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lunedì, Marzo 24, 2025

    Verona, la chiesa di san Fermo Maggiore


    Le vacanze sono dedicate, almeno per me, in parte all’ozio, e per superare questo vergognoso vizio capitale, in parte a qualche interessante gita. La meta di quest’anno è stata Verona: una città godibile che oltre alle iconiche arena e casa di Giulietta e Romeo, offre un ricco patrimonio artistico e architettonico. Di particolare suggestione è il complesso delle “quattro chiese storiche”: il Duomo, la basilica di san Zeno, la chiesa di santa Anastasia e quella di san Fermo Maggiore. Sulla riva del fiume Adige, poco fuori dalla porta romana dei Leoni, nel luogo in cui, secondo la tradizione, nel 304 subirono il martirio i santi Fermo e Rustico, nel V secolo venne costruita una chiesa in loro onore e dove nel 765 il vescovo di Verona sant’Annone depose le reliquie dei due martiri.
    La chiesa di san Fermo Maggiore è una delle costruzioni religiose più originali della città, composta da due chiese sovrapposte l’una all’altra: romanica quella inferiore e gotica quella superiore.
    Tra il 1065 e il 1143 i Benedettini demolirono sino al pavimento la chiesa paleocristiana e, per conservare le reliquie dove le aveva poste s. Annone, costruirono una chiesa su due piani: quella inferiore per custodirvi le reliquie e quella superiore per le celebrazioni con il popolo.
    Nel 1261 i Francescani sostituirono i Benedettini a San Fermo, lasciando pressoché intatta la chiesa inferiore, trasformando quella superiore e l’atrio antistante nella forma attuale, in stile gotico, diffuso in Italia proprio dall’Ordine dei Frati Minori; verso il 1350 il complesso religioso poteva considerarsi concluso. Lungo i secoli i Francescani aggiunsero altari, cappelle e monumenti funebri.
    Nel 1759 per preservare le reliquie dei Martiri dalle alluvioni dell’Adige, il sarcofago fu posto al centro del nuovo altare maggiore della chiesa superiore. A seguito dell’occupazione napoleonica del 1807 i Francescani furono costretti a lasciare San Fermo.
    La chiesa inferiore conserva l’impostazione romanica, di modello cluniacense, che propone ancora un’atmosfera di suggestiva spiritualità, ottenuta dall’alternarsi di grandi zone d’ombra e spazi di luce soffusa proprio per creare le condizioni di raccoglimento e riflessione.
    La pianta è a croce latina, a tre navate, divisa da un ordine di pilastri centrali necessari per scaricare il peso della chiesa superiore e si chiude con tre absidi semicircolari, dove in quella centrale di dimensioni maggiori, è conservato un pregevole crocifisso ligneo del sec. XV.
    Dell’originario assetto benedettino restano le volte a crociera, la quadripartizione delle navate, parte del sistema di scale in laterizio e delle finestre, oltre all’apparato decorativo costituito da fasce bicrome rosse ed ocra; su un pilastro è presente un’epigrafe che attesta il 1065 come anno di avvio del cantiere benedettino; altri pilastri sono decorati con affreschi risalenti ai secoli XII e XIII. Sulle arcate vi è il “fiore a sei petali” inscritto nel cerchio (simbolo benedettino), assunto dai cristiani quale emblema di Cristo Risorto. Nella chiesa superiore si rimane affascinati dall’imponente soffitto ligneo a carena di nave capovolta, sostenuta da tre ordini di mensole e collegata con tiranti in ferro ad un sistema di ben sedici capriate lignee. Questa ingegnosa struttura è decorata da due “gallerie” di santi, composte da 416 dipinti su tavoletta del secolo XIV.
    Le pareti, un tempo interamente affrescate, presentano capolavori della pittura veneta del Trecento e Quattrocento. Ai lati della sala liturgica si affacciano cappelle ed altari.
    Di particolare bellezza è il “Mausoleo Brenzoni”: forse uno dei più scenografici monumenti funebri del veronese, dove pittura e scultura rappresentano una perfetta sintesi. La decorazione pittorica è di Pisanello (Antonio di Puccio Pisano, Pisa 1395- Napoli 1455. Fra i maggiori esponenti del gotico internazionale): la sua prima opera firmata e datata 1416. La parte scultorea è di Nanni di Bartolo detto il Rosso (allievo di Donatello) che ha creato una struttura particolare, poiché alla tomba terragna ha abbinato una scultura a parete contornata da una tenda scostata dagli angeli che evoca una sorta di messinscena teatrale, con incredibile effetto prospettico.
    Già solo questo complesso religioso vale una gita a Verona.

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