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lunedì, Marzo 24, 2025

    Carlo Valli, la voce di Robin Williams

    Lo sapevate che l’attore Robin Williams in trentasei film parlava in piemontese? O, per dirla meglio, parlava con la voce di un piemontese?
    Eh sì, perché il doppiatore del compianto artista di Chicago è Carlo Valli, classe 1943, nato per necessità ad Asti, ma torinese a tutti gli effetti.
    Valli ha prestato (magistralmente) la voce a Williams in oltre la metà dei film in cui quest’ultimo ha recitato, partendo da “Tempi migliori”, del 1986, proseguendo con “Good Morning, Vietnam”, “L’attimo fuggente” (1989) e “Mrs Doubtfire – mammo per sempre” (1993), solo per dare alcuni titoli.
    L’ultimo film in cui l’attore piemontese ha doppiato il prestigioso collega americano, è “Un’occasione da Dio”, del 2015, in cui Williams in realtà dava la voce a un cane.
    Questo fu anche l’ultimo lavoro per il grande schermo dell’interprete statunitense, che morì l’ 11 agosto 2014, proprio mentre la pellicola si apprestava a entrare nel mercato cinematografico.
    Ma torniamo a Carlo Valli, che ad Asti è nato perché la madre voleva partorire in una città più sicura di quella in cui abitava con la prole, ovvero Torino.
    Il capoluogo sabaudo durante la seconda guerra mondiale era colpito ripetutamente dalle bombe degli Alleati, fu per questo che colui che diventerà uno dei principali doppiatori italiani, venne dato alla luce nella più defilata città del Palio.
    Subito dopo la nascita, l’allora piccolo Valli e la madre rientrarono a Torino: il padre venne fucilato dai tedeschi poco prima della Liberazione, così Carlo crebbe con la mamma e la sorella. Nella loro casa si parlava solo il dialetto torinese, così a scuola lui e la sorella, nel tentativo di italianizzare il vernacolo, finivano per dire e scrivere strafalcioni: la madre, perché imparassero a parlare l’italiano, li iscrisse ad un corso di recitazione e di dizione e, in quel contesto, a Carlo si aprì un mondo, fino a farlo diventare il proprio mestiere.
    A dieci anni, in quella scuola, gli facevano recitare le parti delle opere di Goldoni e Molière, poi gli venne suggerito di parlare alla radio, nei programmi della Rai, quando andavano in onda molte trasmissioni per giovanissimi.
    Dopo gli studi classici a Torino, Carlo Valli si trasferì a Roma, per frequentare l’Accademia d’Arte Drammatica, dove si diplomerà nel 1965. Questo fu l’anno in cui esordì in teatro, con “L’uomo la bestia e la virtù”, opera di Pirandello con la regia di Paolo Giuranna. Carlo Valli quindi non è stato solo la voce di Robin Williams, ma un attore che, già poco dopo i vent’anni, era un interprete fatto e finito, capace di passare dalla recitazione cinematografica, alla televisione, passando per la radio ed il palco del teatro, in modo disinvolto, sempre sicuro di sé.
    Ha lavorato in sei film, in ventisei sceneggiati televisivi, in quattro prose per la Rai e in innumerevoli trasmissioni radiofoniche. Naturalmente è doveroso aggiungere la sua esperienza teatrale in una settantina di opere.
    Tornando al doppiaggio, Valli è stato la voce italiana anche di Anthony Hopkins (nel film “One Five”), di Omar Sharif (“Una notte con il Re” e Robert Duvall (“L’apostolo”, “The road” e altri tre film).
    Ha doppiato anche il cantante Sting nella pellicola del 1988, “Stormy Monday”.
    Valli è un attore completo, capace di lavorare con una certosina ricerca del modo migliore per interpretare il personaggio che gli viene affidato. Questa meticolosità la impiega anche nel doppiaggio; per lui prestare la voce vuol dire innanzitutto conoscere l’attore, guardare, sentire e percepire ogni dettaglio dell’interpretazione, senza trascurare i gesti e l’intensità e la cadenza del respiro.
    Lungo è l’elenco dei doppiaggi nei film e nelle serie d’animazione, come Rex nei vari Toy Story, il Grillo Parlante nel “Pinocchio” del 2012 e il senatore Tomcrus, in “Asterix e il Regno degli Dei”.
    Sposato in prime nozze con la collega Claudia Giannotti, scomparsa alcuni anni fa, Valli si è risposato con Cristina Giachero, dalla quale ha avuto i due figli (Ruggero e Arturo), anch’essi nel mondo del doppiaggio.

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