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Comune di Caselle Torinese
martedì, Dicembre 3, 2024

    Una spremuta di… Aeroporto!


    E diciamolo!

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    Da sempre l’aeroporto è croce e delizia di Caselle e dei Casellesi.

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    Simbolo stesso della città, volano economico e occupazionale, emblema identificativo della cittadinanza stessa, al punto che quando ti chiedono dove abiti la risposta è “A Caselle, dove c’è l’aeroporto di Torino…”, certe volte omettendo persino “A Caselle…”

    Ma sappiamo anche che qualche problemuccio il “Sandro Pertini” lo procura, dalle tegole “volanti”, passando per l’inquinamento acustico e ambientale, sino al conclamato rischio di incidenti di volo…

    Eppure… eppure si convive più o meno pacificamente dal lontano 1938, quando si creò la prima infrastruttura militare di campo volo.

    Gioie e dolori dicevamo, ma così va la vita nella “bassa” di Caselle, da sempre, e ci si accontenta.

    Però… però ogni tanto si esagera e anche l’aeroporto, con annessi e connessi, ha il pieno diritto di lamentarsi; e visto che come entità inanimata non può proferir lamento, proviamo a dargli voce.

    I punti in questione sarebbero tre, ma il tempo, spesso tiranno, è anche ogni tanto galantuomo e appena pochi giorni dopo la stesura di questo pezzo mi ha costretto, felicemente, a correggerne una parte.

    Sì perché uno dei tre punti dolenti riguardava la rotonda viaria del G91.

    Così suonava la parte che ora risulta ora cassata.

    “Per il primo punto non voglio entrare nel merito tecnico delle responsabilità giuridiche di proprietà e doveri di manutenzione della rotonda, tra Città Metropolitana e Comune, ma il meraviglioso G91 Pan che fa bella mostra di sé su una delle più belle rotonde viarie che si conoscano, grida vendetta.

    Meraviglioso nella sua livrea blu di membro delle Frecce Tricolori nazionali, svetta all’ingresso del paese in un plastico decollo verso il cielo… ricoperto, a oggi almeno, da una spessa coltre di sporcizia che lo rende quasi simile ad un relitto post guerra. Dovrebbe essere il biglietto da visita della città e dell’aeroporto ed è ridotto a bruttura.

    Ripeto, le responsabilità di manutenzione possono anche essere della Città Metropolitana, ma il buon senso del decoro potrebbe anche consentire l’utilizzo estemporaneo di una pompa a getto di proprietà comunale per rendere presentabile il nostro povero jet. O No?”

    Così scrivevo il 16 ottobre in previsione del numero di Cose Nostre di Novembre e l’Amministrazione Comunale, il 18, deliberava la manutenzione straordinaria della rotatoria con annesso veicolo con accordo di sponsorizzazione di 10 anni!

    Fantastico, mai articolo di denuncia ottenne così immediato e positivo riscontro!

    Ottimo!

    Non mi resta quindi che provare con i restanti due punti, augurandomi risposte altrettanto rapide e funzionali.
    1. La strada di accesso all’aeroporto con annesso cavalcavia

    2. Il raccordo stradale nei pressi del sottopasso

    La viabilità aeroportuale, insomma.
    Qui la responsabilità è chiaramente della Città Metropolitana, ma un minimo di sollecitazioni da parte dell’Amministrazione non sarebbero certo inopportune. Ricordo che l’inserimento dei rilevatori di velocità (sicuramente necessari) sulla strada medesima è stato prontamente deliberato e attuato.

    Per chi arriva da Torino invece, sbucando dal raccordo autostradale, specialmente di sera, è come precipitare con terrore nella terra di nessuno. Improvvisamente sparisce (è praticamente invisibile) la segnaletica a terra, non esistono paracarri o indicatori a destra della carreggiata (l’erba del prato delimita il margine strada) se si escludono i dissuasori, all’imbocco dell’aeroporto, inseriti per evitare la sosta delle autovetture in contemplazione degli atterraggi.

    A sinistra, soprattutto nella curva tragicamente nota per gli innumerevoli incidenti, solo i tristi e grigi new-jersey ormai orfani di catarifrangenti.

    Risparmio i commenti sul manto stradale formato groviera e il simpatico faro (forse ad oggi per fortuna spento) che invece di illuminare un parcheggio dell’aeroporto abbaglia gli automobilisti che, accecati, dopo aver scansato miracolosamente il prato e i new-jersey, rischiano di precipitare dal cavalcavia.

    Per onor del vero dobbiamo ricordare che questa viabilità dovrebbe essere stravolta dal magnificente progetto di riqualificazione economica dell’aerea prospiciente l’aeroporto (aree ATA) che, con diverse immaginifiche proposte, dal 1995 (sic!) ci tiene col fiato sospeso…

    Trent’anni di attesa si possono ritenere sufficienti per tracciare due righe bianche per terra, piazzare due paracarri, quattro catarifrangenti e spegnere un faro diabolico mettendo così in sicurezza una strada di alta percorrenza?

    O è troppo pretenderlo?

    Al punto due, infine, quasi tralascerei per manifesta incuria il tratto stradale sotto il sottopasso del raccordo. Percorrendo la curva verso sinistra che ci immette nella corsia di decelerazione, dovremmo munirci di adeguato machete per diradare la foresta amazzonica che si protende sul sito stradale con le più stravaganti specie arboree della terra. Sbucare oltre quel sottopasso ha il sapore, per nulla gradevole, di fare un salto spazio-temporale da un’epoca civilizzata ad un’era pre umana. Ci aspettiamo a breve un cartello di avviso “Attraversamento coccodrilli!”.

    Clicco sul pulsante “Invia” di Libero Mail e spedisco al Magnifico Direttore di Cose Nostre… vuoi mai che nel mentre, in Piazza Europa si stiano già elaborando nuove delibere…

    L’aeroporto “Sandro Pertini” e i Casellesi tutti sentitamente ringraziano.

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