La delibera di giunta
Passaggio importante per un intervento dal forte valore simbolico ed affettivo per la comunità sanmauriziese. Nella recente seduta di giunta del 14 ottobre è stato infatti approvato il progetto esecutivo della messa in sicurezza e restauro conservativo della torre campanaria della chiesa parrocchiale di San Maurizio Martire. Edificio religioso, ma il cui campanile è di proprietà e competenza del Comune, e quindi di tutte le “teste quadre”, come sono scherzosamente chiamati i cittadini sanmauriziesi.
Il quadro economico approvato assieme al progetto esecutivo prevede uno stanziamento complessivo di 666.100 euro, coperti per una quota di 555.000 euro da un contributo regionale (previsto per gli investimenti di messa in sicurezza di edifici pubblici), e per la quota restante di 111.100 da fondi comunali.
Dagli elaborati del progetto esecutivo, redatti dal professionista incaricato arch. Mauro Bellora dello Studio Mag4 di Torino e ora approvati, abbiamo estratto e sintetizzato i principali passaggi.
Un po’ di storia
La costruzione del campanile della chiesa di San Maurizio Martire, che con i suoi 58 metri di altezza è uno dei più alti del Canavese, si deve al misuratore e architetto esecutore Lodovico Bò, nato a San Maurizio nel 1721. Per la prima parte della sua vita, la carriera dell’architetto fu legata al cantiere juvarriano della Palazzina di caccia di Stupinigi, almeno fino agli anni Sessanta del XVIII secolo, anni in cui venne incaricato di progettare la torre campanaria della sua città natale.
Posto davanti all’allora residenza della famiglia Bò, il campanile è situato a fianco della Chiesa parrocchiale a conclusione della via centrale dell’abitato di San Maurizio. Per consentire alla cella campanaria di emergere tra i tetti delle abitazioni circostanti, l’architetto progettò un basamento di notevoli dimensioni. Iniziato nel 1764, il cantiere del campanile subì una brusca interruzione negli anni 1768-1772 dovuta alla difficoltà di reperire i fondi necessari a portare a termine la costruzione. Le difficoltà economiche furono probabilmente anche alla base della decisione che portò alla mancata realizzazione della guglia e della intonacatura dei prospetti, caratteristiche presenti, invece, nei disegni realizzati dal nipote del progettista, il pittore Giovanni Battista Bò, fedeli al progetto originale dell’architetto, poi rivisto nel 1777.
Nei primi anni del secolo scorso la torre campanaria fu oggetto di un intervento di restauro come testimoniato dalla targa posizionata al di sopra della seconda cornice del prospetto Est (“1905 ristorato”).
Lo stato di fatto e il monitoraggio della struttura
A seguito di sondaggi preliminari è stata verificata la profondità della fondazione, realizzata in pietrame, pari a circa 2.10m dal piano strada.
Le pareti della torre presentano inizialmente spessore di 1,90 metri, mentre dall’altezza di 34,80 metri fino alla sommità presentano invece spessore di 1,50 metri. La struttura del campanile è realizzata in muratura portante in mattoni pieni, in laterizio e calce, e presenta dimensioni in pianta di 6,50 x 6.50 metri.
La Relazione Tecnica di progetto prosegue con l’esposizione dello stato di fatto.
Internamente la muratura si presenta in discrete condizioni di conservazione, ma in alcuni punti si rileva la disgregazione dei giunti di malta e fenomeni di erosione dei laterizi. Altro elemento di degrado è rappresentato dalla presenza di elevate quantità di guano dovute ai volatili che hanno accesso alla torre dalle aperture superiori. Le murature al disopra della cella campanaria presentano alcune fessurazioni probabilmente dovute alle vibrazioni indotte dal funzionamento delle campane.
Per quanto riguarda lo stato di fatto dell’esterno, il paramento murario si presenta compatto, ma con alcune zone degradate. In particolare, si osservano stilature dei giunti con materiali eterogenei e apposizione di materiale incoerente, come cemento.
Come monitoraggio strutturale per completare la fotografia dello stato di fatto, sono descritti i carotaggi previsti, sia delle murature, che del terreno.
I lavori previsti all’interno del campanile
All’interno del campanile si prevede una pulizia meccanica e a secco dei tavolati e delle superfici orizzontali e il ripristino della malta di stilatura dei laterizi, ove particolarmente lacunosa.
Per contrastare l’umidità di risalita verrà installato un apposito dispositivo elettronico passivo.
All’interno del campanile saranno posizionati ogni due rampe di scale dei corpi illuminanti.
Inoltre, sarà installato lungo tutte le pareti un sistema binario a uso orizzontale a parete di linea vita, che permetterà la risalita in sicurezza del campanile. Sul tratto finale, saranno sostituite le scale a pioli esistenti ed installata una linea vita verticale.
I principali interventi esterni
Si procederà con la verifica della tenuta del manto di copertura e delle falde a copertura della cella campanaria. Verranno ripristinate le scossaline metalliche ammalorate o mancanti, e conseguente posa della lattoneria in rame. Si prevede il consolidamento o eventuale sostituzione delle lose in pietra esistenti, poste a protezione degli aggetti.
Sulle facciate sarà effettuata una disinfestazione biologica, la rimozione di rappezzi incompatibili, la pulitura dei depositi superficiali e colorature. Sulle porzioni in fase di disgregazione o di distacco si prevede l’esecuzione di un riconsolidamento, con l’impiego di aspiratori a bassa potenza, aria compressa, spazzole morbide e soluzioni acquose ad azione solvente. Per l’ammorbidimento di strati di sporcizia più cementati si prevede l’impiego di impacchi di paste assorbenti.
Si andranno ad integrare le porzioni di intonaco ammalorato o distaccato, utilizzando malte con granulometria compatibile con quella esistente, andando a ripristinare il disegno originario del fregio.
Si prevedono inoltre interventi cuci-scuci puntuali su tutta la superficie del campanile, volti alla sostituzione dei laterizi erosi e scoppiati.
Infine, si prevede una protezione superficiale su tutta la facciata tramite un trattamento finale generalizzato ed omogeneo allo scopo di ridurre la penetrazione dell’acqua.
È previsto anche il restauro dell’orologio, comprendente pulitura, consolidamento dell’intonaco e ritocco pittorico dove necessario, e il rifacimento della croce metallica posta in sommità.
Tempistiche
Essendo ora stato approvato il progetto esecutivo, si può presumere che i prossimi mesi saranno impegnati nelle procedure d’appalto e che bisognerà attendere il 2025 per l’apertura del cantiere. Un cantiere che si aprirà a 260 anni dall’avvio della costruzione del manufatto originario, e a 120 anni esatti dal precedente importante intervento di restauro.