Mi trovo a scrivere nel mio angolo preferito, dove le luci natalizie, scintillanti e calde, diffondono una luce soffusa che avvolge l’ambiente. Fuori, la temperatura è sotto zero, ma dentro c’è un’atmosfera accogliente e familiare, come un rifugio sicuro dal freddo esterno. La luce delle decorazioni natalizie crea ombre morbide sui muri, quasi come se ogni stella e ogni lampadina avesse un racconto da sussurrare. Mentre la scrittura prende forma, decido di dare il via al mio racconto mettendo play su una delle mie tante playlist. Il primo brano che scivola nell’aria è After Hours di The Weekend, un pezzo che si addice perfettamente a questo momento di riflessione. Le sue sonorità eteree e la sua voce avvolgente danno inizio al viaggio che mi accingo a raccontarvi. Un viaggio fatto di note, emozioni e, naturalmente, di concerti.
Il mese che mi appresto a descrivere è stato ricco di emozioni vissute in prima persona, in un palcoscenico unico: quello dei concerti. Nel corso di questo ultimo mese, ho avuto l’opportunità di fotografare alcuni degli artisti più amati del panorama musicale italiano. Ho assistito a concerti che sono diventati esperienze indimenticabili. Mario Biondi, con la sua voce profonda e il suo stile elegante; Malika Ayane, che ha regalato al pubblico momenti di grande intensità emotiva; Alessandra Amoroso, che ha incantato con la sua energia e la sua presenza scenica; e Antonello Venditti, con la sua straordinaria capacità di legarsi al pubblico attraverso le sue canzoni che sono ormai diventate parte della nostra storia musicale.
Tuttavia, se dovessi scegliere tre concerti che mi hanno particolarmente colpito e che mi hanno dato qualcosa di più, non posso fare a meno di citare Olly, Gianna Nannini e Vinicio Capossela. Ogni artista ha lasciato un segno profondo, e la musica, quella vera, continua a suonare in me come un ricordo che non svanisce.
Iniziamo con Olly. Quando ho ricevuto l’invito a fotografare il suo concerto, non lo conoscevo molto, ho dovuto studiare lui e la sua musica. Un artista emergente, giovane, eppure in grado di trasmettere una sensazione di grande maturità e professionalità. Il suo concerto al Teatro Concordia di Venaria è stato una rivelazione. Una rivelazione che è iniziata dal momento in cui Olly è salito sul palco. Non era solo la sua voce, che ti colpiva subito, ma il suo carisma. Quel tipo di presenza che non si impara, che non si compra, ma che nasce con te. La sua energia e il suo modo di coinvolgere il pubblico sono stati incredibili. Ogni canzone sembrava raccontare una storia diversa, un’emozione nuova che il pubblico accoglieva con entusiasmo, vibrazione e passione. È stato uno spettacolo straordinario, in cui il giovane artista ha fatto sentire ogni singola persona nel teatro come parte di qualcosa di unico e speciale.
Una delle cose che mi ha colpito maggiormente, oltre alla performance impeccabile, è stato vedere quanto il pubblico fosse entusiasta di vedere Olly dal vivo. Ogni parola, ogni nota che usciva dalla sua bocca veniva accolta da urla di gioia e applausi. Ho visto tanti fan, giovani e meno giovani, che cantavano con lui, che si lasciavano trasportare dalla sua musica, come se il tempo non esistesse più. È stato emozionante vivere questa connessione così autentica tra l’artista e il suo pubblico. Io, da fotografo, cercavo di catturare questi momenti di pura magia, tentando di fermare in uno scatto l’energia che aleggiava nell’aria.
Il giorno dopo la pubblicazione delle foto, ricevo una chiamata dagli organizzatori del concerto. Mi chiedono di inviare una delle foto che avevo scattato durante la serata, con l’intenzione di stamparla e regalarla direttamente all’artista. Non riuscivo a crederci. Una delle mie fotografie sarebbe diventata un dono per Olly. Ovviamente, ho acconsentito con piacere e, per non farmi scappare l’occasione, ho fatto fare una copia in più e l’ho fatta autografare per mia figlia, grande fan dell’artista. La gioia nei suoi occhi quando le ho dato il regalo non ha prezzo. Questi sono quei momenti che mi ricordano perché la musica e la fotografia siano tanto speciali. Ma questo episodio mi ha anche insegnato una lezione importante: l’umiltà e la generosità di un artista si vedono anche in questi piccoli gesti. Olly non è solo un grande artista, ma una persona che sa apprezzare e valorizzare il lavoro degli altri.
