Con questo slogan si è svolto ieri l’interessante vernissage al Castello di Lucento di Torino, da poco recuperato e aperto al pubblico. Una bellissima allocazione all’interno di questo scrigno che forse molti torinesi non sanno esista e le cui origini risalgono al 1.300. Era una delle tante residenze di caccia dei Duchi di Savoia.
La Fondazione AIEF per l’infanzia e l’adolescenza, presieduta dal giovane Tommaso Varaldo, realizza e sostiene progetti socio-educativi e culturali volti alla tutela e alla promozione dei diritti dei bambini e, unitamente alla Direzione Artistica di Banca dei Patrimoni Sella & C., ha organizzato la prima di una serie di mostre nei locali appena recuperati del castello e dedicata al percorso di un’azienda nata dalla forte volontà del suo fondatore Filiberto Martinetto, noto imprenditore casellese, che insieme alla moglie Franca e alle tre figlie – Antonella, Roberta e Barbara -, partendo da una semplice ditta artigiana è giunto a creare l’attuale Martinetto Group.
Una appassionata presentazione della curatrice della mostra, Daniela Magnetti, ha tracciato il percorso espositivo che, a differenza di molti altri, è anche sensoriale, ovvero aperto a coloro che preferiscono sentire con il tatto, oltre che vedere i nastri, le stoffe, i filati che nascevano dai processi di lavoro di un tempo.
La mostra sarà propagandata all’interno dei percorsi didattici delle scuole, “affinché i giovani possano rendersi conto dei lavori di precisione e di sacrificio che mettevano in atto i loro progenitori”, come ha riferito nel suo discorso il Commendator Filiberto Martinetto. Anche il giovane nipote di quest’ultimo, Filiberto Paganini, accomunato dalla stessa passione per il volontariato sociale presso la Croce Verde, come la curatrice della mostra, Daniela Magnetti, attiva volontaria presso la Croce Rossa, hanno sottolineato il primo, come la creatura umana sia a contatto di filati e tessuti sul proprio corpo per tutte le ore del giorno e della notte, la seconda ha invece spaziato verso una interessante illustrazione del castello, delle opere permanenti contenute e poi, cogliendo l’occasione del volontariato cui lei e Paganini sono attivi, ha lanciato l’invito a tutti coloro che indossano divise in generale, di venire a vedere la mostra per toccare con mano i tessuti che costituiscono in parte o totalmente le loro protezioni, le cinture, le bordature o quant’altro derivi da un filato.
Silvia Ramasso ha poi presentato il libro “Tessere la vita” il cui autore è lo stesso Filiberto Martinetto, che per l’occasione ha voluto omaggiarlo a tutti i partecipanti.
La mostra resterà aperta sino al 15 dicembre 2024 presso il Castello di Lucento -Sala degli Urogalli-Via Pianezza, 123 Torino e sarà visitabile gratuitamente su prenotazione dalle ore 9 alle 13 e dalle 14 alle 18 dal lunedì al venerdì.
Info: castellodilucento@gmail.com
Tel 329.2966487
Mille fili per una trama, da Remmert a Martinetto Group
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