Nei tempi di guerra in cui viviamo, abbiamo sentito più volte richiamare il famoso articolo 5 Nato, ossia l’articolo contenuto nel Trattato del Nord Atlantico (anche noto come “Patto Atlantico”), siglato nel 1949 durante la Guerra Fredda da diversi paesi dell’Europa occidentale (tra cui l’Italia), insieme a Canada e Stati Uniti d’America, da cui ha tratto origine proprio la Nato.
L’importanza di questo articolo si desume molto agevolmente dal testo medesimo, che recita: “Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall’art. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale. Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste misure termineranno allorché il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali”. Ogni Alleato, dunque, in caso di attacco diretto contro uno degli altri stati del Patto Atlantico, si impegna a fornire qualunque tipologia di assistenza ritenuta necessaria – non solo e non necessariamente di natura militare – in base alle proprie risorse, al fine dichiarato di ripristinare la pace e la sicurezza nel Nord Atlantico. Pur stabilendo un impegno collettivo, l’articolo 5 prevede che ogni Stato membro della Nato decida autonomamente le modalità di assistenza.
Tale impegno di mutua assistenza derivante dall’articolo in esame, di fatto, è stato richiamato e posto in essere soltanto in un’occasione, in particolare, dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre 2001, per supportare gli Stati Uniti. Invero, il 12 settembre 2001, all’indomani delle Torri Gemelle, gli Alleati attivarono formalmente la clausola, assicurando solidarietà e impegno concreto a sostegno degli Usa.
Nell’ultimo ventennio, l’utilizzo di tale base giuridica per il dispiego e l’attuazione di misure difensive in favore di Alleati sotto attacco è venuto in soccorso in diverse occasioni e l’estensione di questo strumento al caso dell’Ucraina (che non fa parte della Nato) è uno dei temi che sono stati affrontati nel recente vertice tenutosi a Washington tra il presidente Usa, il presidente ucraino ed i leader europei.
“Al dirit internassional e ij so vantagi”
