Timori infondati hanno portato i bambini a vivere in modo protetto tra le mura domestiche, oppure ad essere tanto impegnati in attività formative. I bambini sempre di più hanno il tempo extrascolastico riempito di corsi di ogni tipo. Se praticano attività sportiva, spesso sono risucchiati dalle tante ore settimanali di allenamento e gare nel week end per migliorarsi sempre di più. Si cresce indaffarati, ma forse anche un po’ stressati, e viene persa l’esperienza dei giochi in libertà all’aperto, senza particolari regole, ma tanta fantasia e divertimento. Ci sono anche le resistenze di molti genitori, che sono piuttosto restii a lasciare i figli liberi di giocare, che sia in un parco giochi o semplicemente nel prato sotto casa.
Eppure, sempre di più i pediatri raccomandano di trascorrere tempo all’aperto, e di dedicarsi al gioco libero. La medicina prova ad invitare le famiglie a vivere come un tempo, meno chiusi tra quattro mura, dove apparentemente si è più sicuri. Ci sono dei genitori ancora diffidenti su quanto questo possa fare bene allo sviluppo sia fisico che psicologico. Le resistenze dei genitori possono essere legate ad alcuni timori infondati. Il primo è che il gioco libero possa essere una perdita di tempo, che distoglie l’attenzione da attività quali lo studio o lo sport agonistico. Altri sono disgustati dall’idea che i figli si sporchino, infanghino le scarpe, macchino d’erba e terra i vestiti. Poi c’è chi è convinto che stare fuori sia dannoso: troppo sole, troppo freddo, troppo vento, troppa umidità… potrebbero essere la causa di malanni. Per non parlare poi del timore di germi o parassiti portatori di malattie. Infine, c’è il timore di incidenti: cadute o colpi mentre ci si arrampica, ci si rincorre, si salta, potrebbero causare ferite o fratture.
Per anni sono stati privilegiati giochi al chiuso, dove i bambini possano stare caldi, manipolare solo cose pulite, sedere su pavimenti e tappeti attentamente disinfettati. Per alcuni bambini stare al chiuso, a casa, vuol dire anche passare il tempo da soli. Con l’aumento dei figli unici non sempre è facile trovare un compagno di giochi. Così, si ammazza il tempo con attività passive, si sta a fissare schermi senza muoversi. Le possibilità di movimento sono legate principalmente alla pratica sportiva, dove bisogna sottostare a regole e disciplina, dare il meglio di sé per diventare degli agonisti. Il banale gioco all’aperto in uno stile di vita di questo tipo può risultare quasi una perdita di tempo. Anni fa ho avuto l’occasione di fare dei viaggi in Australia e Nuova Zelanda dove avevo notato che c’erano dei parchi giochi bellissimi con degli attrezzi per appendersi e dondolarsi che da noi non esistevano. Immaginavo che alcune attrazioni sarebbero state considerate pericolose dai genitori italiani. Solo negli ultimi tempi noto che anche da noi sta cambiando l’idea di parco giochi e di giochi all’aperto.
Proprio in paesi nordeuropei e alcuni statunitensi, si è deciso di prolungare la durata della ricreazione all’aperto, per permettere agli alunni delle scuole elementari di muoversi liberamente in natura. I paesi nordici hanno ormai consolidato la tendenza a trascorrere più tempo possibile fuori casa, nonostante abbiano una situazione climatica tendenzialmente più rigida della nostra. Tutto questo perché l’attività fisica implicata nel gioco libero all’aperto ha effetti positivi sullo sviluppo fisico e psicologico.
Il gioco all’aperto è terapeutico per i bambini con una diagnosi di disturbo dell’apprendimento. I bambini iperattivi o con deficit dell’attenzione che hanno la possibilità di scatenarsi con i compagni sono incentivati nel focalizzare l’attenzione sugli stimoli rilevanti e a ignorare quelli non importanti. I bambini disprassici, che hanno difficoltà nel coordinare i movimenti, possono migliorare le loro abilità motorie in modo divertente. I bambini disgrafici, che hanno difficoltà nello scrivere e nel disegnare, traggono beneficio dal gioco all’aperto perché correre, afferrare, arrampicarsi, facilitano lo sviluppo di attività raffinate come la scrittura e altri movimenti di precisione.
Le attività aerobiche sono utili per il cuore, i polmoni, la circolazione. L’attività fisica aumenta il flusso di sangue che arriva al cervello, che , come conseguenza, aumenta la vigilanza e l’attenzione. Anche l’apprendimento e la memoria vengono rafforzati, perché attraverso l’attività fisica il cervello potenzia il suo metabolismo e di conseguenza si formano nuove connessioni e reti neuronali. I problemi di vista possono inoltre essere notevolmente limitati evitando ore davanti a schermi.
Quindi le pause di gioco all’esterno sono importanti per divertirsi, provare emozioni felici, immaginare e mantenere sempre attivo il cervello. Gli insegnanti e i genitori, a volte eccessivamente preoccupati che i bambini possano farsi male, dovrebbero invece tenere conto di quanto questo sia rilevante per lo sviluppo infantile.
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Giocare all’aperto
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