Sempre più calciatori soffrono di ansia e di depressione. Difficile accettarlo per molti tifosi, per i quali il calciatore è come un eroe, un idolo che non può avere delle preoccupazioni. In realtà non è così. Molti calciatori ci raccontano delle ansie che li opprimono. Poterne parlare senza vergogna è anche per loro il primo passo importante da compiere per attenuare il disagio.
Ma cos’è l’ansia?
L’ansia è uno stato psicofisico molto temuto dagli atleti, poiché talvolta porta alla riduzione della performance. Di solito questa condizione viene vissuta negativamente, invece essa ha un ruolo importante nella vita di tutti i giorni.
“Ho l’ansia!” si dichiara sconcertati.
Per capire cos’è l’ansia e qual è il suo ruolo in questo contesto sportivo, si può provare ad immaginare la seguente situazione:
“In campo due squadre stanno per concludere la partita con un pareggio. L’arbitro, quasi allo scadere del tempo fischia un calcio di rigore a favore di uno dei contendenti. Il calciatore prescelto si posiziona in prossimità del punto di battuta. Sa che il suo tiro potrà determinare la vittoria della sua squadra. Tutti gli sguardi sono puntati su di lui. Il tiratore fissa la palla, alza lo sguardo verso la porta per individuare il punto più favorevole e centrare l’obiettivo.
A questo punto è probabile che senta il “batticuore” e le gambe tremanti, che il fiato si faccia corto e la bocca diventi sgradevolmente asciutta. Cosa gli sta accadendo?
O meglio ancora, che cosa starà provando il nostro calciatore?
Dobbiamo considerare che l’ansia è uno stato di attivazione, naturale e fisiologico, che nel corso dell’evoluzione è stato selezionato ai fini di garantire la nostra sopravvivenza e di generare risposte adattive a situazioni di pericolo.
Il nostro sistema di “allarme” ci consente infatti di affrontare adeguatamente l’attacco di un potenziale aggressore. Si pensi al consueto esempio di trovarsi di fronte ad una bestia feroce. Questo stato di attivazione ci permetterebbe di scappare a gambe levate.
Se ripensiamo al calciatore con la responsabilità, calciando efficacemente il pallone, di portare in vantaggio la propria compagine, lo stato emotivo alterato che lo sta investendo potrebbe essere tale da consigliargli di desistere anziché di procedere forse maldestramente. Cedere il posto chiave a qualche suo compagno sarebbe in questo caso la soluzione adattiva migliore per la squadra. L’ansia aiuta, infatti, a prendere la decisione più opportuna in tempi rapidi.
Per questo motivo l’ansia dev’essere considerata una risposta di estrema importanza per uscire dalle situazioni che noi riteniamo rischiose o comunque da affrontare con maggior discernimento.
Depressione e ansia : disagi sempre più comuni nel calcio
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