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Comune di Caselle Torinese
martedì, Luglio 8, 2025

    Una mozione di Caselle per tutti

    “Israele e Palestina – Due popoli e due Stati per la pace"

     

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    Alla luce di quanto previsto dallo Statuto Comunale e dal Regolamento disciplinante lo svolgimento delle sedute del Consiglio Comunale il Gruppo Consiliare “Caselle per tutti” presenta la sotto riportata mozione con preghiera che la stessa venga sottoposta all’attenzione del Consiglio Comunale nella prima seduta utile. Consapevoli che altra mozione sulla stessa tematica è stata recentemente presentata dal Gruppo Consiliare ”Progetto Caselle 2027 – Lista Civica Progressista”, il Gruppo Consiliare scrivente è ovviamente disponibile, se possibile, a elaborarne una versione condivisa.

    • i popoli israeliano e palestinese hanno diritto alla pace e alla sicurezza e ciò può essere garantito solo attraverso una forte azione da parte della Comunità Internazionale che porti al pieno riconoscimento della legittimità dei due Stati e ad una pace giusta e duratura basata sul rispetto del diritto internazionale e sulla piena applicazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite; – con risoluzione n° 273 del 1949 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato l’ammissione di Israele all’ONU; – il 29/11/2012, con la risoluzione n° 67/19, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha concesso lo status di Osservatore permanente allo Stato di Palestina; – attualmente sono circa 150 i Paesi che hanno deciso di riconoscere unilateralmente lo Stato di Palestina (tra questi diversi componenti l’Unione Europea); – il conflitto tra Israele e Palestina può essere risolto solo con la soluzione a due Stati, negoziata secondo i dettami del diritto internazionale e con il riconoscimento reciproco e la volontà di una convivenza pacifica. Considerato che: – deve essere chiara e ferma, senza “se” e senza “ma”, la condanna degli spregevoli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre 2023 contro Israele e a seguito dei quali era legittima una reazione proporzionata di quest’ultimo per liberare gli ostaggi e perseguire i terroristi; – è necessario attuare strategie a livello internazionale e multilaterale che vadano nella direzione della ricerca della pace; – è necessario separare gli atti terroristici dalla responsabilità della popolazione civile inerme all’interno della Striscia di Gaza; – è fondamentale non confondere la critica politica alle azioni del Governo israeliano con l’antisemitismo il quale va condannato e combattuto qualsiasi siano le sue cause; – nella Striscia di Gaza i bombardamenti, le distruzioni di scuole, di centri sanitari, di abitazioni civili sono ormai da tempo all’ordine del giorno e la soluzione armata, militare, violenta va contro le ragioni, le legittime rivendicazioni, le proteste dei palestinesi che rivendicano i propri diritti ed ha ormai superato da tempo il confine della proporzionalità nella reazione; – gli insediamenti israeliani in Cisgiordania avvenuti successivamente all’occupazione del 1967 sono frutto di un lungo processo di colonizzazione condannato dalle Nazioni Unite e ritenuto illegale secondo il diritto internazionale umanitario; – tutto quanto sopra riportato dimostra quanto sia indispensabile che le Nazioni Unite, l’Unione Europea e gli Stati nazionali non si fermino alle dichiarazioni di condanna ed al richiamo alle parti di fermare la violenza, ma che prendano posizione per eliminare le cause che provocano la violenza e le ingiustizie in corso. Tenuto conto che: – le operazioni militari che hanno colpito la popolazione civile palestinese nella Striscia di Gaza e interrotto l’erogazione di elettricità e bloccato gli aiuti umanitari, nonché il disumano sfollamento forzato della popolazione, rappresentano violazioni inaccettabili del diritto internazionale ed umanitario che necessitano di un’immediata iniziativa dell’Italia e dell’Unione Europea per il ripristino della tregua e per la liberazione incondizionata degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas;
    • le forze estremiste che sostengono il Governo Netanyahu spingono per non interrompere il conflitto invocando ulteriori crimini di guerra e l’Amministrazione americana ha offerto pieno sostegno al Primo Ministro Netanyahu nella violazione della tregua ottenuta; – da mesi migliaia di israeliani stanno manifestando a Tel Aviv e Gerusalemme contro il Governo accusando Netanyahu di violare i principi democratici e di stare prolungando la guerra a Gaza per mero interesse politico, mettendo a rischio spregiudicatamente la vita degli ostaggi ancora in mano ai terroristi di Hamas; – ormai da tempo nella Striscia Gaza molti palestinesi, malgrado lo stato di guerra, stanno protestato contro Hamas e per la prima volta hanno invocato apertamente la fine del controllo del gruppo terroristico. L’Autorità Nazionale Palestinese ha salutato le proteste come “un grido dei residenti contro le politiche di Hamas” e chiesto il ripristino del controllo sulla Striscia; – le proposte che, in modo più o meno esplicito, prefigurano l’evacuazione dei circa 2 milioni di residenti palestinesi della Striscia di Gaza deve suscitare l’indignazione della Comunità Internazionale e vanno condannate e respinte senza esitazioni e riserve in quanto il trasferimento forzato di civili costituisce una grave violazione del diritto internazionale umanitario; – il 4 marzo 2025 al Il Cairo la Lega Araba, alla presenza anche del Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres e del Presidente del Consiglio Europeo António Costa, ha presentato un piano per Gaza, una