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domenica, Gennaio 19, 2025

    Doping: dalla dipendenza all’indipendenza

    La dipendenza è l’incapacità di resistere a uno stimolo psico-fisico percepito come piacevole o a una pressione sociale, manifestandosi come un cedimento della volontà e della capacità critica. La forma più pericolosa è la dipendenza da droghe, i cui effetti deleteri includono la perdita della dignità personale, la regressione a uno stato infantile, una condotta disumanizzante e il distacco dalla legalità, con una sofferenza che nasce dal contrasto tra il bisogno irrefrenabile e la sensazione di vuoto.

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    L’indipendenza, al contrario, è il raggiungimento di traguardi come l’autonomia decisionale e l’emancipazione dagli stimoli.

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    Nel contesto sportivo, è necessario interrogarsi sul significato del doping, sulle cause che lo determinano e sulle sue conseguenze. Come ci si può liberare dal doping e dalla dipendenza da sostanze? Il doping consiste nell’uso di sostanze medicinali, naturali o sintetiche, per migliorare le prestazioni psico-fisiche in ambito sportivo, una pratica illegale e pericolosa per la salute, solo apparentemente utile per migliorare le prestazioni. L’integrità fisica e psicologica, pilastri delle prestazioni atletiche, viene infatti compromessa dall’uso di queste sostanze, ed è per questo che la psicologia dello sport ha un ruolo cruciale nella prevenzione del doping e nel supporto a coloro che ne hanno fatto uso.

    Le ragioni che spingono al doping possono essere:
    a. psicofisiologiche: riduzione del dolore, recupero rapido dagli infortuni, aumento dell’energia e del controllo del peso;
    b. psicologiche ed emotive: paura di fallire, ricerca di sicurezza, perfezionismo, perseguimento del successo a ogni costo;
    c. sociali: emulazione di modelli di atleti eccezionali, pressioni dell’ambiente sportivo e familiari, aspettative di federazioni, staff e sponsor.

    Le conseguenze del doping sono ben documentate e rivelano come le sostanze alterino significativamente la personalità dell’atleta. Gli steroidi, a esempio, possono aumentare la fiducia in sé stessi e la motivazione, ma anche causare aggressività, irritabilità, sbalzi d’umore, insonnia, attacchi di panico e persino disturbi psicotici. Amfetamina e cocaina, utilizzate per aumentare la vigilanza, riducono temporaneamente il bisogno di sonno, ma causano anche aggressività, agitazione e irritabilità, portando spesso a un esaurimento fisico e mentale. La dipendenza fisica e psicologica da queste sostanze è frequente, poiché molti atleti credono erroneamente che i loro risultati dipendano dal doping piuttosto che dall’allenamento, arrivando a vivere per la competizione e a utilizzarla come unica via di fuga dalle ansie quotidiane.

    In sintesi, il contrasto al doping deve seguire due direzioni principali:
    – aumentare i controlli e applicare sanzioni disciplinari più severe ai trasgressori;
    – promuovere la prevenzione tramite controlli medici periodici e una cultura educativa medico-psicologica più avanzata, basata su interventi formativi che informino sugli svantaggi dell’uso di sostanze dopanti.

    Infine, è fondamentale far comprendere che chiedere aiuto è un atto di coraggio, non una debolezza.

    Dott.ssa Patrizia Multari
    Psicologa dello Sport

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