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lunedì, Febbraio 17, 2025

    La festa di Sant’Antonio 2025

    Le generazioni cambiano, ma non le tradizioni. Anche quest’anno domenica 12 gennaio si è celebrata la festa di Sant’Antonio e quella del Ringraziamento. Sicuramente per gli agricoltori la ricorrenza di Sant’Antonio è un momento di forte aggregazione, basti vedere come s’è sviluppato il carosello di oltre 70 trattori, perfettamente lucidati a nuovo, che ha sfilato per via Carlo Cravero, dopo la messa.
    I tempi sono cambiati da quando oltre mezzo secolo fa erano i cavalli a essere presentati per la benedizione. Adesso, ad accompagnare i “mostri trattori”, c’era solo qualche animale da compagnia. Negli ultimi anni la festa di Sant’Antonio è stata abbinata alla Giornata del Ringraziamento nell’ambito della stessa funzione religiosa, dove i giovani agricoltori hanno offerto cesti di prodotti agricoli, portati all’altare in segno di ringraziamento per la generosità della terra. Fra gli agricoltori uno di noi ha letto la preghiera del contadino. L’abbinamento delle due funzioni ha reso ancora più solenne l’intera cerimonia. Mi piace qui ricordare, vista anche la mia non più giovane età, quando a organizzare la festa erano due priori che dedicavano la giornata a un padrino. I festeggiamenti proseguivano per tre giorni: alla domenica il pranzo per i contadini, al lunedì altro pranzo dedicato ai titolari delle aziende, mentre il martedì sera c’era la cena con serata danzante. Immancabile l’asta del “ fuet”, del frustino, e del, “ rodon”, il campanaccio, esaltati da un banditore in tutti i tre giorni di festa.
    I tempi ora sono cambiati profondamente, a organizzare l’evento non sono più i priori, ma un gruppo di giovani ragazze e ragazz; è stata sostituita l’asta con una ricca lotteria che si è tenuta al termine del lauto pranzo presso la sede dei nostri Alpini, ai quali va il ringraziamento di tutti noi agricoltori, che domenica abbiamo ricordato i tempi degli stessi pranzi tenuti alla Caccia Reale o ai Tre Scalini, locale allora meglio conosciuto come Ca’ Neuve, e il gran ballo del martedì al “Sole”. Che bei tempi quelli lì…

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    Giovanni Verderone

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    Mauro Giordano
    Mauro Giordano
    Sono nato a Torino il 23 settembre 1947, dove ho studiato e lavorato in tre aziende del settore servizi fino a tutto il 2005, quando, raggiunta l’età pensionabile ho potuto lasciare tutti i miei incarichi. Risiedo a Caselle dal 1970, anno in cui mi sposai trasferendomi da Torino nella nostra città. Fin dal 1970 ebbi l’onore di conoscere ed apprezzare il fondatore del mensile Cose Nostre, il dottor Silvio Passera, il quale fin dal primo numero mi propose di scrivere notizie relative alla Croce Verde, ente di cui facevo parte come milite a Torino e poi come milite della Sezione di Borgaro, poi divenuta Sezione di Borgaro-Caselle essendo stato il fondatore del sodalizio nel 1975. Una più corposa collaborazione con il giornale è avvenuta negli ultimi tempi e sotto la direzione di Elis Calegari, anche per effetto del maggiore tempo disponibile. Attualmente collaboro - con piacere e simpatia -anche alla stesura di notizie generali, ma sempre con matrice sociale. I miei hobby sono sempre stati permeati da una grande curiosità di tutto ciò che mi circonda: persone, fatti, lavoro, natura, buon umore e solidarietà. Ho avuto modo di conoscere tutta l’Italia, ed è questo il motivo che ora desidero dedicare tempo a “Cose Nostre”.

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