Era all’ultimo punto dell’ordine del giorno nel Consiglio Comunale casellese di mercoledì 29 maggio, quello dell’approvazione dell’accordo procedurale che consente il cambio della destinazione d’uso per il cosiddetto sub-ambito B delle aree ATA adiacenti al complesso aeroportuale. Mentre il sub-ambito A è la porzione delle Aree ATA di proprietà comunale, il sub-ambito B è quello di proprietà SATAC, la società privata che nel 2019 aveva ottenuto il rilascio dei permessi a costruire per il parco commerciale chiamato Caselle Open Mall. A tali permessi SATAC aveva rinunciato nel 2022, motivando tale decisione con le mutate condizioni di mercato, conseguenti anche alla pandemia. Nello stesso anno la milanese Aedes, proprietaria del 100% di SATAC, era stata a sua volta assorbita da Hines, multinazionale statunitense attiva nel settore immobiliare. Ed è proprio con Hines che il Comune di Caselle, ove nel frattempo l’amministrazione Marsaglia era subentrata a quella Baracco, aveva avviato una trattativa. Trattativa necessaria soprattutto per capire cosa fare degli interventi infrastrutturali che avrebbero dovuto accompagnare la realizzazione del COM, e già giunti alla fase espropriativa, alcuni dei quali necessari a prescindere dalla realizzazione del COM. Uno per tutti, l’allargamento di Via alle Fabbriche. A rendere ancora più necessaria la chiusura della trattativa, il lavoro nel frattempo avviato per la Variante Generale del PRGC, che rimarrebbe monca in assenza di definizioni su una parte importante e strategica del territorio comunale, quali sono le Aree ATA.
Bocciata l’ipotesi inizialmente circolata di un polo per la logistica, ha preso invece corpo l’idea alternativa di realizzare un Data Center. Si tratterebbe di sostituire il polo commerciale con un insediamento produttivo e tecnologico dedicato all’elaborazione dati e all’economia digitale, che possa inoltre essere attrattivo, grazie anche alla vicinanza con l’aeroporto, per altri insediamenti ad elevato tasso di innovazione. Invariata, rispetto al precedente Sub-Ambito B, la superficie SUL ammissibile: 153.000 metri quadri. Gli edifici da realizzare sarebbero della tipologia multipiano, con altezze ammissibili fino a 30 metri e 5 piani. Gli edifici sarebbero raggruppati in lotti: il lotto Ovest sarebbe quello dedicato al Data Center vero e proprio, i lotti Nord-Est e Sud-Est sarebbero quelli riservati ad altri settori a tecnologia avanzata.
Per quanto riguarda le infrastrutture stradali, nell’ipotesi di accordo sono confermati e adeguati alle nuove funzioni previste gli interventi già previsti dal Piano Particolareggiato vigente su SP2, SP13 e Via alle Fabbriche. In particolare, la deviazione della SP13 (che si raccorderebbe alla SP2 con una rotonda anziché con l’attuale intersezione semaforizzata) consentirà il pieno utilizzo dell’area del sub-ambito A di proprietà comunale, per la quale vengono confermati gli utilizzi ricettivi, di parcheggi e verde pubblico.
La bozza di testo di accordo procedurale ha avuto l’ultimo passaggio in Commissione Urbanistica lo scorso 23 maggio. Alla seduta ha partecipato in rappresentanza di Hines l’architetta Laura Orengo, già responsabile di progetto del COM di Aedes. Ai lavori della Commissione hanno dato un contributo propositivo i consiglieri di minoranza Luca Baracco, per Caselle per Tutti, ed Endrio Milano, per Progetto Caselle 2027. Il testo così definito è stato quindi portato per l’approvazione nell’ultimo Consiglio Comunale del 29 maggio. L’assessora all’Urbanistica Antonella Passaretti ne ha esposto i contenuti tecnici ed economici. Per quanto riguarda questi ultimi, dai primi conteggi effettuati sulle compensazioni previste risulterebbe che il Comune non debba provvedere a restituzioni al privato dei 4,6 milioni di euro già versati come oneri di urbanizzazione. Il sindaco Marsaglia, che della vicenda delle Aree ATA è stato un assoluto protagonista, fin dalla loro prima proposta nel lontano 1997, ha commentato così in Consiglio la vicenda ATA: “Questa sera finisce un sogno. Su questo progetto avevamo gli occhi puntati di tutti. Io il bicchiere lo considero comunque mezzo pieno, per le tante cose che abbiamo portato a casa (l’area del sub-ambito A, i due pozzi del Malanghero, la cabina primaria, i progetti degli adeguamenti viabilistici). Ora iniziamo con un altro progetto, altrettanto ambizioso, e moderno”. Anche il consigliere Baracco, anche lui un protagonista della vicenda del COM nei suoi dieci anni da sindaco, ha così commentato: “È una serata importante. Si volta pagina. Condividiamo questa nuova proposta, innovativa e al passo coi tempi”.
La successiva votazione ha visto l’approvazione, con il voto unanime dei 14 consiglieri presenti, del testo dell’accordo procedurale, emendato su proposta del consigliere Milano in maniera che anziché di solo data center, l’oggetto dell’accordo sia denominato “polo/distretto che eroga servizi altamente tecnologici e innovativi”.