Quella che qui si racconta è una storia vera. Una vicenda che ha molto da insegnarci.
È nata in un ambito particolare come quello del carcere. Mette al centro il
dramma di uomini e donne che hanno sbagliato, che hanno commesso delitti e
ora scontano la pena in celle anguste e fatiscenti. Credo che tutti abbiamo letto e visto
in TV notizie tragiche generate dai molti suicidi che avvengono nelle carceri. Vicende
intollerabili in un paese civile. Questa storia ci dice che la redenzione è possibile.
Chiudere il reo e buttare le chiavi, come molti sostengono, segnala la resa dello Stato.
Questa è anche la storia di un amore, un grande amore. Un amore travolgente,
appassionato tra due persone che vivono uno per l’altro. Un amore fatto di vita vissuta
e intrecciata a valori sociali e attenzione verso i più sfortunati, soprattutto sfortunate.
Un amore grande vissuto in simbiosi tra Lucia e “il Biondo”, Gaetano Montanino, per tutti Mimmo.
Lucia è una ragazza bella e fortunata. Lei e la sua famiglia vivono a Somma
Vesuviana.
È davvero fortunata, ha una famiglia che l’ama e, soprattutto i nonni. Tante nonne e
nonno Mimì, il suo complice.
Lucia è un maschiaccio. Questo in una cittadina dove ci sono molti problemi. Le piace giocare a calcio. Nonno Mimì sa, ma non vorrebbe e sorveglia con attenzione. A Lucia piace andare in motorino e studiare.
Quando vuole stare da sola si rifugia nel suo angolo segreto presso un grande ulivo
che sta nel giardino di nonno Mimì e nonna Michela.
Poi, quando va a scuola di ragioneria, incontra lui: “il Biondo”. Rimane trafitta.
Dopo tutta una serie di vicende e occasioni mancate alla fine si fidanzano e, superata
una serie di difficoltà, si sposano.
È l’inizio di una vita felice allietata dalla nascita di una bella bimba, Veronica.
“Il Biondo”, Gaetano Montanino, ama la vita delle forze dell’ordine. Entra nella Finanza, destinazione Cuneo. Troppo lontano da Lucia. Non resiste, si dimette ed entra in una società di vigilanza privata. Intanto Lucia collabora con le suore di Pompei in un progetto di aiuto a donne con difficoltà.
Una sera, un collega di Gaetano gli chiede di cambiare turno. “Il Biondo” fa il favore.
Di notte Gaetano Montanino viene ucciso in uno scontro con una banda di giovani
balordi in piazza Mercato, a Napoli.
Un dramma che travolge la vita di Lucia e della sua famiglia.
Lucia non sa capacitarsi, nessuna spiegazione è possibile.
I ragazzi autori del delitto vengono catturati e processati. Tra essi c’è un ragazzo
minorenne di nome Angelo, nome di fantasia. Finisce a Nisida nel carcere minorile.
Al compimento dei 18 anni verrà trasferito nel carcere di Poggioreale dove ci sono
criminali incalliti. Angelo potrebbe perdersi definitivamente.
Lucia ne viene a conoscenza, è tormentata. Perché dovrebbe perdonare?
La contatta il direttore del carcere Gianluca Guida, un uomo buono e sinceramente
impegnato a far sì che i ragazzi si salvino. Discutono animatamente. Il direttore le parla della giustizia riparativa. Una novità e una possibilità.
Lucia entra anche in contatto con don Ciotti di Libera, con don Tonino Palmese, altro
sacerdote impegnato nell’aiutare chi sbaglia a redimersi. Conosce altre donne che, a
loro volta, hanno avuto congiunti vittime della violenza.
Inizia un percorso difficile e travagliato. Lucia è aiutata e supportata da queste valenti
persone.
Poi capita tutto all’improvviso. Un giorno, nel carcere di Nisida, Lucia si trova
di fronte ad Angelo. Sono in silenzio. Angelo non ha il coraggio di guardare Lucia in
volto. Improvvisamente, d’istinto, si gettano uno nelle braccia dell’altro. Il direttore
Guida capisce che Angelo è salvo. Lucia comprende che è stato tutto giusto. È un modo per tenere vivo e dare continuità al suo amore con “ il Biondo.”
Angelo è sinceramente pentito, vuole a tutti i costi voltare pagina. Ama una ragazza.
Ambedue formano una famiglia allietata da figli. Sono poveri, davvero. Angelo
accetta tutti i lavori per mantenere decorosamente la famiglia. Lucia diventa la nonna
dei figli di Angelo.
Lucia e le altre donne, con l’aiuto di Libera, sono tuttora impegnate nell’aiuto di chi
ha bisogno. Oggi Lucia è “ambasciatrice del perdono”.
Gaetano, per tutti Mimmo, dall’alto guarda, approva e si coccola Lucia.
Questa storia è raccontata nel libro: “Storia di un abbraccio”. Scritto a due mani da
Lucia Montanino con Cristina Zagaria per PIEMME.