10La violenza in ambito sportivo rappresenta un problema complesso e diffuso che minaccia l’integrità fisica e psicologica degli atleti, nonché la reputazione delle organizzazioni sportive. La violenza sulle donne in particolare è molto diffusa anche nel mondo agonistico. Molti studi e ricerche basate sulla testimonianza e l’esperienza di donne che hanno subito violenza nello sport hanno messo in evidenza che molte atlete subiscono molteplici tipi di prepotenza: sessuale, fisica, psicologica, economica, spesso da parte di più maltrattanti o abusanti.
Gli allenatori o altre figure professionalmente rilevanti, oltre ad atleti o a membri del pubblico maschile, sono gli autori più comuni di questi illeciti. Un elemento che rattrista è che questi comportamenti siano considerati normali e che per questo vengano spesso giustificati. Quando le donne (le atlete) si lamentano, le organizzazioni o le federazioni a cui sono associate, si dicono, nella migliore delle ipotesi, impotenti e nella peggiore cercano di mettere tutto a tacere. In alcuni casi le donne vengono prese in giro, oppure vengono smentite o calunniate. Occorre pertanto che venga loro garantita maggior sicurezza. Tra le più frequenti conseguenze psicologiche nocive si riscontrano ansia, fobia , attacchi di panico, disperazione e sensazione di impotenza, disturbi del sonno e dell’alimentazione e depressione. Non sono rare la difficoltà a concentrarsi, la perdita della memoria e altri disturbi psicosomatici.
Come fare prevenzione? Uno strumento potente è l’apprendimento e la pratica delle arti marziali, come il judo, il karate, il jujitsu, e ultimamente la sempre più diffusa tecnica di autodifesa denominata Krav Maga che permette di difendersi sia dal punto di vista fisico che mentale. L’autodifesa consapevole e allenata è fondamentale per conferire legittimità all’azione di contrasto. Allenarsi e attrezzarsi con una tecnica specifica significa riacquistare il controllo della situazione in caso di difficoltà. “Significa non essere più alla mercé di qualcuno”. Tali tecniche consentono alla potenziale vittima di acquisire una maggiore fiducia nelle proprie capacità e di affrontare con più determinazione le situazioni rischiose. Inoltre la preparazione tecnica e mentale serve a promuovere nell’ambiente sportivo il rispetto per la persona, l’autocontrollo e l’empatia, contribuendo così a fortificare la cultura della non violenza . Si dovrebbe ricordare che “chiedere aiuto è un atto di coraggio”. impiegato dalla persona molestata per godere di uno spazio rassicurante e non giudicante e per poter comprendere che cosa le stia effettivamente accadendo. Per perseguire questo scopo ci si può affidare a un psicologo-psicoterapeuta col quale trovare insieme le strategie e le risorse per superare le proprie paure e per riacquistare la serenità perduta. Una decisione efficace in questa direzione è adottare l’ approccio consolidato EMDR associato ad alcune tecniche di nuova generazione come il DBR e la TBT. Se inizialmente si ha difficoltà ad avere un contatto diretto col professionista competente, si può telefonare al numero verde gratuito antiviolenza 1522 attivo 24 ore su 24, con la sua rete di operatrici del settore, o ai numeri nazionali 112 e 113. In alternativa, ci si può rivolgere al Centro Antiviolenza più vicino.
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