Quando Mimmo Fogola, Direttore del corso di incontri letterari Unitre, mi propose di presentare questo libro, il primo pensiero fu, nonostante la mia passione per il Toro, che avrei avuto a che fare con dribbling, parate, tragedie, delusioni, calci di rigore annullati e così via, quindi cominciai a leggere con una certa prevenzione. Esattamente al contrario, Franco Ossola, che porta il nome del padre morto nella tragedia di Superga, si aspettava dalle pagine scritte da Luigi Bonomi, da cui era stato invitato a scrivere una prefazione, una cavalcata gloriosa nella storia della mitica squadra granata. Abbiamo dovuto ricrederci entrambi. Il personaggio di Alfred Dick, cancellato dalle memorie tanto della Juve, prima squadra a cui offrì campo di gioco, divise, sovvenzioni varie e lavoro nella sua industria, tanto del Toro, che fondò quasi per ripicca dopo le forzate dimissioni dalla presidenza juventina, riesce a trasformare questo libro in un avvincente excursus nella Belle Epoque torinese. Bonomi come un burattinaio, un regista teatrale, riesce a far passare sulla scena del suo libro, mentre tiene attivi i riferimenti a partite e momenti memorabili dal punto di vista calcistico, una serie di personaggi storici attivi tra fine Ottocento e i primi decenni del Novecento. Una storia d’amore lega Alfred Dick a una spavalda e bellissima Emma, identificabile forse con Ernestina Macchia, la prima donna patentata. (Così scopriamo che anche la regina Margherita era appassionata guidatrice di automobili, ma…senza patente). Amico fedele, guida nella Torino collinare, nelle avventure tra sette segrete e salotti bene dove si invitano le medium famose a predire destini, è nientemeno che il grande Emilio Salgari. Lo scrittore dalla fervida fantasia, gli offre parole d’amore per la bella Emma, lui gli regala la novità del momento: una penna con serbatoio d’inchiostro per scrivere senza interruzione.
Con lui attraversa momenti epici: la venuta del circo di Buffalo Bill a Torino, nel 1906, in Piazza d’Armi,dove ben cinque giorni di spettacolo trasformarono la Crocetta ( allora Piazza d’Armi era lì) in una prateria con assalti di cowboys e indiani; la costruzione del Padiglione Universale per il 50° anniversario dell’Unità d’Italia nel 1911 e altri importanti eventi culturali e sportivi.
Emma, interprete dei fermenti sociali e delle rivendicazioni femminili porta allo spasimante una visione nuova del modo in cui gestire la sua attività industriale, salvaguardando i diritti dei lavoratori; sta nascendo la stirpe degli Agnelli, Bonomi non trascura neppure i gialli che s’intrecciano a questa ascesa, parlando di Emanuele Cacherano di Bricherasio, di Federigo Caprilli. A Parigi dove la storia si sposta per qualche tratto ecco Modigliani, Picasso: e si discute sulle Demoiselles d’Avignon, sui colli lunghi delle donne di Amedeo, si va insieme nel mitico locale Lapin Agile, invaso dal fumo dell’oppio. Tutte le figure si muovono sulla scena richiamate da una logica e una curiosità incalzante, mentre le partite, le trasferte, le discussioni animano la bella avventura calcistica che forse divise la città in due colori, per sempre.
Luigi Bonomi cura la presentazione del suo libro all’Unitre con meticolosa attenzione, proiettando anche fotografie dei personaggi citati e immagini di una Torino che un attimo prima della guerra mondiale aspira ad essere una delle più evolute città europee.
Sarebbe bello che una riedizione contenesse anche le fotografie proposte.
Un libro da leggere tutto d’un fiato, granata o bianconeri che siate.
Naz
Alfred Dick, l’uomo che inventò il Toro
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