Il secondo concerto che mi ha colpito profondamente è stato quello di Gianna Nannini, la regina del rock italiano. Gianna è una delle artiste che ha segnato in modo indelebile la storia della musica italiana, eppure il concerto che ho visto ha avuto qualcosa di speciale, qualcosa che solo i grandi artisti riescono a trasmettere.
Gianna Nannini, con i suoi settanta anni e una carriera che parla da sola, è riuscita a sorprendere tutti. Un concerto che inizialmente sembrava partire con un’atmosfera più intima, con il pubblico seduto, quasi in attesa di vedere se l’artista avrebbe ancora saputo tenere testa alla grande energia che l’ha sempre contraddistinta. Ma in pochi minuti, tutto è cambiato. Quando ha preso il microfono e ha iniziato a cantare, l’energia che emanava è diventata travolgente. Il pubblico, da seduto, si è alzato in piedi, non riuscendo più a restare fermo. Gianna Nannini ha messo in scena uno spettacolo che ha annullato ogni barriera tra l’artista e il pubblico. La sua voce potente, che non ha mai perso in intensità, ha dominato il palco con un’imponenza che faceva impazzire i fan. La sua grinta e il suo spirito rock sono diventati la colonna sonora di una serata che nessuno dimenticherà mai.
È stato incredibile vedere come, nonostante l’età che avanza, la Nannini abbia ancora la forza di conquistare e di emozionare. Non solo con la sua voce, ma anche con la sua passione, che è rimasta intatta nel tempo. La Nannini non ha mai smesso di essere lei stessa, una donna che vive la musica con l’intensità di chi ha sempre dato tutto sul palco. Davanti alla Nannini, miei cari, non possiamo far altro che inchinarci davanti ad essa. Davvero un tesoro prezioso per la nostra musica.
Il terzo concerto che voglio raccontarvi è stato quello di Vinicio Capossela, ma non si trattava solo di un concerto. Era qualcosa di più, un’esperienza che non si può raccontare, ma che si deve vivere. Il suo “Conciati per le Feste Tour” ha trasformato un semplice spettacolo in un racconto magico, un viaggio che ti ha condotto in un altro mondo, dove la realtà e l’immaginazione si confondono.
Ogni canzone di Capossela, con la sua voce calda e il suo talento straordinario, è riuscita a creare un’atmosfera unica, fatta di emozioni pure e profonde. Ma quello che più mi ha colpito è stato il modo in cui Capossela ha costruito il suo show: non era solo un concerto, era una performance teatrale, un racconto che prendeva vita sul palco. Il pubblico, avvolto dalla sua narrazione, sembrava essere in trance, come se ognuno di noi fosse parte di un sogno che non voleva finire. Ogni brano di Capossela sembrava avere un significato profondo, un messaggio che riusciva a toccare il cuore di chi ascoltava.
Il “Conciati per le Feste Tour” non era solo un’ode alla musica, ma una riflessione sulla vita, sull’amore, sulla solitudine, sulla bellezza delle cose semplici. Capossela non solo ha cantato, ma ha raccontato storie. Ogni canzone era una finestra aperta su un mondo che solo lui sa descrivere con la sua poesia e la sua originalità.
La musica, come sempre, è la protagonista di questo mio viaggio. Un viaggio che non finisce mai, che continua a scorrere, a sorprendere, a emozionare. Ogni concerto, ogni nota, ogni parola cantata è un capitolo di una storia che continua a scrivere la nostra vita.
E con l’ultimo brano che suona nella mia playlist, “Il paese dei balocchi” di Vinicio Capossela, vi saluto, lasciandovi con una citazione che credo racchiuda l’essenza di tutto questo viaggio musicale:
“E noi andiamo, andiamo, andiamo, come il vento, dove il sole ci porta, dove il cuore ci porta.”
Grazie per avermi accompagnato in questa lettura, amici. Spero che le emozioni che ho vissuto durante questi concerti possano in qualche modo arrivarvi, come la musica arriva a ciascuno di noi, dove nessuna parola può mai descrivere del tutto ciò che proviamo quando una canzone ci entra dentro.
Con affetto,
William Bruto
Le emozioni ci sono arrivate caro William.Bellissimo pezzo.