Preannunciata dalla bella locandina realizzata da Francesca Milani, con l’immagine spettacolare del viadotto ferroviario che attraversa la valle prima di arrivare a Ceres, si è svolta, nel fine settimana del 17 e 18 maggio 2025 negli spazi di Lanzo Incontra, la mostra-convegno sulla storica ferrovia.
Ha aperto i lavori Davide Arminio, dell’Osservatorio sulla Torino-Ceres che ha proposto ed organizzato l’evento. Arminio, prendendo spunto da immagini ed oggetti esposti nella mostra appena inaugurata, ha invitato a riflettere sulla doppia dimensione di questa infrastruttura, cucita sulla pelle del territorio: una dimensione di infrastruttura pubblica, vocata alla mobilità, e nello stesso tempo privata, che entra nella vita, nei ricordi e negli affetti delle persone che l’hanno utilizzata o ci hanno lavorato.
Ha portato quindi i suoi saluti come padrone di casa il sindaco di Lanzo Fabrizio Vottero, che ha preannunciato l’intenzione per il prossimo anno, che sarà quello dei 150 anni della ferrovia, di chiedere l’emissione di un francobollo che illustri la ricorrenza.
Luigi Cantamessa, direttore generale della Fondazione Ferrovie FS Italiane, intervenuto con un videosaluto, ha sottolineato la doppia valenza, di trasporto pubblico e di utilizzo turistico, che la Torino-Ceres deve avere, preservando assolutamente e anzi valorizzando la bellezza delle opere ingegneristiche e delle stazioni del tratto montano.
L’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi e la consigliera al Turismo della Città Metropolitana Sonia Cambursano sono intervenuti tramite altri due videomessaggi. Importanti le due scadenze ricordate da Gabusi: il 2026 per la fine lavori e il rientro in servizio del tratto alto da Germagnano a Ceres, e il 2028 per l’innesto della quarta linea SFM con le montagne olimpiche.
Di un’altra scadenza, il 31/12/2026, ha parlato l’assessore regionale al Patrimonio Vignale come data di termine per i lavori a Torino del Museo Ferroviario Diffuso a Ponte Mosca (Porta Milano), che si affiancherà al già esistente Museo Ferroviario Regionale di Savigliano utilizzando i fondi stanziati di 4,2 milioni di euro. Oltre a questi due poli, altre localizzazioni per il Museo Diffuso potranno comportare il riutilizzo di locali ex stazioni anche loro facenti parte del patrimonio regionale. Al proposito il Comune di Venaria ha già manifestato il suo interesse. Un riutilizzo dei fabbricati ex stazione da parte di associazioni del territorio e per utilizzi turistici sarà visto favorevolmente da parte della Regione e sarà oggetto prima dell’estate di un apposito incontro con le amministrazioni locali.
Dell’importanza della ferrovia come motore di sviluppo turistico, come era in passato, tratta l’intervento di Alessio Stefanoni, per CNA e GAL; una ferrovia che, però, deve tornare ad essere utilizzata dalla gente, non solo dagli studenti. Per un utilizzo più diffuso entra in gioco il tema delle tariffe, che devono essere sostenibili. Su questo tema torna a insistere l’intervento di Alberto Avetta, membro della Commissione Trasporti regionale, che sottolinea come in questo settore sia l’offerta a generare la domanda.
Terminato il convegno del sabato mattina, nella mattinata di domenica 18 c’è stato un focus che ha preso lo spunto dalla ricorrenza degli 80 anni dalla Liberazione. Lo studioso della Resistenza e scrittore Franco Brunetta ha ripercorso le principali vicende di quel periodo che hanno avuto come sfondo la ferrovia. Accanto a lui, Mary Giustiniani e Davide Santangelo, due giovani iscritti ANPI, hanno raccontato la loro ricerca sulle tracce dei partigiani in azione sul tracciato della ferrovia. Il frutto di questa ricerca è accessibile al link https://resistenzaeferrovia.blogspot.com