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Comune di Caselle Torinese
sabato, Giugno 21, 2025

    “Accertata la straordinaria rilevanza dei dipinti murali affrescati, presenti sugli intonaci esterni…”

    Il recupero della facciata aulica del castello casellese, nella relazione del professor Maurizio Ottaviano

    Prosegue il restauro della facciata aulica del castello casellese, con i lavori del primo lotto, per la messa in sicurezza, ormai quasi giunti al 50% del totale programmato.
    Tali lavorazioni, propedeutiche all’intervento di restauro conservativo complessivo, garantiranno il recupero di quanto, sebbene degradato, potrà essere riportato in luce in una successiva fase di restauro.
    Ricordiamo che tutta la facciata “aulica” prospiciente il cortile si presenta attualmente con numerose parti dell’intonaco, su cui sono ancora ben visibili le antiche decorazioni, in fase di distacco, e anche le figure affrescate all’ultimo piano si presentano anch’esse con un degrado avanzato, tanto che in diverse parti ormai il disegno è andato perso.
    Il cornicione sottotetto, che è sicuramente la parte più degradata, presenta ormai diverse parti pericolanti, con parti lapidei e mattoni in fase di distacco.
    L’attuale primo lotto appaltato prevede la messa in sicurezza delle due facciate sul cortile, proprio per preservare le parti in pericolo di caduta, quali frammenti di intonaco, pellicola pittorica, cornici in aggetto ed elementi in laterizio.
    Questi accurati lavori permetteranno anche di conoscere a fondo tutte le problematiche di questa facciata, permettendo di predisporre un accurato progetto di restauro e di valutare con maggior accuratezza anche i futuri costi dei lavori.
    Infatti è intenzione dell’Amministrazione dell’Ente, una volta terminata la messa in sicurezza, di avviare subito dopo la fase di restauro vero e proprio della facciata, che potrà essere eseguito anche a lotti successivi, in funzione del progressivo reperimento dei fondi necessari.
    Ma vediamo ora una breve descrizione dei lavori che si stanno compiendo, con alcuni dettagli tecnici, come illustrati dal professor Maurizio Ottaviano, titolare della ditta incaricata e responsabile delle operazioni di restauro.

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    La relazione del professor Maurizio Ottaviano
    Accertata la straordinaria rilevanza dei dipinti murali “affrescati”, presenti sugli intonaci esterni del Castello di Caselle Torinese, l’impresa di restauro “Ottaviano Conservazione e Restauro Opere d’Arte” SRL, è stata coinvolta nei lavori di pronto intervento e messa in sicurezza, preliminari al successivo restauro a carico del manufatto di alto interesse storico-artistico.
    I lavori di messa in sicurezza e pronto intervento, prodromici al successivo e auspicabile intervento di restauro, hanno prima contemplato una campagna conoscitiva dei materiali e delle tecniche esecutive, attraverso analisi di laboratorio condotte da un petrografo.
    È infatti imprescindibile, la conoscenza dei materiali costituenti l’opera e l’uso dei materiali eventualmente utilizzati in fase manutentiva, in modo da poter formulare il miglior progetto di intervento, il quale sia garante di un corretto recupero, sia in termini conservativi che filologici.
    Tale approccio, normalmente riconosciuto da parte della Soprintendenza competente per la Tutela e la Salvaguardia del Patrimonio Culturale del Territorio Italiano, dovrà infatti prevedere l’uso di materiali e metodologie di intervento compatibili con l’originale e reversibili.
    È motivo di orgoglio la possibilità data dall’Ente Morale Scuola Materna “La Famiglia ETS”, con il contributo della Compagnia di San Paolo, della Fondazione CRT e del Ministero della Cultura tramite la Soprintendenza preposta alla Tutela del Territorio Nazionale, nel poter contribuire attraverso la professionalità del restauratore, al recupero di una così affascinante eredità, capace di trasmetterci un’esperienza della quotidianità di secoli lontani.
    Il Castello di Caselle, come puntualmente descritto nell’articolo pubblicato sul numero scorso, riporta “origini storiche comuni a tutte le residenze dei feudatari comprese nei borghi fortificati nate nell’alto medioevo”. Le trasformazioni e modifiche dell’impianto architettonico, dovute agli eventi storici accorsi al bene e da fattori antropici (vedasi la presenza della Piazza antistante l’attuale ingresso), hanno irrimediabilmente compromesso l’originale strutturale, del quale però i dipinti murali, presenti a carico dei prospetti sud ed sst (Facciata Aulica) e attribuibili alla fine del XVI ed inizio del XVII secolo d.C., risultano ancora recuperabili nella loro complessità data dai materiali eterogenei costitutivi.
    Intonaci, cotto e stucchi compongono infatti le diverse partiture architettoniche, enfatizzate dalle pitture eseguite con tecnica “a fresco”, attualmente oggetto di intervento di messa in sicurezza, propedeutica ad auspicabile e successivo intervento di restauro conservativo.
    Essendo il manufatto di alto interesse storico artistico e quindi posto sotto la sorveglianza della Soprintendenza competente, ogni fase di lavorazione è stata preventivamente autorizzata da parte degli uffici competenti e verificata in corso d’opera, mediante i sopralluoghi congiunti periodici.
    Appurato lo stato di conservazione e documentato all’inizio dei lavori di pronto intervento in corso, l’intervento di messa in sicurezza del manufatto ha previsto la rimozione del guano dei volatili presenti a carico degli elementi in aggetto (cornicioni e capitelli) e del ponteggio già presente in loco, pari a circa Kg 250, per poi proseguire con il trattamento delle superfici con biocida a largo spettro (atto alla rimozione degli agenti biodeteriogeni), previa verifica di solubilità sulla superficie, in modo da scongiurare eventuali danni al film pittorico originale.
    Successivamente, il progetto, ha contemplato la messa in sicurezza delle parti in pericolo di caduta, mediante iniezioni all’interno dei distacchi di intonaco, con l’uso di malte a basso peso specifico di natura eminentemente a calce.
    Tale fase, particolarmente delicata, ha previsto la stuccatura e microstuccatura dei bordi e fessurazioni già presenti, per evitare fuoriuscite del prodotto consolidante.
    Parimenti, anche a livello corticale, si è contemplato il consolidamento del film pittorico, previo test in loco del materiale proposto (silicato di etile), in modo da verificarne l’efficacia e la compatibilità con la superficie originale.
    A ultimazione della fase di messa in sicurezza sopra descritta e quale intervento prodromico al futuro recupero conservativo di restauro, si è prevista la completa rimozione dei materiali cementizi impiegati in fase manutentive e non compatibili con l’opera.
    La presenza, dunque, di sali solubili e impurità in tali malte cementizie comporta la formazione di efflorescenze saline che contribuiscono alla disgregazione delle malte originali e del loro degrado, come è possibile riscontrare a carico della parte basamentale dei plinti delle lesene.
    Quale viatico a questo intervento e auspicio al proseguo dell’intervento di restauro finale, si riportano le parole di Umberto Baldini (storico dell’Arte, specialista nella teoria del Restauro) nella sua Teoria del Restauro e unità di metodologia, …”il restauro comincia con la conoscenza dell’oggetto, attraverso essa si attua e si chiude con un aumentata conoscenza dello stesso, non soltanto in quanto mole di dati raccolti, ma soprattutto sotto forma di nuova possibilità di fruizione, che consenta all’osservatore (a qualsiasi osservatore, qualunque sia il suo grado di preparazione) di raccogliere dall’esperienza del bene la massima quantità possibile di informazioni che esso è ancora in grado di trasmettere”.

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