proposta unitaria per il futuro e la ricostruzione della Striscia, che prevede investimenti per oltre 53 miliardi di dollari. Atteso che: – la drammatica situazione del quadrante mediorientale, strategico per un continente che si affaccia nel Mediterraneo e per la comunità globale, impone all’Unione Europea, se vuole credibilmente rappresentare un presidio nel mondo a difesa del diritto internazionale e dei pilastri del multilateralismo, di non permettere, ancora una volta, che la causa israelopalestinese torni nell’oblio; – l’Unione Europea deve impegnarsi per lavorare, in seno alla Comunità Internazionale, per costruire una pace giusta e duratura, che non può che passare dal riconoscimento dei diritti del popolo palestinese e del popolo israeliano a partire da quello di avere Stati liberi e dalla garanzia di sicurezza per Israele; – la Comunità Internazionale ha il dovere morale e giuridico di intervenire, anche a livello diplomatico e umanitario, per proteggere la popolazione civile e promuovere una soluzione pacifica del conflitto; – il 9 maggio 2024 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione intitolata “Admission of new members to the United Nations”, che riconosce la Palestina come “qualificata per diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite”, raccomandando al Consiglio di Sicurezza di “riconsiderare favorevolmente la questione”; – il riconoscimento dello Stato di Palestina rappresenta il presupposto necessario per preservare la prospettiva politica dei “due popoli, due Stati” e, dunque, per garantire la convivenza in pace e sicurezza degli israeliani e dei palestinesi, soprattutto di fronte all’esplicita negazione di questa prospettiva da parte di ampie porzioni delle rispettive leadership politiche e agli obiettivi dell’organizzazione terroristica Hamas; – già il 27/02/2015 il Parlamento italiano ha impegnato il Governo italiano a promuovere il riconoscimento della Palestina quale Stato sovrano entro i confini del 1967 ed anche il Parlamento europeo con la risoluzione del 17/12/2014 ha chiesto il riconoscimento dello Stato palestinese; – è in corso presso la Corte Internazionale di giustizia – principale organo giudiziario delle Nazioni Unite – un procedimento su iniziativa del Sudafrica nei confronti dello Stato di Israele per la violazione della Convenzione sul genocidio del 1948. Impegna il Sindaco e la Giunta Comunale – a promuovere nelle sedi internazionali, al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione
    • nell’ambito dei rapporti internazionali, le posizioni espresse nel presente documento, da intendersi anche come un contributo importante nella lotta al terrorismo ed al fondamentalismo religioso, per contribuire al riavvio del processo e del negoziato di pace; – a farsi parte attiva nei confronti della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Parlamento italiano ribadendo la posizione espressa dal Consiglio Comunale della Città di Caselle Torinese per richiedere di: 1) riconoscere la Palestina quale Stato sovrano entro i confini del 1967 e con Gerusalemme quale capitale condivisa, che conviva in pace, sicurezza e prosperità accanto allo Stato di Israele, con la piena assunzione del reciproco impegno a garantire ai cittadini di vivere in sicurezza al riparo da ogni violenza e da atti di terrorismo; 2) promuovere il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell’Unione Europea, nel rispetto del fondamentale diritto alla sicurezza dello Stato di Israele; 3) sostenere, in tutte le sedi internazionali e multilaterali, ogni iniziativa volta a esigere il rispetto immediato del cessate il fuoco, la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, la protezione della popolazione civile di Gaza e la fine delle violenze nei territori palestinesi occupati, la fornitura di aiuti umanitari continui, rapidi, sicuri e senza restrizioni all’interno della Striscia, il rispetto della tregua in Libano scongiurando il rischio di futuri attacchi da parte di Hezbollah, il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario; 4) sostenere il cosiddetto “Piano arabo” per la ricostruzione e la futura amministrazione di Gaza; 5) sostenere in sede europea l’adozione di sanzioni nei confronti del Governo israeliano per le violazioni del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario e nei confronti dei coloni responsabili delle violenze in Cisgiordania esigendo la tutela dell’incolumità della popolazione civile della Cisgiordania, della Striscia di Gaza e di Gerusalemme Est; 6) garantire l’accesso libero e in sicurezza dei giornalisti internazionali e dei fotografi alla Striscia di Gaza affinché possano documentare in modo puntuale e trasparente quanto sta accadendo; 7) garantire (ricordando che l’eventuale uso degli aiuti umanitari come strumento di guerra è proibito dal diritto internazionale umanitario e qualsiasi ricorso alla fame della popolazione civile come metodo di guerra costituisce una violazione del diritto internazionale umanitario) che sia nuovamente l’ONU in base a principi di neutralità e di imparzialità a occuparsi della distribuzione degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e non fondazioni opache e politicizzate quale quella che, senza avere alcun passato nel mondo della cooperazione internazionale e dell’aiuto umanitario, ha recentemente iniziato, con pessimi risultati, a gestire gli aiuti a Gaza secondo il piano concordato tra Israele e USA; 8) garantire l’arrivo nella Striscia di Gaza di un quantitativo congruo di aiuti umanitari e, al contempo, assicurando alla popolazione civile della Striscia di Gaza di poter accedere agli stessi in sicurezza e senza ostacoli

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