Sabato 31 maggio, a Ciriè si è svolta “Tornando a Itaca”, un’intera giornata di eventi dedicati al poeta e pedagogista Gianni Milano, scomparso lo scorso febbraio. Nell’ultimo periodo della sua vita, Gianni aveva parlato più volte di Ciriè come della sua Itaca, un luogo non solo geografico ma soprattutto mentale a cui fare riferimento. Per questo in molti, fra amici e persone che con lui avevano condiviso esperienze educative, artistiche ed esistenziali, avevano pensato di dedicargli una giornata, un regalo per ripercorrere la grande e significativa esperienza che Gianni aveva condotto nel territorio a livello educativo e artistico. “Si è iniziato a progettare la giornata lo scorso novembre, ma purtroppo Gianni se n’è andato prima di poterne vedere la realizzazione. Ma abbiamo pensato che fosse importante, soprattutto in questo periodo storico, mantenere presente il suo vasto ed eterogeneo lavoro di pedagogista, poeta, animatore culturale e uomo di pace”, spiegano gli organizzatori.
L’incontro iniziale si è svolto nella scuola elementare ‘Bruno Ciari’ dove ex colleghe e colleghi hanno raccontato il rapporto con Gianni Milano e il suo sguardo pedagogico, attualissimo ancora oggi. Alessandro Manca ha presentato il volume che ha curato “L’alfabeto e i giorni”, cronaca appassionata di un anno scolastico della fine degli Anni ’70 scritto da Milano quasi in presa diretta . È stata anche un’occasione per una visita ai bellissimi ‘pittodrammi’ realizzati dai bambini che hanno frequentato quella scuola con Gianni Milano.
Nel pomeriggio l’evento si è spostato nella sede della Società Operaia per altri ricordi, con una carrellata di foto e documenti esposti e per un concerto acustico della Banda Bondioli.
In serata, con l’evento “Off Limits” si è dato spazio al Gianni poeta. Protagonisti i “No Strange”, gruppo capofila della neopsichedelia internazionale, in una delle loro rare esibizioni live. I “No Strange”, nel 2017, in collaborazione con Gianni, realizzarono l’album “Il sentiero delle Tartararughe”. A seguire una performance-provocazione di Roberto Turati che ispirandosi alla performance/installazione ‘In principio era il verbo’, che Gianni realizzò nel 1970 alla galleria Paludetto, ha proposto al pubblico una riflessione, attraverso un gioco/acrostico sulla parola Rivoluzione. Infine, lettura di alcune poesie degli Anni ’60 con musica di accompagnamento improvvisata da ‘Ursus’ dei No Strange, Luigi Bairo alla chitarra elettrica e Enrico Laguzzi al sax. Fra i testi letti, anche ‘Dichiarazione’ , poesia di straordinaria forza e attualità, che aveva anche accompagnato il funerale di Gianni.
Sono state ore piene e cariche di ricordi, riflessioni e voglia di riprendere in mano un modo collettivo di intendere azioni immerse in pensieri consapevoli, critici, creativi e, anche, gioiosi.
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Dichiarazione
Avendo avuto da sé stessi il diritto di essere uomini,
Essi furono Uomini
Avendo fatto violenza alla Terra e strappati i suoi occhi,
Essi furono dalla terra annichiliti
Avendo rifiutato l’alleanza tra gli Uomini,
Essi ebbero denti ed unghie per dilaniare
Avendo dimenticato il Sole e costruite lampade per il Vitello d’oro,
Essi da Moloch furono fusi in soldi
Avendo creato ad immagine e somiglianza dell’Incubo il Potere di dominare i fratelli,
Essi furono dal Potere dominati
Avendo creato catene per sbarrare il libero flusso della Gioia,
Essi furono dalle catene trascinati alla Noia, all’Omicidio e al Grigio
Avendo dimenticato le foglie e le erbe e le infinite creature che le popolano,
Essi si condannarono a vivere nelle case di mattoni e di vetro
Avendo assassinato nella sua indifesa terra la Libertà,
Essi furono gonfiati dalla Paranoia
Avendo scelto di vivere all’ombra dei grattacieli e degli uffici e delle caserme e delle scuole,
Essi furono costretti a costruire ospedali manicomi prigioni
Avendo dimenticato il fluire delle praterie e della Vita e della Morte,
Essi divennero mummie di topi intrappolati nelle città
Avendo deciso che il Fratello è oggetto,
Essi dagli oggetti furono invasi ed iniziò l’era delle pattumiere
Avendo deciso che l’Amore è peccato
Essi ebbero orgasmi acidi e multe e carcere per offese al pudore
Avendo deciso che i piedi servono solo a schiacciare acceleratori e freni,
Essi dalle nuove pulci meccaniche furono dissanguati
Avendo visto Noia, Omicidio e Grigio nella loro Vita,
Essi decisero di costruire l’Atomica per una Morte Cosmica più veloce
Avendo fabbricato Decaloghi e Leggi e Guardiani,
Essi divennero Spie di se stessi
Avendo deciso che erano castrati,
Essi si costruirono recinti con filo spinato, volts e cemento
Avendo deciso che la Pace chiedeva Umanità,
Essi dimenticando l’Umanità crearono la Proprietà mettendo brache a quadri al pianeta
Avendo deciso che l’Asettico è ideale,
Essi dichiararono che il Bianco è il termine di paragone ed al Bianco eressero forni crematori quali templi di adorazione
Avendo fatto tutto questo,
Essi attesero l’Apocalisse ma risvegliandosi in un mattino solare i Figli della Terra dissero:
Avendo avuto da sé stessi il diritto ad essere uomini,
Essi furono uomini.
