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Comune di Caselle Torinese
lunedì, Febbraio 17, 2025

    Far germogliare i sogni e fiorire le speranze

    I ragazzi dell'oratorio

    Quali sono i luoghi che possono ancora essere punto di riferimento e scuola di vita per bambini e ragazzi?
    In un mondo in cui lo stile delle famiglie e i legami sociali si sono profondamente modificati e lo spazio virtuale sembra aver preso il sopravvento sull’ambiente relazionale educativo, abbiamo sempre più necessità di luoghi aperti a tutti, in cui accoglienza e formazione diventino la priorità. E allora ridiamo voce e valore al nostro oratorio, andiamo a conoscere chi, con entusiasmo e umiltà, collabora alla crescita dei nostri ragazzi. Ringraziamo Matteo, Giacomo, Desirè, Antonio, Giulia e il diacono Guglielmo per aver voluto essere testimoni della loro esperienza.
    “Sono Guglielmo, ho 37 anni, sono diacono e seminarista in servizio da tre anni con Don Alessandro, ho prestato servizio presso la parrocchia di Borgaro e, dal settembre 2024, sono responsabile dell’oratorio di Caselle. Partendo dall’ottimo lavoro svolto in questi anni da chi mi ha preceduto, l’idea di oratorio che perseguo, già in atto a Borgaro, è quella di creare un luogo in cui i ragazzi si sentano “a casa”, dove possano sentirsi capiti e riconosciuti, avvicinare i bambini ed i ragazzi con proposte varie dove momenti di svago e divertimento si alternino a momenti di riflessione e preghiera. Quest’anno le iscrizioni hanno sfiorato il centinaio di adesioni. Di fatto al sabato pomeriggio, le presenze tra Primaria e Secondaria si aggira sui 30/40 bambini e ragazzi, che vengono seguiti da un gruppo di 10/15 animatori. Abbiamo attivato una serie di laboratori, come: manualità, ballo, cucina, calcio e pallavolo, ritenendoli spazi privilegiati dove ogni ragazzo può essere protagonista e sperimentare la bellezza e la fatica della collaborazione con gli altri. La difficoltà maggiore è sicuramente la costanza dell’impegno in oratorio, i ragazzi sono assorbiti da una moltitudine di stimoli esterni, per cui non è facile diventare una scelta duratura ma questa criticità rappresenta una sfida per il futuro. Si è creato un bel gruppo coeso di animatori che sta operando anche all’esterno, raccordandosi con la Pro Loco e altre associazioni del territorio con varie iniziative, questo nuovo sbocco è un’ulteriore opportunità da perseguire. Costruire fraternità è l’obiettivo che sta alla base di tutto, facciamo nostre le parole di suor Katia Roncalli: “Far germogliare sogni, fiorire speranze, stimolare fiducia, imparare l’uno dall’altro e creare un immaginario positivo che illumini le menti e ridoni forza alle mani”.
    Matteo, studente d’Ingegneria bio-medica e Giacomo, al terzo anno di lettere classiche, col sogno di diventare professore di latino e greco, vent’anni entrambi, sono amici da sempre e fanno parte del gruppo animatori:
    “La scelta di far parte dell’oratorio ha radici lontane, nasce al tempo del catechismo, poi si fortifica con i campi estivi a Pialpetta, di cui conserviamo ricordi indelebili, fino alla partecipazione all’Estate ragazzi, la prima vera palestra in cui cimentarsi nelle vesti di animatore. Far parte dell’oratorio vuol dire “essere” comunità, lavorare per favorire l’interazione e la reciprocità; in poche parole “avere cura” degli altri ma anche coltivare l’entusiasmo: si viene in oratorio perché è un luogo in cui si sta bene, c’è ascolto e dialogo. Noi ci occupiamo della formazione dei ragazzi di prima e seconda superiore, cerchiamo di proporre loro momenti d’incontro e di riflessione partendo da situazioni-stimolo diverse: momenti di gioco e svago, serate a tema magari partendo