Good morning Cose Nostre!
In ogni triste agglomerato umano, in ogni compagnia, in ogni condominio c’è un maniaco psicopatico molto pericoloso da evitare, più micidiale di un serial killer: l’organizzatore di rimpatriate. Rimane per mesi nascosto nel nulla, poi appare all’improvviso con la sua proposta di rivedere tutti, causando una enorme rottura di maroni a coloro che pensavano fosse scomparso in Vietnam e trascorrevano quindi la loro vita tranquilli, senza dover vedere qualcuno per forza.
Caro il mio socievole ad oltranza, forse non hai capito una cosa: se non ci vediamo da quarant’anni, ci sarà un motivo. Se le persone non si sentono più, vuol dire che non gli interessa. Ma tu, stoicamente continui a voler radunare gente che in alcuni casi o è scappata oltreoceano, o si è data alla macchia.
Quando eravamo più furbi, organizzare una cosa del genere era difficile: dovevi prendere il telefono e l’elenco telefonico della SIP, cercare tutti, contattarli e trovare un giorno per la cena compatibile con gli impegni. Potevano passare dei mesi, prima di riuscire a trovare la quadra.
Inoltre, c’era un vantaggio: potevi non farti trovare, perché il telefono era uno solo, meravigliosamente fisso, attaccato al muro e senza segreteria. Oggi è impossibile scappare, ti troverà sempre.
E così, grazie ai maledetti social, il nostro maniaco ha creato centinaia di gruppi appositi: dagli ex compagni delle scuole medie agli ex commilitoni, dagli ex amici di bevute in birreria ai coscritti, dagli ex colleghi che di solito si odiavano agli ex delle partite di calcetto, almeno quelli sopravvissuti.
Dato che tutti sono incapaci di telefonarsi ma comunicano come bertucce con la tastiera, ho dovuto da tempo adeguarmi con quella idiozia nota come What’s App, che a breve disinstallerò perché non la sopporto più: se qualcuno mi cerca, dovrà ricordarsi di come si faccia a telefonare.
Così, un giorno dello scorso mese mi è arrivato il tremendo messaggio della serie “Sei stato aggiunto al gruppo del Nono Scaglione del 1979, Battaglione Alpini Susa, Pinerolo”. Eccolo qui.
Questo comportava una cosa sola: una rimpatriata tra commilitoni. Infatti, è seguito il messaggio con data e località. Sebbene la maggior parte di quei compagni di caserma mi fosse indifferente, sono andato più che altro per rispetto. Il locale si trovava nei pressi del lago di Como, perché la maggior parte degli ex commilitoni abita da quelle parti. Per me è stato uno shock: il classico enorme ristorante adatto a cresime, matrimoni e divorzi, con diverse sale e il classico odore di cucina che aleggia da secoli.
Mi sono rassegnato a stare a tavola almeno quattro ore: prima dei saluti e del riconoscimento di tutti, cosa non facile perché qualcuno è stato distrutto dagli anni, dalle vicissitudini e dalla mancanza di cura della persona, abbiamo iniziato il pranzo alle 13.30. Orario per me terrificante. Un matrimonio.
Devo dire che mi sono preso delle soddisfazioni. Per esempio, quello che durante la naja si vantava continuamente di cambiare ragazza ogni settimana ad ogni licenza, adesso è diventato un botolo grasso e pelato, con i cespugli nelle orecchie e l’immancabile marsupio a tracolla. Per finire, aveva un odore di cane bagnato, con la camicia che ha visto l’ultimo lavaggio quando si è congedato. Un vero sexy symbol, ovviamente single: non c’è più la coda di ragazze ad aspettare il proprio turno.
Quello che era riuscito ad imboscarsi in fureria a battere a macchina grazie agli studi “alti”, invece di dormire nelle buche nella neve come facevamo noi durante i campi invernali in Norvegia, adesso consegna le pizze con la bici e andrà in pensione a centotrenta anni. Nonostante gli studi “alti”.
Oppure quello che già a quei tempi voleva far venire in Italia una ragazza russa perché tanto “avevano fame” e pensava di avere una schiavetta che facesse di tutto, dal sesso alla cucina, mentre lui poteva fare tutti i propri comodi. Ha avuto effettivamente la sua russa: una bella badante che gli sta portando via tutto a sua insaputa, ed è sul lastrico. Inoltre, lo sta lentamente avvelenando: essendo diabetico, lei cucina aggiungendo ferocemente zucchero a palate. Non credo che lo rivedrò ancora.
Infine, grande notizia per me: quella specie di sergente mafioso che in Norvegia metteva acqua nelle bottiglie di grappa per venderle a caro prezzo ai norvegesi, è finito da tempo in galera. Era ora.
Dopo mezz’ora volevo già scappare e ritornare sulle mie montagne, anche perché di cosa parli con delle persone che non vedi da una vita? Lavoro, famiglia, viaggi: tutto inutile, perché tanto non credo che ci sarà un altro ritrovo del genere. Gli anni ci sono. Anzi, qualcuno è già mancato per indigestione.
Comunque cancellerò il gruppo e mi renderò irreperibile. Appena arrivato a casa, creerò anche io un gruppo: si chiamerà “Serpenti”. Ovvero, tutte quelle persone che non si ricordano nemmeno di farti gli auguri per il compleanno (unica data molto importante per me), ma che poi si materializzano all’improvviso se hai vinto al Superenalotto.
Bear