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Vite spezzate

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Dall’inizio del 2018 al 28 novembre scorso, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), sono morte nelle acque del Mediterraneo 2.133 persone. Vite spezzate alla ricerca di pace, di cibo, di dignità. Vite affondate nel mare che, come ricordava Papa Francesco, «è diventato una tomba per uomini, donne e bambini che cercavano solo di sfuggire alle condizioni disumane delle loro terre». Per loro, in memoria di queste «vittime del mare» da tutta Italia, nel Duomo di Torino la sera di lunedì 25 febbraio, si sono riunite un’ottantina di voci dei più importanti cori dei teatri d’Italia, per dare vita ad un «Requiem del Mediterraneo». Un’iniziativa organizzata dal Comitato Nazionale delle Fondazioni Lirico Sinfoniche, dal Cine Teatro Baretti con la Pastorale Migranti diocesana, la Cgil Torino ed Emergency.

Nel corso della serata si sono esibite voci dei cori dell’Arena di Verona, del Comunale di Bologna, della Fenice di Venezia, del Lirico di Cagliari, del Maggio Musicale Fiorentino, dell’Opera di Roma, del Regio di Torino e del Santa Cecilia di Roma. E’ stato eseguito il Requiem in re minore opera 48, versione per coro e pianoforte di Gabriel Faurè, sotto la direzione di Fabio Biondi, con Valentina Escobar, voce bianca, Roberto De Candia Baritono e Carlo Caputo al pianoforte.

Gli organizzatori hanno voluto sottolineare come  questa sia «Un’iniziativa per dare un segnale di attenzione ad una tragedia ormai quotidiana. Ed è stato un segno straordinario vedere come da tutta Italia i coristi si siano offerti di partecipare a loro spese per esprimere con la loro arte il dolore per queste persone, per dare una testimonianza sociale e civile di attenzione al dramma delle migrazioni, al volto sofferente di tanta umanità».

Così il Duomo ha accolto il canto di un Requiem, quale quello di Faurè, «scelto», proseguono, «perché patrimonio comune dei cori, come dovrebbe essere patrimonio comune il dolore per le vittime del Mediterraneo».

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