dalla visione di un film. Ci rendiamo conto che il primo obiettivo è quello di creare un “noi”, in cui cresca la fiducia e lo scambio; non è facile ma continueremo a lavorarci con entusiasmo. Tra le proposte future ci piacerebbe creare una vera e propria rete tra gli oratori della zona per mettere in comune le esperienze ed allargare gli orizzonti. In questo ultimo anno è nata anche una piacevole collaborazione con la Pro Loco e altre associazioni con cui abbiamo organizzato momenti ludici per avvicinare i giovani come la “Silent Disco” e la “Tendata” presso il C’Entro.”
    Desirè, quasi 18 anni, frequenta il terzo anno della scuola di moda, è una creativa a cui piace stare insieme agli altri, mettersi in ascolto ed aiutare con generosità ed entusiasmo; Antonio, quasi 16 anni è al secondo anno del liceo scientifico, da due è tra gli animatori più giovani:
    “Sono animatrice da 4 anni e posso dire che in oratorio mi sento a casa, è un luogo in cui sto bene con me stessa e con gli altri: qui sono diventata una persona migliore, ho imparato ad aprire maggiormente la mia mente e ad andare oltre le apparenze. Sono strafelice di essere per i bambini “zia Desy” e di farli divertire al sabato con i miei laboratori di cucina. Sono importanti i legami che si creano perché questo ci aiuta a far sentire i bambini parte di un gruppo. Quando li incontro porto con me le mie emozioni, a volte felicità, talvolta tristezza ma i bambini percepiscono i miei stati d’animo e mi aiutano a superare tutto. Non so come sarà il mio futuro, spero di avere un lavoro stabile, una casa, tanti bambini e sogni da realizzare, ma so di certo che per me l’oratorio è vita e lo sarà per sempre.” Antonio ribadisce: “Penso che l’oratorio sia un posto speciale dove si può essere d’aiuto ai più piccoli e anche creare nuove amicizie, superando insieme timidezze e paure, quello che ho ricevuto vorrei restituirlo come animatore nel mio percorso futuro.”
    Giulia, 21 anni, al terzo anno di scienze della formazione primaria, per ora tirocinante presso una classe quinta e baby sitter, si augura in futuro di diventare insegnante:
    “La mia esperienza in oratorio ha radici profonde: è iniziata da bambina ed è cresciuta nel tempo, fin quando verso i 13-14 anni, sono diventata animatrice ed è in questo luogo, per me essenziale, che ho scoperto la mia vocazione di insegnante. Essere animatori vuol dire condividere il proprio tempo con gli altri, “vivendo attraverso di loro” senza aspettarsi nulla in cambio, nonostante le difficoltà. Uno dei ricordi che porto nel cuore è stato il campo estivo del 2019, a Pialpetta, proprio lì ho festeggiato i miei 15 anni e ho scoperto il valore immenso della condivisione: non solo pranzi e cene, passeggiate impegnative ma anche riflessioni e istanti di semplicità che hanno creato legami profondi. Ci sono tornata quest’estate come animatrice di un gruppo delle superiori ed ho ritrovato lo stesso spirito di gruppo che rendono unico l’oratorio e mi hanno ricordato perché, nonostante i mille impegni quotidiani, c’è sempre voglia di continuare a farne parte. Questo è il mio augurio per il futuro dell’oratorio e per i giovani animatori: non lasciarsi travolgere da un mondo che corre troppo in fretta, continuare a coltivare amicizie sincere e vivere autentici momenti di condivisione, che anche a distanza di anni restano unici ed indimenticabili.
    ”Solo per oggi sarò felice, nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell’altro mondo ma anche in questo”, così scriveva il giovane Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII, ed è questo l’augurio più vero che dedichiamo a tutti i ragazzi dell’oratorio.

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