Il vecchio borgo di San Maurizio un tempo si estendeva nei pressi della “Chiesa Vecchia”, ovvero quella confinante con il cimitero, oggi denominata “Antica Chiesa Plebana”. Ci troviamo in Viale Clemente Novero, un viale pedonale dedicato a questo illustre studioso di storia locale.
Percorrendo il viale a piedi, si accede da un lato allo scrigno, al gioiello di San Maurizio: la Pieve, tanto apprezzata quanto poco conosciuta. È grazie all’amore sconfinato di Mauro Fiorio per quest’opera d’arte che oggi possiamo ancora ammirarla nel suo splendore. Mauro Fiorio è il presidente dell’Associazione “Amici di San Maurizio”, associazione fondata nel 1983. Ricopre questo ruolo ininterrottamente dal 1984 ad oggi. Casellese di nascita e di residenza, si è poi trasferito a San Maurizio per motivi di lavoro.
Qui non intendiamo raccontare la storia, l’arte o gli affreschi che riempiono l’Antica Chiesa Plebana e che lasciano il visitatore a bocca aperta. Non potremmo farlo, né abbiamo la presunzione di sostituirci a uno storico dell’arte qual è Mauro Fiorio. Qui vi raccontiamo cos’è l’associazione che Fiorio presiede, partendo da aneddoti che Fiorio stesso ci ha raccontato. Come quello relativo al fatto che gli “Amici di San Maurizio” non si occupano soltanto di arte – come previsto dalla loro missione – ma, ispirandosi al loro statuto volto a valorizzare la storia del loro paese, hanno anche riscoperto, attraverso fonti certe, un’antica ricetta dei torcetti locali.
Si tratta di un fatto poco conosciuto, ma motivo di grande orgoglio per gli Amici di San Maurizio. L’antica ricetta risale al 1906 e fu ideata da un panettiere del paese, che la portò alla fiera internazionale di Savona, vincendo il primo premio. I torcetti, oggi, si possono gustare e acquistare a San Maurizio tre volte l’anno.
Tornando alla “Chiesa Vecchia”, dedicata al culto di San Maurizio – il santo martirizzato perché si rifiutò di uccidere i cristiani – la vedremo presto risplendere di una nuova luce, un’illuminazione pensata per valorizzare al meglio dipinti, pale e affreschi: da Sant’Agata, l’opera meglio conservata, ai 24 riquadri che raffigurano la natività, la fuga in Egitto e il seguito della vita di Gesù.
“All’epoca, dipingere era un modo per comunicare con il popolo, perlopiù analfabeta: solo un messaggio visivo poteva arrivare direttamente al fedele”, ci spiega Fiorio.
Ecco quindi che l’Associazione Amici di San Maurizio ha partecipato attivamente al progetto, offrendo uno stanziamento di 20.000 euro, destinati a un primo intervento.
In attesa di vedere tutte le bellezze della Pieve sotto… una nuova luce, proponiamo una visita il sabato pomeriggio, quando la chiesa è aperta al pubblico e le visite sono guidate dai volontari dell’Associazione, con ingresso gratuito.
Ne vale davvero la pena: una gita fuori porta ricca di sorprese, tutte da gustare, magari proprio in autunno, quando saranno anche in vendita i torcetti preparati secondo l’antica ricetta sanmauriziese da poco riscoperta.