La Commissione Pari Opportunità, il CCRR, le classi dell’Istituto Comprensivo, le istituzioni e i cittadini si sono ritrovati questa mattina per celebrare la memoria di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e della loro scorta. Ha preso per primo la parola Roberto Mangalaviti ricordando ai ragazzi, ma anche ai più adulti che alle 17,58 del 23 maggio del 1992, i sismografi dell’osservatorio geofisico di Monte Cammarata, in Sicilia, registrarono una forte onda d’urto. A provocarla non era stato però un terremoto. Nel tragitto da Punta Raisi a Palermo, all’altezza dello svincolo autostradale di Capaci, un’esplosione di inaudita potenza aveva investito la Fiat Croma blindata su cui viaggiavano il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e le loro due auto di scorta. Nell’attentato persero la vita Francesca Morvillo, Giovanni Falcone, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. Numerosi feriti, anche gravi, tra i quali gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e l’autista Giuseppe Costanza. Il sindaco Giuseppe Marsaglia e la dirigente scolastica Pina Muscato hanno sottolineato che quell’evento tremendo, seguito due mesi dopo dalla strage di via D’Amelio in cui perse la vita Paolo Borsellino, ha dato impulso a un’epoca nuova, a una consapevolezza diversa. La mafia si può combattere, è un aspetto culturale che serpeggia anche tra di noi. Sono le nuove generazioni che sconfiggeranno quello che è il male della nostra Italia. Un Paese fatto di raccomandazioni, di clientelismo, dove “vincono” quasi sempre i più furbi. Quando questi comportamenti cesseranno, potremo dire di aver fatto un grande passo avanti. . L’eredità di Falcone e Borsellino è un patrimonio vivo che appartiene all’intera comunità nazionale. Portare avanti la loro opera vuol dire lavorare per una società migliore. Giovanni Falcone diceva: “La mafia non è affatto invincibile, è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave, e che non si può vincere pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando tutte le forze migliori delle istituzioni”.