Gianni Milano 1967
Chi era Gianni Milano
Gianni Milano (Mombercelli, Asti, 14 giugno 1938 – Torino, 5 febbraio 2025) è stato un maestro elementare, un poeta e un pedagogista libertario, che ha incarnato con coraggio, dedizione ed entusiasmo una visione educativa radicalmente innovativa. Nel 1971 si laurea con lode in Pedagogia all’Università di Torino. La sua tesi, dal titolo ‘Per una educazione libertaria: la a-pedagogia’, si pone in netta contrapposizione con le teorie didattiche del tempo. Questa prospettiva critica suscitò scompiglio e al contempo vivo interesse negli ambienti culturali, accademici e pedagogici dell’epoca. Milano fu tra i fondatori del Movimento di Cooperazione Educativa (MCE), che promuoveva una didattica rinnovata, incentrata sul potenziamento della libertà espressiva, della comunicazione e dell’esplorazione da parte dei bambini. Un momento cruciale nella sua vita fu il trasferimento, nel 1974, alle scuole elementari di Ciriè. Qui, per quasi vent’anni, ebbe l’opportunità di sperimentare e affinare la propria visione pedagogica, creando uno spazio vivo reale e praticabile dove costruire un solido senso di appartenenza» per i suoi allievi.
A Ciriè, Milano mise in pratica con passione e stupore i principi di una pedagogia che valorizzava l’esperienza diretta della formazione, in linea con le intuizioni di Célestin Freinet. La sua didattica privilegiava l’utilizzo degli spazi esterni all’aperto, riconoscendo nel territorio, nella natura e nella società stimoli educativi essenziali.
Parallelamente alla sua attività didattica, è stato una figura di spicco della Beat Generation italiana. La sua poesia, spesso visionaria e anticonformista, lo colloca tra le voci più significative della controcultura. Le sue prime pubblicazioni, come Off Limits (1966) e Guru (1967), lo inserirono pienamente nella scena underground italiana. Questa attività editoriale lo portò a subire un processo per “scritti contrari alla pubblica decenza”, dal quale fu poi assolto grazie alle testimonianze di intellettuali come Fernanda Pivano, Giulio Carlo Argan e Piero Novelli, che in nome della libertà d’espressione si schierarono a difesa del “maestro capellone”, come venne soprannominato dai media del tempo. In questo contesto, ebbe modo di incontrare figure centrali della Beat Generation, tra cui Allen Ginsberg.
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“L’alfabeto e i giorni”
L’alfabeto e i giorni è un racconto sognante, ma allo stesso tempo una cronaca pedagogica rimasta a lungo custodita nei cassetti di un maestro e poeta dall’anima libera. Il libro ci riporta all’anno scolastico 1976-1977, tra le mura di una scuola elementare di Ciriè, nella provincia piemontese, dove Gianni Milano, come un capo tribù, guida la sua singolare comunità di bambini in un’avventura formativa che travalica i confini tradizionali dell’aula. Questo libro non è un arido manuale, bensì un viaggio on the road che pulsa di vita e di scoperte. Un anno intero trascorso in sella alla bicicletta, ma non solo, insieme a un gruppo di giovani esploratori, dove i veri protagonisti sono la libertà espressiva che germoglia senza costrizioni, la comunicazione che abbatte le barriere tra adulto e bambino, l’ascolto che valorizza ogni singola voce, l’esplorazione curiosa del mondo e la gioia della scoperta che accende la scintilla dell’apprendimento.