Un malore improvviso e devastante s’è portato via Beppe Vigna. E il cordoglio in città è stato unanime. L’ingegner Giuseppe Vigna non era soltanto un casellese d.o.c.: oltre a essere il fondatore e il titolare dell’impresa di costruzioni ICEP – che nel corso del 2023 ha festeggiato i 50 di attività -, è stato un innovatore nel suo campo, fin da quando si propose, con l’amico e socio Enzo Mattiotto, poi prematuramente scomparso, per intraprendere nuovi corsi nell’ambito edile. Inoltre, Beppe, come tutti lo conoscevamo, è stato un grande uomo d’associazione. In giovane età la sezione casellese del C.A.I. fu patria e famiglia, infatti proprio lì saldò il rapporto con Olga Biel, che poi divenne moglie e compagna di tutta una vita. Ma nel corso della sua esistenza c’è stato tanto altro: contribuì a fondare la nostra sezione della Croce Verde, tanto si spese per il contributo che i Lions potevano dare sul territorio.
Lascia un’eredità pesante nelle mani di Paolo e Andrea, i figli chiamati non da oggi a raccoglierne il testimone. Lascia Olga che sarà chiamata alla durissima prova di percorrere il cammino da sola, un cammino finora percorso in un unico modo: insieme.
Lascia in tutti noi che abbiamo avuto modo di conoscerlo e apprezzarlo nel corso degli anni un senso di vuoto: Beppe poteva sembrare burbero d’acchito, ma bastava scalfirne la dura scorza per scoprire tutta un’altra realtà. Uno dei suoi crucci più grandi? Non riuscire a salvare, veder svanire gli affreschi della facciata aulica del nostro castello senza che nessuno volesse davvero porre mano alla cosa.
Il castello perde uno dei suoi più strenui difensori e non c’è più tempo.
Ne rimane solo per stringersi forte a Olga, ai figli Paolo e Andrea, ai fratelli Guido ed Elio nel momento del commiato.
Elis Calegari
Di seguito il ricordo dell’amico Mauro Giordano.
“Era il pomeriggio del 31 dicembre 1975, quando una telefonata mi raggiunse a casa. Era Olga Biel che ci offrì di trascorrere con lei e Beppe la sera di San Silvestro. Una bellissima idea per stare insieme e, per me, di conoscere l’ingegner Giuseppe Vigna, che non avevo ancora avuto il piacere di incontrare. Indimenticabile quella sera: potevo io non cogliere l’occasione per fare proseliti?
Pochi mesi prima ero stato incaricato di fondare e costituire una sezione della Croce Verde a Borgaro, e ogni persona, ancorché giovane e motivata, come avevo capito fosse Beppe, diventava una ghiotta occasione per cercare di portarla nelle file dell’ente. La vita è un dono che ci è stato offerto e noi dobbiamo sempre difenderla. Per questo Beppe entrò nella Croce Verde, e fu dei nostri.
Beppe venne inserito nella mia squadra e con lui abbiamo scritto una pagina di storia del servizio di soccorso urgente.
Eravamo sempre in prima fila a correre dietro a tutte le novità di un mondo del sociale che cambiava alla velocità della luce. E per propagandare la Croce Verde, non mancava occasione per inventare e inventarci manifestazioni, ritrovi, momenti. Beppe fu sempre in prima fila a consigliarmi, a fornire idee e supporti.
Un anno dopo decidemmo di posizionare dei cartelloni stradali per segnalare la nostra presenza. L’ufficio tecnico di Beppe pensò alle pratiche burocratiche, e poi… E poi, bisognava posizionali su strada. Fra un battuta e un’altra Beppe mi disse: “ Mi aiuti? Lo facciamo io e te, domani che siamo di festivo”. E il giorno successivo, domenica, alle otto del mattino, Beppe si mise a impastare sabbia e cemento e posizionammo i due cartelli.
E di sabbia e cemento Beppe ne ha impastata tanta, anche se i suoi erano più calcoli, erano permessi di costruzione, erano gare di appalto, perché non possiamo dimenticare l’ingegnere, il costruttore, l’imprenditore.
Beppe c’è sempre stato.
Ora, purtroppo, è venuto il momento del ricordo di questo amico. Volontario, imprenditore, cittadino casellese con pochi eguali. Beppe lascia in tutti noi un’infinita tristezza, consci che da lui e attraverso di lui, abbiamo ricevuto l’impronta del buon vivere, della dedizione al lavoro, dell’imprenditoria, del servizio nel volontariato, senza mai dimenticare le sue origini.
Pronto a offrire e offrirsi quando vi era necessità.”
Mauro Giordano