Sotto i portici di Palazzo Mosca i bibliotecari e gli operatori di Informagiovani hanno intrattenuto i bambini presenti con letture animate del “Carnevale degli animali “di Camille Saint-Saens e Elisabetta Garilli e “Cos’è successo ai miei capelli?” di Satoshi Kitamura, seguiti da laboratori in cui i bambini con il loro aiuto, potevano costruirsi una maschera. C’è stato qualche bimbo ritroso a mascherarsi ma ha potuto comunque disegnare ciò che gli era più congeniale. La festa del Carnevale rappresenta da sempre una celebrazione tanto attesa dai bambini, che aspettano con trepidazione il momento in cui indossare la maschera del supereroe preferito o del personaggio più popolare, dando così vita a tutto il suo mondo interno, attraverso la “personificazione del proprio ideale”. Molteplici sono i significati attribuiti alla festa del Carnevale. Uno dei quali, di impronta pagana, riguarda il festeggiamento, ai tempi dei Romani, di Saturno. Si ricorreva al rituale del mascheramento e implicava un ribaltamento dell’ordine sociale del tempo, in una dimensione di “sfogo e follia” Per un giorno, non importavano gerarchie e ruoli ma c’era una parificazione delle persone. Per spiegare il Carnevale di oggi la bibliotecaria ha raccontato che anche adesso avviene la stessa cosa di un tempo. Ci mascheriamo e attraverso il costume che indossiamo, impersonifichiamo i personaggi delle fiabe o della nostra fantasia. Dopo i tre anni circa il Carnevale diventa un evento molto atteso e vissuto come un giorno di grande divertimento, attraverso il quale il bambino può dare sfogo alla propria fantasia e “trasformarsi” nel personaggio più amato, anche solo per un giorno. Giocando a” far finta” i bambini esercitano immaginazione e creatività, imparando a riconoscere le proprie e altrui emozioni. Pensando alla festa del Carnevale così come si svolge oggi, dove, spesso, gli aspetti consumistici prevalgono sul senso tradizionale della ricorrenza, con la gara al travestimento più bello e sorprendente ,c’è comunque un aspetto profondo nell’atto di mascherarsi :attraverso la maschera viene eliminata ogni forma di differenziazione e classe sociale, inoltre dietro la maschera è possibile nascondere o ridimensionare i propri vissuti interni e quindi anche un bambino timido può sentirsi sufficientemente “protetto” per dar sfogo anche solo per n giorno a quegli aspetti di sé che fatica a far emergere nella vita di tutti i giorni. Evviva il Carnevale! E come ci ricorda Gianni Rodari: “Se comandasse Arlecchino/il cielo sai come lo vuole? /A toppe di cento colori/cucite con un raggio di sole. /Se Gianduia diventasse/ministro dello Stato, /farebbe le case di zucchero/con le porte di cioccolato. /Se comandasse Pulcinella/la legge sarebbe questa:/a chi ha brutti pensieri/sia data una nuova testa. /