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lunedì, Marzo 24, 2025

    Ci siamo persi

    Scorrere le pagine nel web, anzi “scrollare”, giusto per storpiare un antipatico inglesismo, è un modo per rendersi conto di quanto ormai siamo diventati fragili, insicuri, persi, quasi ciechi, gente a cui serva necessariamente un cane guida e annesso bastone bianco, per tutte le difficoltà che incontriamo nel quotidiano.
    È uno sbocciare continuo di “esperti” in qualsivoglia campo: attraversiamo un momento di difficoltà ? C’è lo psicologo on line. Non dobbiamo nemmeno scomodarci a infilare le scarpe per raggiungerlo. Vuoi uscire dal labirinto della tua mente?
    Ti senti intrappolato nei tuoi pensieri?
    Iscriviti a questo link…e si parte. Gratis.
    Affronteremo i nostri turbamenti insieme e ne usciremo fortificati, dice il tipo rassicurante dallo schermo.
    Necessitiamo di una maggior carica per affrontare la vita? C’è il mental coach che ci rimette in quadro; in inglese ovviamente, perché dire “allenatore mentale” fa tanto barbone.
    Lo usano tutti: sportivi, gente dello spettacolo, anche la casalinga di Voghera; ci aiutano a raggiungere il massimo potenziale mentale attraverso tecniche e strategie. Gratis.
    Copio e incollo: il coach assume il ruolo di facilitatore che guida il processo di sviluppo, mentre lo psicologo (li prendiamo entrambi, in coppia) cura le ferite emozionali del paziente, atleta o artista o casalingo.
    Per la cronaca: io di “facilitatore” ne ho trovato uno, quello digitale, quando ho chiamato l’anagrafe di Torino. Chiamarlo “chi aiuta nel mondo digitale coloro che sono anziani o imbranati” pareva brutto. E comunque da ore provo a chiamare e non risponde: starà “facilitando” qualcuno penso.
    Vogliamo trarre profitto dai quattro soldi messi da parte con parsimonia ? Ecco apparire dal nulla un personaggio accattivante e sorridente che con atteggiamento complice tipo “lo dico solo a te” ci svela i segreti per investire, in sicurezza, magari entrando nel mondo dei Bitcoin, o in acrobatiche speculazioni garantendoci guadagni allettanti. Gratis.
    Ma vi è mai capitato di vedere quanti siano? Tantissimi e molto agguerriti, convincenti. Provate ad ascoltare il loro linguaggio: siamo al confine con l’ipnosi.
    Che poi, non ho mai capito il perché uno così bravo a guadagnare in borsa voglia rivelare proprio a noi come accumulare denaro facilmente, insomma a divulgare segreti per vivere di rendita. Un filantropo?
    Perché vuole arricchire proprio noi e togliersi la possibilità di una fetta di torta più grossa? Sempre a gratis ovviamente.
    Forse questi personaggi che desiderano indicarci la via per migliorare sempre e comunque noi stessi in realtà vogliono venderci in un secondo tempo le loro informazioni lucrando in qualche modo sulla nostra dabbenaggine? Magari qualche corso (una volta esaurito il preambolo gratuito) per poi ritrovarci al punto di partenza ma solo alleggeriti nel portafoglio?
    Dabbenaggine: credulità, ingenuità, semplicioneria.
    Dimenticavo quelli che propongono cosmetici per viso, corpo, mani, piedi, ovviamente naturali, ovviamente con risultati sorprendenti e al giusto prezzo per una ritrovata giovinezza: il loro faccione in primo piano dopo il trattamento appare plastificato e non proprio naturale come decantato all’inizio del video.
    Aggiungo coloro che hanno suggerimenti per gli imprenditori addirittura per trarre sempre il massimo dalle loro aziende e dal loro personale… motivatori inarrestabili: alcuni, se non tutti, grotteschi, usciti da Zelig.
    Detto tutto questo: ma veramente non siamo più in grado di fare qualcosa completamente da soli, tipo pensare, agire senza il consiglio altrui? Certo mi sta bene il tutorial per sostituire la guarnizione alla testata del motore della Panda, ma per tutto il resto? Se questi ciarlatani esistono è perché in molti comprano, li seguono e non hanno la capacità di pensare da soli, di scegliere un paio di scarpe o una maglia, oppure non sanno confidarsi o aprirsi con le persone in carne e ossa, con qualcuno che ascolti e ci guardi negli occhi senza per forza interagire con uno schermo.
    Si sta spegnendo il pensiero, la capacità di critica, di dialogo: preferiamo confrontarci con uno sconosciuto attraverso uno schermo, o peggio con un avatar anziché sederci magari sul muretto, come da ragazzi, e parlare. Di tutto.

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    Luciano Simonetti
    Luciano Simonetti
    Sono Luciano Simonetti, impiegato presso una azienda facente parte di un gruppo americano. Abito a Caselle Torinese e nacqui a Torino nel 1959. Adoro scrivere, pur non sapendolo fare, e ammiro con una punta di invidia coloro che hanno fatto della scrittura un mestiere. Lavoro a parte, nel tempo libero da impegni vari, amo inforcare la bici, camminare, almeno fin quando le articolazioni non mi fanno ricordare l’età. Ascolto molta musica, di tutti i generi, anche se la mia preferita è quella nata nel periodo ‘60, ’70, brodo primordiale di meraviglie immortali. Quando all’inizio del 2016 mi fu proposta la collaborazione con COSE NOSTRE, mi sono tremati i polsi: così ho iniziato a mettere per iscritto i miei piccoli pensieri. Scrivere è un esercizio che mi rilassa, una sorta di terapia per comunicare o semplicemente ricordare.

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