tecnici, il commendatore Basilio Bona non ha trascurato le istituzioni umanitarie, morali.
La Ditta istituì, di fatto, a suo carico le pensioni mensili agli operai divenuti inabili al lavoro causa vecchiaia. Il riparto, fra i pensionati, delle multe disciplinari inflitte agli operai; l’assicurazione collettiva degli operai contro gli infortuni sul lavoro stipulata colla Cassa Nazionale di Assicurazione presso la Cassa di Risparmio di Torino sin dal l891 – e cioè molto tempo prima che una legge venisse a rendere tale assicurazione obbligatoria. La Cassa paga del proprio non solo il premio di tale assicurazione, ma pur anche un assegno annuo fisso a due sanitari che prestano così gratuitamente le loro cure agli operai colpiti da infortunio.
Merita ancora menzione il sistema di contabilità tecnico-amministrativa istituita dal commendatore Basilio Bona ed in uso presso la Casa. È adesso difatti uno dei principali fattori del suo buon andamento.
Reputiamo inoltre doveroso il citare i titoli che valsero al commendatore Basilio Bona ed alla sua Casa, la medaglia d’oro di prima classe, al Concorso Ministeriale di Agricoltura, Industria e Commercio alla Esposizione di Torino 1884. Tale medaglia venne conferita per i bellissimi tessuti e panni militari, trattati inappuntabilmente, per perfezionamenti tecnici rimarchevoli e sovratutto per parecchie pubblicazioni tecniche del fratello Basilio.
Questi titoli possono riassumersi come segue:
1°) Essere stato il primo ad introdurre nell’industria laniera italiana il sistema chilogrammetrico per numerare e titolare i filati, precorrendo in tal guisa le decisioni dei Congressi Internazionali per la numerazione uniforme dei filati (Vienna 1873, Bruxelles 1874, Torino 1875, Parigi 1878). Codesto sistema venne adottato dal Comm. Basilio Bona fin dal 1872 nel Lanificio Maurizio Sella di Biella, di cui egli era direttore tecnico; verso il 1875 nella casa Ambrosetti e Bona di Sordevolo, dove si trovava quale comproprietario, e più tardi nel 1879, nello stabilimento proprio ai Caselle.
2°) Avere studiato ed adottato, senza subire veruna scossa nel suo funzionamento e precisamente in un’epoca molto critica, i prezzi di retribuzione a cottimo, basandosi su regole esatte, razionali, in sostituzione di quelle praticate per lo addietro empiricamente.
3°) Avere nel 1873 scoperto la legge sulla riduzione e peso dei tessuti, uno dei problemi più importanti dell’industria tessile, mai stato risolto fino allora, malgrado gli studi fatti da numerosi valenti specialisti, quali Alcan, Cuno-Stommel, Karmarsch. Questa legge, che si fonda sulla similitudine dei tessuti, servì di base per la formazione di una tavola numerica e più tardi di una tavola grafica nelle riduzioni e peso dei tessuti, ideata parimenti dal Signor Bona e mercè cui si possono risolvere facilmente tutti i problemi che vi si riferiscono.
Queste tavole hanno meritata la sanzione dell’esperienza, essendo state adottate dai principali fabbricanti, come pure dalla Scuole professionali (sezione di tessitura) segnatamente da quelle di Biella, dove il professor Salietti compiacevasi diffondere tra i suoi allievi i principi di tale legge.
Notiamo ancora che il signor E. Staub, ingegnere e direttore di un importante stabilimento industriale di Germania, nel suo trattato intitolato “Spinnerei calculationem” comparso nel 1879, ossia cinque anni dopo la scoperta del Bona, stata pubblicata nei numeri 47 e 48 dell’ Eco dell’industria di Biella, 1874, ristampava pressoché letteralmente la stessa legge con dimostrazione analoga. Successivamente il signor Carlo Monchel e l’ingegnere Cerruti di Biella pubblicarono la medesima soluzione di detto programma nell’industrie tessile di Parigi, senza citarne la fonte.
4°) Avere formulato un metodo teorico-pratico per la formazione della gamma del bleu indaco, ottenuto col tino a fermentazione e per la determinazione del prezzo di costo di ogni gradazione di tinta. Trecentocinquanta copie di questo metodo e della tavola grafica furono offerte in dono dal commendatore Bona alla Scuola Professionale di Biella, a seguito della domanda fattane dall’ing. Personali, suo direttore.
Aggiungiamo altresì che il Lanificio di Caselle riportò la medaglia d’oro di prima classe nel concorso istituito dal Ministero d’Agricoltura, Industria e Commercio, con Decreto reale del 3 marzo 1898 a favore degli Espositori alla Mostra Generale di Torino 1898 che dimostrassero d’avere dopo il 1893, realizzato dei seri progressi nella perfezione dei prodotti, d’avere sviluppato e provvisto di nuovi meccanismi la loro fabbrica e di avere adottato altri perfezionamenti tecnici.
Crediamo di potere affermare che se, dopo lo sfacelo prodotto dall’incendio del 1889, il proprietario, signor Basilio Bona, non avesse raccolto tutta la sua energia e consacrato tutta la sua generosa iniziativa al grande amore per l’industria e per la classe operaia, ricostruendo e migliorando il proprio stabilimento, grave jattura ne sarebbe toccata agli abitanti di Caselle.
E propriamente, questa onesta e laboriosa popolazione attinge le sue maggiori risorse quotidiane nella fabbrica Bona e prova una legittima soddisfazione sapendo di cooperare al perfezionamento dell’industria Laniera italiana e di accrescere nuovo lustro alla gloria industriale della patria, mercè l’alto valore del suo capo, proclamato Padre degli operai!”
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