Precede la comparsa del diabete mellito e di diverse patologie cardiovascolari, dall’ipertensione all’infarto, ma spesso viene sottovalutato e associato a un problema correlato esclusivamente all’invecchiamento. Si tratta del più comune problema sessuale maschile, la disfunzione erettile (D.E. o deficit erettivo). Ne è affetto un terzo degli uomini e la probabilità che si presenti nel corso della vita aumenta con l’aumentare dell’età con conseguente impatto negativo sulla relazione di coppia, sulla qualità della vita e sul livello di autostima del soggetto che ne è affetto. In realtà però il deficit erettile è una spia che segnala la possibile presenza di una malattia in atto, non ancora identificata. Può essere infatti il primo sintomo di una patologia endocrina come il diabete mellito, di una patologia cardiovascolare come l’ipertensione arteriosa e l’aterosclerosi, di una patologia urologica come l’ipertrofia prostatica benigna o ancora di un disturbo psicologico come l’ansia o la depressione. È sbagliato quindi associarlo esclusivamente ad un problema correlato all’età: l’invecchiamento, è bene sottolinearlo, non causa la disfunzione erettile.
Chi è affetto da diabete mellito di tipo 2 ha un rischio ben tre volte maggiore di presentare un DE rispetto alla popolazione generale. Il DE inoltre esordisce circa 10-15 anni prima nei soggetti diabetici rispetto ai soggetti di pari età non diabetici e spesso rappresenta il primo sintomo che può portare alla diagnosi di diabete. Come riportato da uno studio condotto da diversi medici di famiglia che hanno sottoposto i loro assistiti al questionario IIEF-5, il 57% dei pazienti ipertesi, il 64% dei diabetici ed il 70% dei pazienti con diagnosi di IPB lamentavano un DE.
Anche l’obesità raddoppia il rischio di soffrire di DE: l’aumento dell’indice di massa corporea (BMI) e della circonferenza vita sono stati associati infatti ad una significativa riduzione del testosterone circolante.
La disfunzione erettile è un sintomo precoce di eventi cardiovascolari e può anche anticipare di diversi anni l’insorgenza di ictus e infarti. Inoltre il fumo di sigaretta e l’alcool possono addoppiare il rischio di DE, tema al quale si dovrebbero sensibilizzare maggiormente i giovani. Infine va ricordato che il DE è un possibile effetto collaterale di molti farmaci quali l’uso cronico dei cosiddetti “gastroprotettori”, cioè gli inibitori di pompa protonica come l’omeprazolo, pantoprazolo, esomeprazolo, lansoprazolo e rabeprazolo. Altri farmaci associati al deficit erettile sono alcuni antipertensivi (i beta-bloccanti, i diuretici e gli alfa-bloccanti), alcuni antidepressivi come i triciclici e gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e le benzodiazepine. Ovviamente chi assume questi farmaci non deve assolutamente sospenderli autonomamente, ma parlarne con il proprio medico curante che valuterà una eventuale sostituzione.
Per tutti questi motivi, la diagnosi spesso non richiede esami complessi, ma una visita dal proprio medico id fiducia. Un dato importante ed utile al medico per arrivare ad una corretta diagnosi, è la presenza delle erezioni al risveglio: se queste sono presenti, è più probabile che il DE sia di natura psicogena. Se queste invece vengono a mancare in modo graduale e progressivo, pur mantenendo la libido e la capacità di eiaculare, è più probabile che il deficit sia la conseguenza di un disturbo organico. In questi casi, oltre all’anamnesi e alla visita, il medico potrà richiedere degli esami ematici di approfondimento per una determinazione del profilo endocrino-metabolico.
Il trattamento del DE dipende dalla causa sottostante. In molti casi, è possibile migliorare o risolvere il problema attraverso una modifica dello stile di vita cioè con una sala alimentazione, una attività fisica aerobica regolare, evitando fumo, alcool, sostanze stupefacenti e abuso di farmaci senza una prescrizione medica. È possibile inoltre l’utilizzo di farmaci inibitori della fosfodiesterasi-5 (ad esempio Viagra e Cialis) ed in alcuni casi la terapia ormonale (se vi è un deficit di testosterone) o chirurgica (nelle malformazioni congenite o nelle lesioni traumatiche).
A oggi manca ancora la percezione che il deficit erettile possa essere il campanello di allarme di una patologia sistemica; prevale il timore del giudizio altrui (la paura di essere definito “impotente”) ed il tabù anche nel parlarne con il partner e con il proprio medico. Il confronto invece, sia con il partner, che con il proprio di famiglia, permette di identificare eventuali patologie, anticiparne la diagnosi e migliorare quindi la qualità di vita del paziente e della coppia.
Il deficit erettile è un sintomo che ci avverte della necessità di modificare lo stile di vita in quanto si accompagna molto spesso alla presenza di patologie croniche e per alcune di queste può essere addirittura il sintomo sentinella, non va pertanto sottovalutato.
Un campanello d’allarme sconosciuto
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