Giulio, Raffaele, Bartolomeo e Zuik, hanno intrattenuto per tre ore nel pomeriggio di sabato 14 ottobre la platea presente a “La Porta del Sole”.
La “Comunità Cenacolo” ha una delle sue sedi a Borgaro in via Generale Perotti, dove coabitano anche le suore della Congregazione di Santa Giovanna d’Antida. La mai dimenticata Suor Elvira, dopo una forte chiamata rivolta ai giovani in estrema difficoltà per dipendenze di ogni genere, fondò questa comunità e quella di Saluzzo e in pochi anni vide il moltiplicarsi delle proprie strutture per arrivare anche nelle Americhe e tutta l’Europa.
Suor Elvira è deceduta, in odore di santità, ad agosto.
I suoi ragazzi, come li chiamava lei, erano veramente gli ultimi degli ultimi, oltre poteva solo esserci il passaggio alla vita eterna. Commovente vedere le immagini proiettate su un grande schermo, in un video che riportava i grandi passi e successi di Suor Elvira, che sosteneva che “l’amore è più forte dei disagi” e con questo ardore decideva di buttarsi in una avventura di cui non sapeva nulla se non contare sulla grande fede che riponeva nel Creatore. E con la provvidenza, le comunità sono cresciute, senza aiuti di stato, senza aiuti esterni di nessun tipo, facendo fare innanzi tutto sacrifici ai suoi ragazzi che volontariamente la seguivano e a volte anche, altrettanto volontariamente, scappavano dalla comunità. Liberi nelle loro scelte. Proprio come ha poi raccontato con dovizia di particolari Giulio, di origini venete, e come ha sottolineato Raffaele, spagnolo, entrato nella comunità iberica e ora qui da noi a Borgaro per un periodo di ulteriore inserimento. Anche per Bartolomeo, polacco, e Zuik, marocchino, esperienze di vita sregolata e spropositata, li hanno portati negli abissi dell’umanità. Risollevati solo con la sola grande forza che dava Suor Elvira e le altre suore della comunità che seguono oggi questi giovani.
A una domanda del pubblico, se nella comunità essi vengono seguiti da un psicoterapeuta, la risposta disarmante è stata “no”. “Noi lavoriamo, curiamo la terra, l’orto, le piante, gli animali, badiamo a noi stessi nel vitto, nelle pulizie personali e delle camere e preghiamo intensamente”. Testimonianza univoca: “Abbiamo constatato che la preghiera, che inizia alle sei del mattino tutti i giorni, anche se non ti sembra, anche se non la tocchi, anche se non la vedi, ti dà forza e siamo qui a raccontare le nostre storie”. E con loro vive in armonia anche Zuik, di fede musulmana.
Dalle tenebre alla luce
Il racconto della rinascita a nuova vita dei ragazzi della Comunità Cenacolo.
Articolo molto bello per una realtà magnifica. Grazie Suor Elvira; grazie a tutti voi che l’avete ascoltata e seguita.