Questo mese il nostro notaio, il Dottor Gabriele Naddeo, pone alla nostra attenzione alcune ordinanze e alcune sentenze della Suprema Corte di Cassazione. La prima ordinanza si addentra, affronta e chiarisce questioni legate ai rapporti tra proprietà e vicinato. Buona lettura.
Cassazione, ordinanza, 16 settembre 2024, n. 24842, sez. II civile
Proprietà – limitazioni legali della proprietà – rapporti di vicinato – muro – muro di cinta – in genere: requisiti essenziali – fondi a dislivello – dislivello naturale – muro delimitante il fondo, con funzione anche di sostegno e contenimento del declivio naturale – costruzione – configurabilità – esclusione – ragioni.
La Corte di Cassazione con questa ordinanza precisa che in materia di distanze legali, il muro di contenimento di una scarpata o di un terrapieno naturale non può considerarsi “costruzione” agli effetti della disciplina di cui all’art. 873 c.c. per la parte che adempie alla sua specifica funzione di sostegno e contenimento, dalle fondamenta al livello del fondo superiore. La natura intrinseca del muro di contenimento lo esclude dalla definizione e qualificazione di costruzione, indipendentemente da qualunque sia l’altezza della parete naturale o della scarpata o del terrapieno cui aderisce, impedendone lo smottamento; ciò anche se una faccia non si presenti come isolata e l’altezza possa superare i tre metri, qualora tale sia l’altezza del terrapieno o della scarpata. In tali casi, pertanto, secondo la Corte di Cassazione non si è soggetti alla normativa propria delle distanze legali.
Cassazione, sentenza, 4 novembre 2024, n. 28259, sez. II civile
Buona fede – interpretazione letterale – volontà delle parti
La sentenza in commento della Corte di Cassazione esprime e, soprattutto, ribadisce un principio ben chiaro del Codice Civile in tema di interpretazione del contratto. Secondo la norma di riferimento, infatti, un contratto deve essere interpretato utilizzando più criteri: quello letterale, della finalità del contratto, della buona fede, del comportamento delle parti e altri. Pur riconoscendo la Corte all’elemento letterale, cioè il senso letterale delle parole, il ruolo centrale per comprendere la reale volontà delle parti, conferma che esso deve essere considerato alla luce degli ulteriori criteri ermeneutici, tra cui l’interpretazione funzionale (rivolta alla causa concreta del contratto e allo scopo pratico delle parti) e l’interpretazione secondo la buona fede.
Servitù
Cassazione, ordinanza, 7 novembre 2024, n. 28675, sez. II civile Estinzione delle servitù – Prescrizione – usucapione
Non è configurabile nell’ordinamento giuridico la possibilità di usucapire la libertà di un immobile da pesi che lo gravino (cd. usucapio libertatis). L’unica modalità di estinzione per non uso dei diritti reali parziari gravanti su un immobile è la prescrizione, secondo la disciplina dell’art. 1073 c.c., la quale richiede l’inerzia del titolare protratta per venti anni.
Condominio
Cassazione, ordinanza, 29 novembre 2024, n. 30713, sez. II civile
Lastrico solare – onere della prova – parti comuni – presunzione di condominialità
La presunzione di condominialità del lastrico solare deriva sia dall’attitudine oggettiva del bene al godimento comune, sia dalla concreta destinazione di esso al servizio comune, con la conseguenza che, per vincere tale presunzione, il soggetto che ne rivendichi la proprietà esclusiva ha l’onere di fornire la prova di tale diritto.