Il legno è il materiale che si ricava dal tronco e dai rami degli alberi. A seconda dell’uso cui è destinato riceve il nome di legna se fornisce combustibile; legname da lavoro, da costruzione, da industrie se indirizzato verso tali impieghi.
In questo periodo dell’anno se ne fa un grande uso, come combustibile e per preparare addobbi natalizi.
I ricordi vanno all’infanzia, quando nelle nostre case entravano piccoli rami di abete. Allora non c’era la tradizione degli abeti finti, tradizione sicuramente più ecologica in considerazione del fatto che dopo le festività secondo il PEFC, il consorzio che certifica la gestione sostenibile delle foreste industriale, e la Coldiretti sono 3,8 milioni gli alberi veri addobbati per Natale in Italia, l’80% abeti rossi (picea abies). Di questi, venduti in vaso, con poca terra intorno alle radici, il 90% (3,42 milioni) non sopravvive alle feste a causa dello shock idrico del trapianto,
Le piante morte vengono smaltite come rifiuti organici e utilizzate per fare concimi e compost, solo gli alberi più grandi quelli da 25, 30 metri installati nelle piazze dei Comuni vengono utilizzati per farne arredi urbani o… matite. Tenendo conto che un albero di Natale pesa in media 10 kg, al termine delle feste vengono smaltite come rifiuti organici circa 34000 tonnellate di piante morte. No comment.
Come legna da ardere l’abete rosso non è adatto per essere bruciato perché troppo ricco di resina.
Ho un vecchio albero finto, è con me da decenni, sempre bello: è ormai parte della famiglia. Non lo cambierò mai e non userò mai un abete vero. Un abete vero entra nelle nostre case asciutte e calde, viene ricoperto di luci, surriscaldato, mai innaffiato! Una morte annunciata.
La legna la utilizziamo per addobbi, interni ed esterni, parti del presepe, composizioni floreali e centrotavola: rami, piccoli ceppi, parti di corteccia… Tutto può servire a creare atmosfera, quella romantica e un po’ vintage dei tempi passati, rispolverando qualche oggetto d’antan. La nostra casa può diventare con minima spesa un ambiente caldo e avvolgente come Natale dovrebbe essere.
Tanti anni fa il nostro vecchio presepe era su un piccolo davanzale: fiocchi di cotone e farina per fare la neve, un ramo di abete con piccoli globi, qualche ramo secco… Quella è sempre rimasta la mia immagine del Natale. La sera della vigilia qualche candela accesa per indicare la direzione a Gesù Bambino… Babbo Natale ancora non aveva trovato la strada più veloce per arrivare dalla sua Lapponia!
E che dire dei camini accesi, del crepitio e sfavillio dei ciocchi… la danza delle “monachelle” .
Tornando al riutilizzo del legno, vecchie cassette, al naturale o ripulite e passate di impregnante, possono diventare contenitori per i regali e le riviste o piani di appoggio; una vecchia damigiana spogliata dal suo involucro esterno, con un gioco di luci interno, illuminerà un angolo dimenticato. Potremo coinvolgere i nostri bimbi, loro a volte hanno il tocco che fa la differenza.
Purtroppo la nostra era è caratterizzata da “se non uso, butto”, così a volte buttiamo ciò di cui poi ci pentiamo: una vecchia caffettiera, un vecchio ferro da stiro, un arcolaio, una mensola… Peccato, in questi oggetti c’è l’anima di chi li ha usati; si possono riprodurre, ma non è la stessa cosa.
Il legno non muore mai – come tutte le cose che sanno darci emozioni -, ripulito, verniciato, rimodellato, può adattarsi ad ogni esigenza, regalarci angoli pieni di atmosfera, quelli che fanno veramente “casa”. Angoli su cui va l’occhio quando rientriamo, che mostriamo volentieri ai nostri ospiti, per non parlare degli stimoli alla nostra fantasia. E di non secondaria importanza, un mobile o un oggetto recuperato è risparmio assicurato!
Il piacere di poter dire “era la culla della mia mamma” “era il cassettone della mia nonna” “era lo sgabello di mio nonno”, per quanto mi riguarda, ha pochi eguali.