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domenica, Maggio 25, 2025

    La penna musicale

    Novità editoriali dal mondo torinese della musica

    A Torino vivono e lavorano numerosi storici della musica, critici musicali e musicologi (o anche semplici appassionati che hanno dato una valenza professionale ai loro interessi culturali) che pubblicano, in articoli e volumi, i risultati delle proprie ricerche. Diversi di loro sono già stati su questa pagina negli anni scorsi, con presentazioni e interviste. Dato che le pubblicazioni proseguono, in alcuni casi a ritmo sostenuto, vorrei darvi qualche aggiornamento su quanto, nell’ultimo anno, è uscito dalla penna di alcuni amici e colleghi.

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    Roberto Monaco è, per formazione, un fisico-matematico, docente emerito del Politecnico di Torino. Andando in pensione ha deciso di mettere a frutto la sua passione per il teatro d’opera pubblicando una monografia su Giacomo Meyerbeer ‒ musicista tedesco, formatosi come compositore d’opera in Italia, e poi trasferitosi a Parigi dove divenne il principale autore di grand-opéra ‒, sul quale esisteva scarsissima bibliografia in italiano. Avevamo ospitato una sua intervista proprio in occasione dell’uscita di quel volume. Lo studio di Meyerbeer ha acceso in Roberto il desiderio di integrare le sue ricerche con un approfondimento sul contributo dato al teatro musicale francese del primo Ottocento, nella varietà dei suoi generi, da due grandi operisti italiani che terminarono la propria carriera a Parigi: sono così nati «Donizetti e la Francia» (Musica Practica di Voglino Editrice, 2023), con prefazione di Attilio Piovano; e «Rossini operista a Parigi» (Musica Practica di Voglino Editrice, 2024). Dalla prefazione di quest’ultimo, firmata da Cecilia Ligorio, mi permetto di citare qualche riga che rende, più di ogni mio commento, il merito del lavoro di Monaco: «Roberto Monaco entra nella giungla della letteratura musicale con la temerarietà degli innamorati […] Monaco ci permette di mettere in prospettiva il genio rossiniano attraverso lo sguardo affascinato, umile e minuzioso di chi ama e quindi di chi cerca. Di chi ama ciò che studia, di chi ama quello che si vive e sente nel misterioso momento dell’esperienza teatrale, di chi ama ciò che ascolta, di chi ‒ in definitiva ‒ vive la musica come una declinazione dell’umanità sia di chi ne fruisce che di chi la produce. Ed è in virtù di questo bisogno e amore per l’umanità che Roberto Monaco canta l’uomo Rossini». Dopo la trilogia dedicata all’opera francese, Monaco ha pubblicato un ultimo libro più estemporaneo, per il quale mi ha fatto l’onore di chiedere a me la prefazione. Si intitola «Conversazioni liriche» (Morrone Editore, 2024), ed è una raccolta di presentazioni di opere da lui tenute oralmente al Teatro Baretti o per il workshop universitario “Architettura scenografia musica”. Dagli appunti preparati per quelle conferenze, Roberto ha tratto venticinque capitoli, per altrettanti titoli d’opera, che mantengono lo stile della conversazione, nella quale ci si adatta ai saperi condivisi tra oratore e uditorio, adottando un taglio diverso di occasione in occasione (più didascalico per i titoli desueti, più esegetico per quelli popolari), e fornendo al lettore una bella guida introduttiva all’ascolto.

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    Attilio Piovano è invece musicista e storico della musica di professione (ha la cattedra al Conservatorio di Torino, dopo una vita di insegnamento al “Cantelli” di Novara), e non mancano certo suoi contributi di argomento musicologico. Negli ultimi anni ha però affiancato alla saggistica la narrativa pura, e su questa pagina lo avevo intervistato in occasione dell’uscita della sua raccolta «Il quadrifoglio meccanico e altri racconti» (Voglino Editrice, 2023). L’anno scorso ha dato seguito alla sua feconda vena narrativa con il romanzo «Il tatuaggio della farfalla» (Gremese, 2024), che ha ottenuto una “nomination” per il Premio Strega, segnalato da Silvana Cirillo nell’ambito delle proposte degli “Amici della domenica”. Quando avrete tra le mani questo giornale, potrete vedere se, ne frattempo, sia stato inserito nelle candidature ufficiali, rese note il 15 aprile. È uno di quei libri, per me abbastanza rari, che si leggono d’un fiato, perché sanno coniugare la scorrevolezza di una scrittura sapida ed elegante alla tensione narrativa, senza cadere né nella banalità né nella pedanteria. Come genere si colloca tra il giallo/noir e il romanzo psicologico, e narra di due artiste quasi quarantenni che si incontrano casualmente e si legano di un’amicizia con risvolti sessuali, anche torbidi, che le porta a indagare sui loro passati, muovendosi tra Venezia e Lisbona. Si tratta di un libro attuale, per i suoi contenuti e il suo stile (contemporaneo senza essere né sciatto né volgare), che ci fa conoscere un Attilio Piovano diverso, sorprendente per chi è legato alla sua immagine accademica, ma coerente per chi lo conosce nel suo carattere ironico e arguto.

    Giorgio Pestelli è professore emerito dell’Università di Torino, dove per decenni ha insegnato Storia della Musica, nonché critico musicale della «Stampa». La sua bibliografia, soprattutto sull’età classica e romantica della musica occidentale, è molto corposa, e recentemente vi ha aggiunto «Le sinfonie di Brahms. Un cammino oltre la classicità» (Donzelli, 2024). Come i volumi precedentemente pubblicati, nella stessa collana “Saggine”, su Beethoven e Wagner, è uno studio che unisce il rigore scientifico dello studioso a una scrittura agile alla portata dell’appassionato colto ma non necessariamente fornito di competenze specialistiche. E la prima metà del volume, che precede l’analisi delle sinfonie brahmsiane, contiene un completo quadro biografico sul compositore e una cornice sul sinfonismo ottocentesco. In questo libro Pestelli ha rielaborato gli appunti preparati per alcuni corsi tenuti nelle Università di Genova e di Torino, e per me personalmente prenderlo in mano è stato quasi un viaggio nel tempo: nell’autunno del 2002, nel mio primo semestre di studi universitari, avevo seguito il corso del professor Pestelli sulle Sinfonie di Brahms. Ora un cerchio si chiude, con un piccolo tuffo al cuore.

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