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venerdì, Aprile 19, 2024

    Mi basta il tempo di morire

    È sensato cercare di prevedere quanto tempo rimanga da vivere ad una persona in cure palliative, cioè in “fine vita”? Se il dolore è ben controllato, così come gli altri sintomi, non solo farmacologicamente, ma anche con amore e cura, quale vantaggio potrebbe portare? Probabilmente nessuno alla persona malata. La percezione del tempo, soprattutto in questa fase della vita, è soggettiva: una giornata può sembrare lungo come e più di un mese. E poi come potremmo definire un giorno, un mese o un anno? Poco o tanto? Per tale motivo è più corretto, in questa fase della vita, parlare di qualità piuttosto che di quantità. Una data, una “scadenza”, può comportare negatività, portare il paziente a tirare i remi in barca e lasciarsi trasportare dalle onde, passivamente. Mentre la speranza comporta positività, voglia di lottare e di reagire, di non mollare, riducendo lo stress e l’ansia e migliorando l’aderenza e l’efficacia dei trattamenti in atto. Come insegnava il Professor Umberto Veronesi, uno dei più grandi oncologi italiani, non si tratta di proporre l’inganno, anzi è fondamentale non nascondere mai nulla, nemmeno si pazienti più gravi. Ma se la diagnosi è certa e quindi va sempre comunicata, la prognosi, cioè la previsione sul decorso e sull’esito della malattia, non ha alcuna certezza e quindi abbiamo il dovere di essere ottimisti, fino all’ultimo.
    Per il medico, accompagnare un proprio assistito nel “fine vita” rappresenta uno dei momenti più intensi da un punto di vista umano e professionale. Ci si trova a casa del paziente, a fianco al suo letto e si parla a voce bassa condividendo un percorso spesso difficile e doloroso. Si cerca il giusto equilibrio tra il trattare e l’evitare l’accanimento terapeutico, cercando di risparmiargli inutili sofferenze. Si accompagna la persona senza porsi limiti di tempo, creandogli una rete intorno, costituita dai familiari, dal medico di famiglia e, supporto fondamentale, dall’equipe delle cure palliative. Si fa squadra affinché l’ammalato non si senta solo e non sia sofferente.
    Compito del medico è quindi occuparsi della persona prima ancora che della malattia, curando chi si avvicina al fine vita e cercando di alleviare il dolore e le sofferenze sue e dei familiari, senza mai abbandonare la speranza.
    Concludo con una locuzione latina di Cicerone: “Aegroto dum anima est, spes esse dicitur”, cioè “Per chi è ammalato si dice che, finché c’è respiro, c’è speranza”. Anche questa volta dal passato ci viene data indicazione su quale strada seguire.

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    Stefano Di Natale
    Stefano Di Natale
    Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Torino nel 2008, ho partecipato a numerosi protocolli di ricerca in ambito endocrinologico, quattro dei quali pubblicati su riviste internazionali. Mi sono specializzato in Medicina Generale nel 2014. Ho collaborato con l’associazione PCOS-Italy gestendo l’ambulatorio multidisciplinare specifico per donne con sospetta diagnosi di PCOS c/o la Fondazione Tempia di Biella. Sono stato Direttore Sanitario della casa di riposo “Madonna delle Grazie” di Cintano (To), Medico Prelevatore c/o la CDC di Torino, Medico Fiscale e Medico Necroscopo in ASL TO3, Medico Sociale per diverse società sportive tra le quali i Giaguari di football americano ed i Bassotti di calcio a 5. Ho lavorato inoltre per l’istituto di Medicina dello Sport di Torino avendo il privilegio di visitare parte della prima squadra della Juventus FC e del Torino FC. Ho lavorato per vari Juventus Summer Camp (Madonna di Campiglio, Procida e Vinovo), in RAI come medico di struttura durante la registrazione di diversi programmi televisivi, per la Piccola Casa della Divina Provvidenza “Cottolengo” di Mappano, per l’RSA “Casa Serena” a Torino, come Consulente Medico per la Scuola Superiore di Osteopatia Italiana e occasionalmente come docente per corsi di Primo Soccorso BLS per aziende pubbliche. Attualmente sono Medico di Medicina Generale a Caselle T.se, via Roma 19. Ho infine l’onore di essere il Presidente del Lions Club Caselle Torinese Airport e membro del Comitato Medico Scientifico dell’Associazione Italiana Cuore e Rianimazione “Lorenzo Greco” Onlus.

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