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lunedì, Marzo 17, 2025

    La montagna: tra sacralità e limite

    Presentato a Caselle il nuovo libro di Enrico Camanni

    Giovedì 6 marzo, presso la Sala del Sindaco, Paolo Rocco ha presentato Enrico Camanni, il suo nuovo libro:” La montagna sacra”, e il suo progetto di “sostenibilità”. Paolo ha introdotto la serata : “Quest’anno abbiamo voluto intitolare la nostra rassegna “Pagine di natura”. Presenteremo opere non semplicemente “ambientate in contesti naturali (di montagna e non), ma in cui il rapporto con l’ambiente naturale o, per contro, con l’ambiente urbano-stimola una riflessione: su noi stessi, sul nostro stile di vita, sul modo di abitare, in Occidente, la “casa comune”. Lo faremo in modo un po’ più approfondito con persone come Enrico Camanni, Franco Faggiani e Toni Farina, che hanno lunga esperienza e competenze anche tecnico-scientifiche; lo faremo in modo più leggero, concedendoci anche delle escursioni fuori tema…; lo faremo presentando certo dei romanzi ma anche, come è il caso di questa sera, dei saggi divulgativi, scritti con uno stile per certi versi prossimo a quello narrativo, dove il rigore scientifico si accompagna ad una fruibilità letteraria molto gradevole .Parleremo, tra gli altri, del tema del limite e di quello della fragilità: questa sera in un senso molto preciso.” Dopo i ringraziamenti ad Enrico Camanni,al CAI di Caselle, al vicesindaco e all’assessore alla cultura, Paolo ha presentato l’autore. Torinese, alpinista, giornalista e scrittore. Ha scalato su tutte le Alpi, aprendo una decina di vie nuove, ripetendo circa ottocento itinerari di roccia e ghiaccio. Accademico del CAI, ha insegnato alpinismo e scialpinismo in due scuole nazionali. La passione per l’alpinismo è stata sempre affiancata dallo studio e dalla ricerca in particolar modo sulle problematiche dell’ambiente alpino. Scrive su “Meridiani Montagne” e su molte altre riviste. A diciotto anni Enrico aveva già due “montagne sacre”, una delle quali fa parte dei Becchi della Tribolazione (quattro vette delle Alpi Graie che appartengono al Massiccio del Gran Paradiso). Proprio in questi luoghi Camanni racconta che perse la” sacralità “. Nel libro, infatti ci propone un’idea laica di sacralità. L’uomo non è onnipotente, ma si comporta, nella natura, come se lo fosse, come se fosse al di sopra di tutto; ma esistono cose, eventi che non possiamo controllare, il sentimento di rispetto non è necessariamente legato alla religiosità. È giusto avere una sorta di timore per qualcosa che ci trascende, tra cui evidentemente la natura, perché quando non ci saremo più, sarà il dono che lasceremo ai nostri figli. Il romanzo “La Montagna sacra” è molto attento all’evoluzione storica del rapporto dell’uomo con le Alpi, si regge ampiamente sulla villeggiatura in montagna tra Ottocento e Novecento (per famiglie privilegiate). Camanni sottolinea come, allora, gli hotel e le case fossero integrate nel paesaggio ed esistesse un’idea educata di vacanza, fatta anche di conoscitori della montagna, il rispetto non mancava. Nel boom economico nasce la montagna delle masse, con speculazione edilizia e abusi, l’ambiente è completamente ignorato. Questa cultura imprevidente è inadatta al fragile ambiente montano, l’esportazione del modello urbano non funziona e non solo dal punto culturale ed estetico. Nel 1992 nasce il concetto di sviluppo sostenibile, qualche anno dopo, sul mensile “Alp” Camanni scriveva:” Un fatto è chiaro a tutti. Non basta più limitare i danni, occorre inventare un nuovo modello di sviluppo. Ci vogliono idee e coraggio, più di quanto ne richieda qualsiasi denuncia “L’idea rivoluzionaria che Camanni propone nel suo saggio è Istituire una Montagna sacra nel Parco nazionale Gran Paradiso. Una montagna dotata di una sacralità della natura intesa in senso ampio. Il progetto invita a riflettere sulla necessità di una “transizione culturale “. Il comitato promotore propone di individuare la vetta del Monverso di Forzo, cima piramidale di 3322m, come “montagna sacra “ da cui escludere ogni presenza umana. L’impegno di non salire sulla cima sarà una scelta suggerita e argomentata, al fine che venga rispettata da tutti. Le montagne ci costringono ad alzare lo sguardo, salendo, e allargando, in cima. Così ci ricordano quanto siamo piccoli e quanta poca conoscenza abbiamo del mondo.

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