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lunedì, Marzo 24, 2025

    Ottant’anni dall’eccidio di Piazza Mensa

    L’ANPI casellese, tenace e attiva, ci aiuta a non dimenticare

    Sempre presente sul territorio, la sezione ANPI “Santina Gregoris” di Caselle e Mappano ha organizzato due eventi molto partecipati a ottant’anni dall’eccidio di Piazza Mensa e per la Giornata della memoria.
    Il primo febbraio del 1945 al peso pubblico del Prato della Fiera vennero fucilati cinque giovani partigiani: Luigi Cafiero, Antonio Garbolino, Andrea Mensa, Adolfo Praiotto e Mario Tamietti.
    “Cinque giovani partigiani fucilati dai fascisti della repubblica sociale italiana”, ci racconta Marta Rabacchi vicepresidente dell’ANPI di Torino nella sua orazione ufficiale, “morti per una vendetta rabbiosa dei fascisti che sapevano già che il loro destino era segnato e che gli alleati tedeschi ormai erano sconfitti. A seguire, nella primavera si consumò nel canavese una dura lotta per la conquista della libertà e della pace e solo il primo maggio del 1945 i casellesi furono liberi”. In chiusura la Rabacchi esorta i presenti: “Ascoltiamo quindi l’appello che ci giunge dalla resistenza: il richiamo a non arrendersi di fronte alla prepotenza, a lottare contro la sopraffazione e a lavorare attivamente per la pace”.
    Durante la commemorazione, avvenuta al Palatenda per via del maltempo, erano presenti l’amministrazione comunale, la filarmonica “La Novella”, il Consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze, varie associazioni, le forze dell’ordine e diversi esponenti della politica piemontese.
    Il sindaco Marsaglia, intervenuto in entrambi gli eventi, ha portato a riflettere sulla crisi di molte democrazie collaudate. “Se la politica non è in grado di garantire la libertà ottenuta allora deve farsi delle domande per riconquistare la fiducia dei cittadini”. In conclusione, rivolgendosi ai giornalisti presenti: “È inaccettabile assistere a confronti politici trasmessi su reti pubbliche con moderatori di parte. Il giornalismo di parte fornisce comunicazioni distorte anche a livello locale e il cittadino perde la fiducia”.

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    Nel pomeriggio la presidente Giusy Chieregatti e i giovani della sezione ANPI “Santina Gregoris” in collaborazione con l’Unitre di Caselle, presso la sala F.lli Cervi, hanno proposto la visione del film documentario “l’armadio della vergogna”.
    Nel 1994 il procuratore militare Antonino Intelisano, che si stava occupando del processo contro l’ex SS Erich Priebke, rinvenne in uno sgabuzzino della cancelleria della procura militare nel Palazzo Cesi-Gaddi a Roma, un armadio rimasto per anni con le ante rivolte verso il muro. All’interno dell’armadio emersero fascicoli sulle più importanti stragi commesse sul territorio italiano dal 1943 al 1945 dalle truppe nazifasciste, fra le quali l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, l’eccidio delle Fosse Ardeatine, la strage di Marzabotto e molte altre. Maddalena Forneris, Vice Presidente ANPI Provinciale di Cuneo, ci ricorda con vigore che “i piccoli eccidi compongono un mosaico grande”.
    Nel 2004 il cronista Franco Giustolisi, dopo alcune inchieste, pubblicò un libro proprio con il titolo “L’armadio della vergogna” in cui analizzava parte della documentazione occultata. Dopo la proiezione del film Nadia Gaiottino, docente di storia dell’Unitre di Caselle, ha letto la prefazione a cura del magistrato Caselli e una passo saliente del libro.
    In chiusura i giovani dell’ANPI Ludovico, Debora e Giusy:“episodi atroci come le stragi compiute dal nazi-fascismo rimasero nascoste per decenni, sepolti non solo dalla polvere ma da un deliberato silenzio. Oggi a distanza di decenni vediamo la storia ripetersi in forme diverse ma altrettanto brutali. Dobbiamo alzare la voce contro ogni genocidio e ogni forma di persecuzione. Perchè se dimentichiamo diventiamo complici, se restiamo in silenzio permettiamo che l’ingiustizia prosperi. La memoria, non è solo il ricordo del passato, è un faro per il futuro. La lotta continua ogni volta che decidiamo di schierarci dalla parte degli oppressi”.

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