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lunedì, Novembre 10, 2025

    Abusare di… zuccheri

    Dopo le vacanze, che siano quelle natalizie, pasquali oppure estive, ci si può trovare in difficoltà con la bilancia o gli esami del sangue! La vacanza è associata sì al relax, ma anche all’assaporare cose buone e gustose. Il rischio principale è quello di eccedere con gli zuccheri, che hanno una grande attrazione non solo per i bambini.

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    Il nostro cervello per funzionare ha bisogno di zuccheri. Questa affermazione non è una giustificazione per assumerne in eccesso, perché il nostro cervello è in grado di estrarre gli zuccheri da molti alimenti.

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    Abbiamo una predisposizione verso i cibi dolci, li preferiamo rispetto a quelli amari, già da neonati si gradisce molto l’acqua zuccherata. Tale propensione potrebbe avere origini antiche. I nostri antenati quando trovavano dei frutti dolci ne mangiavano in gradi quantità, perché non sono velenosi e danno molta energia. Inoltre, in un’epoca di economia basata sulla raccolta, era meglio approfittare quando si incappava in qualcosa di interessante. Ma in epoca moderna ci muoviamo meno dei nostri antenati e abbiamo bisogno di meno energia ed invece ne assumiamo di più. Il risultato è quello di soffrire di diabete, infiammazioni croniche e colesterolo.

    L’Organizzazione Mondiale della sanità suggerisce una dose media consigliata giornaliera di 50 grammi di zucchero, mentre effettivamente se ne consumano oltre 80 grammi. Perché non riusciamo a regolarci? Nel nostro cervello, quando assumiamo zuccheri, si attiva il meccanismo della ricompensa, dando origine al bisogno di avere sempre più zuccheri per trarre sempre più soddisfazione: è il principio della dipendenza. I preparati industriali, ricchi di zuccheri e grassi, attivano fortemente il nostro meccanismo di ricompensa, tanto che se ne possono vedere le conseguenze sul cervello, che risponde nella stessa modalità in cui risponde quando si assumono stupefacenti! Si mangia anche se non si ha fame, anche se si è consapevoli che fa male, proprio come fanno i tossicodipendenti. Mangiare zuccheri e grassi in quantità fa sentire su di morale, ma le conseguenze sono malattie quali il diabete, l’obesità, le infiammazioni intestinali. Nel lungo termine, a livello neurologico aumentano i rischi di ictus, demenza e depressione. Già fin da piccoli, addirittura nel ventre materno, ci si abitua a ricevere molti zuccheri che vengono preferiti agli altri alimenti. Si crea un meccanismo per cui, più mangiamo zuccheri, più ne cerchiamo: la richiesta arriva direttamente dal cervello.

    Perché è difficile smettere? Così come il tossicodipendente dice “smetto quando voglio!”, chi abusa di zuccheri dice “inizierò la dieta lunedì”. È fastidiosa l’idea della rinuncia. Il funzionamento del cervello è così compromesso che ci può volere molto tempo per stare meglio. I tentativi di smettere possono essere tanti, nel corso della vita una persona potrebbe avere seguito una dieta innumerevoli volte. Così, molti cedono dopo le prime difficoltà, e tornano a mangiare. Ci si aspetta che il dimagrimento e il benessere arrivi in fretta: se una persona è sovrappeso da anni, non è possibile dimagrire in poche settimane e rimanere normopeso per sempre senza fatica. Per questo vi è la tendenza a tornare subito a mangiare, per sentirsi immediatamente gratificati, si sente l’astinenza dagli zuccheri.

    Questa dipendenza è molto diffusa e va trattata non solo come un problema individuale, ma come un problema sociale: va affrontato dall’alto, anche a livello politico. I primi passi sono stati fatti, come introdurre una tassazione più elevata per le bibite con zucchero, imporre nelle mense dei menu sani ed equilibrati, fornire informazioni adeguate. I genitori dovrebbero dare il buon esempio ai figli, mangiando loro per primi cibi sani e tenendosi in forma.

    Le informazioni ci sono, le linee guida anche: tutti in teoria sappiamo cosa si dovrebbe fare. Così come un tossicodipendente è in seria difficoltà se lo spacciatore è il suo vicino di casa, allo stesso modo come possiamo resistere alle tentazioni di cibi pronti, golosi, economici che addirittura ci vengono portati direttamente a casa? I genitori per primi, anziché dare il buon esempio, cedono davanti ai loro figli ed entrano nel fast food: ci vuole un premio dopo una giornata faticosa o per un bel voto a scuola… Paradossalmente, le mense scolastiche vengono criticate, perché il cibo non è abbastanza appetitoso o di qualità. Proprio i bambini che sono sovrappeso, sono quelli descritti dai genitori come quelli che “non mangiano niente”, inteso che a scuola e a cena non mangiano quasi nulla. Così, per timore di intoppi nella loro crescita, vengono nutriti con copiose merende e colazioni per compensare i pasti saltati e vederli felici.. molti bimbi rifiutano i cibi sani e semplici perché li considerano “non buoni, non gustosi”. Chissà se si riuscirà un giorno ad interrompere il circolo vizioso di questa nuova dipendenza, di cui si fatica a rendersi conto di quanto sia grave e radicata?

    Www.psicoborgaro.it

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