Negli ultimi anni il settore automobilistico, italiano ed europeo, è andato in crisi. Si comprano poche automobili, che sembrano essere un bene meno necessario di un tempo.
Quando ero ragazza, e sono passati ormai molti anni, avere una patente e possibilmente un’auto propria era la prima cosa che si desiderava appena raggiunta la maggiore età. Il tipo di automobile posseduta raccontava molto della personalità ma soprattutto delle proprie possibilità economiche. Poter guidare da soli indicava essere davvero autonomi.
Sto notando che tutto ciò è piuttosto cambiato tra i giovani, che sembrano disaffezionarsi all’auto, diventata meno indispensabile. Avere un’auto personale non è più ambito, e sempre più famiglie ne riducono il numero al minimo indispensabile.
Le città sono sempre più movimentate, il rischio di rimanere imbottigliati nel traffico o non trovare parcheggio è alto. Inoltre, la possibilità di studiare o lavorare da casa, con risparmio di soldi e tempo, non rende indispensabile possedere un’auto.
Ci sono poi delle persone che trovano spiacevole guidare, per via di svariati fattori: la situazione di traffico in aumento e parcheggi in diminuzione può rendere stressante la guida; è amplificata la probabilità di ricevere multe per via di nuove normative stradali, come i limiti di velocità abbassati, zone a traffico limitato, telecamere sui semafori e autovelox in rialzo… guidare porta sempre più tensione: anche i più ligi per una piccola distrazione rischiano pesanti sanzioni!
C’è chi poi si sente a disagio al volante perché col tempo si è abituato a guidare meno, magari per situazioni di vita cambiate: la comodità di fare acquisti online, l’utilizzo di procedure telematiche, essere sempre in smart working fa perdere pratica di guidare, che non è più una cosa automatica ma è fonte di ansia.
Molti giovani tendono a procrastinare il momento di ottenere l’ambita tesserina rosa. Tanti interessi fanno sì che non si trovi il tempo per iscriversi a scuola guida e studiare per il test. Sostenere l’esame è ansiogeno, ci si iscrive ma poi l’esame non va bene e si posticipa la ripresa per anni. A volte si rinuncia.
Nei casi più estremi, vi può essere una vera e propria fobia per la guida, che ha un nome: amaxofobia. L’amaxofobia, dal greco amaxos “carro” è il rifiuto irrazionale di condurre un mezzo di trasporto. Si tratta di un blocco nel mettersi al volante e può essere molto invalidante.
Il disturbo può essere generico, cioè la persona non riesce mai a guidare, oppure manifestarsi solo in condizioni specifiche, ad esempio, paura di guidare la notte, di guidare in autostrada, di guidare da solo, di attraversare ponti o gallerie, di guidare in mezzo al traffico oppure di allontanarsi troppo da casa.
È presente ansia anticipatoria, ovvero, prima ancora di mettersi alla guida, la scarsa fiducia nelle proprie capacità fa si che l’ansioso inizi a stare male.
Quali sono le principali paure relative alla guida?
Di perdere il controllo dell’auto, a causa di un improvviso malore, e di causare un incidente;
Di non riuscire ad evitare gli altri veicoli, specie se di grosse dimensioni, come camion o pullman, e di esserne investiti;
Di non potere abbandonare l’auto in seguito ad un attacco di ansia, perché impossibilitati a fermarsi (ad esempio perché si è imbottigliati nel traffico);
Di perdere l’orientamento e di smarrirsi in posti sconosciuti;
Di essere giudicati per come si guida, ad esempio dal passeggero, e di fare di conseguenza brutta figura;
Di avere all’improvviso un raptus e di provocare volontariamente un incidente.
L’amaxofobico potrebbe avere un ambiente famigliare che non incentiva la sua autonomia. Potrebbe essere vittima di pregiudizi culturali, questo aspetto riguarda soprattutto le donne, cresciute in ambienti che hanno insegnato che le femmine non sono in grado di guidare al pari dei maschi. Altre volte l’amaxofobico è stato vittima di incidenti, sia come passeggero che come conducente, oppure potrebbe essere stato impressionato da incidenti a cui ha assistito.
Indipendentemente dalle cause, l’amaxofobico può sentire un disagio che cresce fino a trasformarsi in un vero attacco di panico ogni volta che si mette alla guida. I sintomi che l’amaxofobico sperimenta sono tremore, sudorazione, sensazione di sbandamento, mal di pancia, sensazione di perdere il controllo…
Infine, nemica della presenza di troppi autoveicoli in circolo, vi sono poi tutti i problemi legati all’inquinamento, con le conseguenze sull’ambiente e la salute dei cittadini. Perciò, vengono preferiti mezzi pubblici, oppure biciclette e monopattini.
In conclusione, sembra che ci siano proprio tanti fattori, e non solo economici, a far diminuire la richiesta di nuove automobili: fattori di cui sarebbe importante tenere conto anche quando si parla di grandi temi che ad un’analisi superficiale sembrano essere unicamente finanziari. Probabilmente, ci interessa un po’ meno di un tempo avere un’auto nuova.
Per ulteriori informazioni: www.psicoborgaro.it